Attualità - 08 marzo 2012, 11:19

Fanciulli, direttore dell'area marina protetta di Portofino: «Le navi da crociera sono inquinanti»

(da Uomini Liberi) Non ha peli sulla lingua il direttore dell'area marina protetta di Portofino! Saluta con soddisfazione il decreto sulle rotte delle meganavi crociera e si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, sottolineando che i condomini galleggianti non sono proprio il massimo per una zona di altissima qualità ambientale. Certo, poi propone come passe-partout la certificazione del RINA, il che sembra veramente troppo poco! Comunque un plauso al suo coraggio, che a Savona nessuno imita : i colossi continueranno a sostare come ippopotami in un catino senza rilievi delle autorità preposte: speriamo che ci protegga lo stellone d'Italia!

L'articolo de La Stampa:

Il direttore dell'area marina dopo il "decreto rotte" del governo: «mai più "inchini" sotto costa»

Fanciulli: le amministrazioni di "Santa" e Portofino valutino se non possono farne a meno

«FUMI E ANIDRIDE PARI AL PASSAGGIO DI 114 MILA AUTO»
«Ho letto che una nave da crociera brucia da 1 a 2 tonnellate di fanghi oleosi al giorno. Alla fonda a Portofino con i motori sempre accesi, producono fumi e anidride carbonica pari al passaggio di circa 14 mila auto. Usano il combustibile chiamato "fondo del barile" è tutto ciò che rimane del greggio dopo la lavorazione»

«Mai più "inchini" sotto costa. Ben vengano le disposizioni ministeriali. Le aspettavamo». È il commento di Giorgio Fanciulli, direttore dell'area marina protetta di Portofino, al varo del "decreto rotte" firmato la settimana scorsa dai ministri all'ambiente, Corrado Clini, e a sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Corrado Passera. «Un provvedimento che, in base alla stazza delle navi, fissa limiti di transito vicino alle aree protette nazionali e ai siti particolarmente sensibili sotto il profilo ambientale, come il santuario dei cetacei, in cui pure siamo inseriti - ricorda Fanciulli, una laurea in biologia, riconfermato nel gennaio 2011 al timone del parco marino portofine se per altri quattro anni -. Nel dettaglio viene introdotto un limite di 2 miglia di distanza, circa 4 chilometri, che le navi superiori alle 500 tonnellate dovranno rispettare in prossimità delle aree marine protette».

Nel decreto si legge inoltre: "Dove necessario l'autorità marittima potrà variare il nuovo limite per assicurare l'accesso e l'uscita dai porti e per garantire la sicurezza della navigazione". E ancora: "Particolare attenzione viene riservata al santuario dei cetacei, zona di elevata fragilità ambientale. Le navi, infatti, saranno tenute ad adottare sistemi di ritenuta del carico per garantirne la massima tenuta e stabilità, così da prevenire e impedire perdite accidentali". «È chiaro che tutto è partito dalla tragedia della Costa Concordia - dice Fanciulli -. Il decreto ha fissato "paletti" importanti in due direzioni: più sicurezza in mare e rafforzamento della tutela dei beni ambientali. Penso agli "inchini". Ne ho visto uno, anni fa, davanti alla Giudecca. Mi sono venuti i brividi. Sono nato a Ca-mogli e so che anche sotto alla Casa dei Marinai i comandanti rallentavano e salutavano gli anziani ospiti.

Ma sono pratiche da fare in assoluta sicurezza, senza mettere a repentaglio la vita in nome dello spettacolo. Non possiamo permetterci che accada mai più quello che è avvenuto al Giglio. E già stato troppo un incidente». L'area marina protetta di Portofino fa anche parte del santuario dei cetacei. Una zona che va da Punta Escampobariou, vicino a Tolone, fino a Capo Falcone in Sardegna, e poi Capo Ferro e Fosso Chiarone sulla costa toscana. Spesso non si dà troppa rilevanza, al santuario che è un habitat ideale perbalene, capodogli e delfini, visto che è presente unaforte produttività di kril, il cibo preferito di queste specie». Fanciulli sostiene: «Le navi che passano da queste parti devono avere, quindi, tutta una serie di requisiti anti-inquinamento, i cosiddetti "standard ambientali"».

Poi: «Le navi da crociera, come quelle che si vedono a Santa Margherita o a Portofino, inquinano, a causa della composizione del propellente impiegato, abbastanza sporco. A bordo ci sono gli inceneritori, per eliminare oli, rifiuti, farmaci scaduti. Ho letto, di recente, su una rivista di settore, che unanave dacrocierabruciada 1 a 2 tonnellate di fanghi oleosi al giorno. Le navi che stanno alla fonda a Portofino con i motori sempre accesi, con 1.000-2.000 passeggeri a bordo, producono fumi e anidride carbonica pari al passaggio di circa 14 mila auto. Usano il combustibile chiamato "fondo del barile" è tutto ciò che rimane del greggio dopo la lavorazione. E poi le acque grigie, con sapone, bagnoschiuma, shampoo. Una situazione da non trascurare. Far passare le navi a 2 miglia dalla costa mi sembra un giusto compromesso».

Sulle ricadute economiche del movimento crocieristico nel Tigullio, Fanciulli dice: «Non ho la certezza che questo tipo di turismo porti ricchezza a livello locale mentre sono sicuro, purtroppo, dell'impatto ambientale. È compito delle amministrazioni fare le opportune valutazioni. Se, dati alla mano, dimostrano che il movimento crocieristico è fonte di ricchezza imprescindibile per l'economia locale allora che venga, almeno, chiesta una certificazione specifica. Il Rina, per esempio, rilascia la "Green Star", che è un po' come il bollino blu delle auto. Il mio appello agli amministratori, in vista dell'inizio della stagione delle crociere, è di controllare che queste certificazioni ci siano»

Uomini Liberi