CGIL Informa - 29 febbraio 2012, 08:08

SEL "ambientalista" aderisce allo sciopero del 1 Marzo

Dopo alcune defezioni interne al partito causate dalle divergenze sulle questioni ambientali, SEL Savona aderisce allo sciopero e punta il dito contro l'ampliamento della Centrale

La recessione in atto nel Paese sta mordendo in maniera particolarmente feroce la nostra provincia. L'intero settore produttivo sembra caduto in una crisi profonda e pericolosa per la tenuta non soltanto dell'economia, ma dello stesso tessuto sociale.

Chi, in anni nemmeno tanto lontani, pensava che la vocazione turistica e terziaria della provincia  potesse rappresentare un modello di sviluppo nuovo ed efficace si sta rendendo conto oggi come non sia possibile immaginare un territorio ed uno sviluppo economico non supportato da un adeguato tessuto industriale.

In questa situazione appare ineludibile una mobilitazione generale dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutti i cittadini che rifiutano il concetto di una provincia morta, che affida la sua economia alla rendita finanziaria ed al terziario classico, non supportato da ricerca ed innovazione.

Sinistra Ecologia Libertà di Savona aderisce quindi con convinzione allo sciopero proclamato dai sindacati dell'industria e dei trasporti per il primo marzo.

Come sempre dalla parte dei lavoratori SEL condivide la piattaforma alla base dello sciopero, pur mettendo in evidenza come, soprattutto sul tema dell'energia, continuino ad esistere posizioni con coincidenti e, per alcuni aspetti, problematiche.

La crisi produttiva che sta colpendo la nostra provincia, pur con il rischio di pesanti ricadute occu-pazionali, non deve diventare l'occasione per mettere da parte l'attenzione per la tutela dell'ambiente e della salute delle persone. Da sempre siamo convinti che tutela ambientale ed occupazione non siano e non debbano diventare alternativi e solo considerando la tutela ambientale un costo per la collettività e non una occasione di sviluppo e di ricchezza, in tutti i sensi intesa, tale dicotomia si crei e diventi fonte di incomprensioni, contribuendo ad allontanare i cittadini dalla politica.

In questo senso ribadiamo il nostro dissenso nei confronti della delibera regionale che permette l'avvio dei lavori per il raddoppio della centrale a carbone di Vado Ligure.

Il confronto con le istituzioni non può che partire dalla situazione ante delibera e dovrà essere finalizzato alla immediata ristrutturazione ed adeguamento degli attuali gruppi a carbone, senza prefigurare aumento dell'utilizzo di combustibili fossili per produrre energia.

Oltre dieci anni sono ormai passati dalla prima richiesta di aumento della capacità produttiva della centrale e, in questi anni, l'economia savonese non ha attraversato momenti di crisi così gravi. Non è con il raddoppio dei gruppi che lo sviluppo e l'occupazione può decollare, ma solo attraverso un impegno delle istituzioni, Governo, Regione e Provincia volte ad una programmazione reale dello sviluppo savonese ed attraverso la messa in campo di provvedimenti che stimolino la ripresa economica e produttiva del territorio. 

com.