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Eventi | 27 febbraio 2012, 17:12

Alpini di Carcare: la commemorazione della Marcia del Davai

Alpini di Carcare: la commemorazione della Marcia del Davai

Sabato 25 febbraio organizzata dal Gruppi alpini di Carcare, sezione Ana di Savona, con il patrocinio del Comune si è svolta a Carcare una significativa manifestazione alpina.

Il tema della giornata iniziata alle 16 nel salone delle Soms carcarese, era la commemorazione di una delle pagine più tristi della Campagna di Russia, la “Marcia del Davai” , tragico cammino intrapreso nel febbraio 1943, dalla truppe italiane, dopo la ritirata dal fronte del Don, a ritroso verso i campi di prigionia situati ben oltre il fiume.

Gli alpini della Cuneense e della Julia furono catturati a Valuiki, ormai vicini alla salvezza, uomini che dopo aver già percorso in ritirata dal fronte del Don, centinaia di chilometri nella neve, in uno più gelidi inverni russi con temperature attorno ai 35 gradi sottozero, furono obbligati a ripercorrere ancora a piedi, altre centinaia di chilometri, senza cibo e senza pietà per chi cadeva o si fermava, subito ucciso da parte delle guardie russe che al grido di “Davai”(avanti) li incitavano a proseguire.

Queste marce estenuanti costarono la vita ad almeno ventiduemila italiani, prima che la colonna giungesse agli improvvisati campi di raccolta, il più vicino, quello di Krinovoje , era una ex scuderia reale a ottanta chilometri oltre il fiume Don, luoghi dove la mortalità tra i detenuti oscillava tra l’ottanta e il novanta per cento.

Degli 85.000 italiani catturati dai russi, 22.000 persero la vita nelle marce del Davai e altri 65.000 nei campi di prigionia, gli scampati furono solo diecimila (1300 gli alpini della Cuneense) rimpatriati tra il 1946 e il 1954.

Nel salone della Soms erano presenti oltre al sindaco di Carcare e al rappresentante della Provincia, al comandante della compagnia Carabinieri di Cairo e quello della stazione di Carcare, il vice presidente nazionale ANA Bertino, i Presidenti delle sezioni ANA di Savona, Gervasoni, e della sezione di Ceva Daprea, e i rappresentanti dei gruppi alpini con i loro gagliardetti e molta popolazione.

Dopo il saluto di Bertino anche a nome del capogruppo di Carcare Venanzio Ferri e la presentazione dei relatori, lo storico Alpino Periz di Vicenza e del Consigliere Nazionale ANA Lavizzari. Quest'ultimo ha presentato il libro “noi solo vivi” scritto dal un reduce Carlo Vicentini, Ufficiale prima del Monte Cervino e poi della Julia ripercorrendone la trama comparata con altre pubblicazioni sul tema della marcia del Davai e della prigionia dei militari italiani in Russia, rimarcando come su questa vicenda, per ragioni essenzialmente politiche vi fu un generale silenzio, che avvolse la sorte dei prigionieri, dichiarati ufficialmente “dispersi” dal 1952, e rimasti poi nell’oblio generale fino agli anni novanta, ricordati sempre e soltanto dagli alpini, i cui reduci con caparbietà non smisero mai di celebrare il ricordo dei loro commilitoni e degli eventi bellici di quella campagna di guerra, sperando insieme alle famiglie dapprima nel loro ritorno, e poi impegnandosi affinché fossero ritrovati e rimpatriati i loro resti.

Lavizzari nipote del Comandante del 9° Reggimento Alpini, anch'egli morto nel Gulag di Krinovoje, ha evidenziato anche un aspetto tralasciato dalla ricca bibliografia sulla campagna di Russia, e cioè le vicissitudini e le angosce delle vedove di quei soldati mai dichiarati morti, con vane speranze alimentate ad arte anche da false comunicazioni inviate per decenni alle famiglie degli ufficiali dai comandi russi.

Periz ha poi commentato la proiezione di alcuni filmati di guerra realizzati dal tenente Uccelli, e documentari russi, quindi un momento davvero commovente che ha dato davvero un’impronta alla giornata. Presa la parola Bertino, con emozione ha raccontato come la sera prima a cena con Periz questi gli aveva parlato di una piastrina di riconoscimento avuta da un ragazzo di Rossoch, appartenuta all’alpino Bartolomeo Beccarla, del 4 reggimento della divisione cuneense, 306° sezione Sanità, nato a Mondovì nel 1919 e segnato tra i dispersi. La piastrina, era molto ben conservata con i dati nitidi, certamente non reperto di scavo, sicuramente sarebbe stato un importante ricordo di quel caduto di cui non si è saputo più nulla e non ha mai raggiunto i campi di prigionia, forse durante la marcia del Davaj e ritrovata o razziata.

Bertino rientrato a casa a mezzanotte ha pensato di lanciare su Google, la ricerca di “Bartolomeo Beccaria Russia”, per una insperata combinazione, ha trovato in un forum la richiesta di notizie proprio di quell'Alpino postata solo un mese prima da un pronipote che con uno pseudonimo, dopo aver ricevuto dalla nonna la fotografia in divisa di alpino del prozio Bartolomeo ne faceva le ricerche. Bertino si è subito iscritto al forum ed ha lasciato un messaggio privato a quel ricercatore: “un amico serio e studioso ….domani a Carcare parlerà della marcia del Davaj se vuoi contattami al cell.....,” Naturalmente non si sapeva dove poteva risiedere l'interlocutore che nei contatti del forum diceva di essere uno studente, quindi giovane.

Sabato pomeriggio alle 16, mentre Bertino stava spegnendo il cellulare per dare inizio alla conferenza è stato contattato da quel ragazzo, Andrea Bertolino, che annunciava il suo arrivo con la famiglia, e infatti al loro arrivo si sono accomodati, ignari di quello che li attendeva, e poi , in un momento di rara commozione per loro e per tutti i presenti, sono stati annunciati e invitati accanto alle autorità presenti, il comandante della Compagnia Carabinieri di Cairo, del sindaco di Carcare, i Presidenti ANA dove il sergente maggiore Leonardo Sassetti, reduce di russia ha consegnato al giovane Andrea Bertolino, la piastrina di riconoscimento dall’alpino Beccaria, complimentandosi con lui.

Bertino ha sottolineato che alla sua grande soddisfazione per il felice e non preventivato esito della ricerca, si è aggiunto quello di aver trovato un giovane solo quindicenne che con il suo interesse per la sorte del prozio, ha raccolto il testimone dello spirito alpino che pervase quei reduci che non vollero che i loro compagni e il loro sacrificio fossero dimenticati.

Si è poi scoperto l’esistenza dei parenti in valbormida, la figlioccia del caduto è infatti residente ad Altare . A questo punto Periz ha presentato una gavetta, ritrovata in Russia di un fante di Ventimiglia in Russia nel 1942-43, A. Grammatica, che ha avuto la fortuna di rientrare dalla Russia e di cui sono già iniziate le ricerche per consegnare a lui o ai parenti lo storico reperto.

Gli alpini e le autorità presenti, si sono quindi raccolti accanto al monumento ai Caduti per l’alzabandiera e l’Onore ai Caduti, alla presenza dei rappresentanti delle vari gruppi alpini della vallata con i loro gagliardetti e del vessillo del Nastro Azzurro e del vessillo sezionale, sulle note della tromba del maestro Andrea Piccardi.

Alle diciotto ci si è ritrovati tutti nella vicina chiesa parrocchiale per la S.Messa celebrata da Padre Italo in suffragio dei Caduti accompagnata dai canti della corale alpinaAlta val Bormida”, e al termine della funzione con un pittoresco corteo illuminato con la fiaccolata e aperto dalla banda di G Puccini di Cairo, si è sfilato per le vie centrali del paese fino in loc Cornareto.

Giunti presso la sede del gruppo alpini carcarese e il Giardino delle Penne Mozze, ancora un momento di commemorazione, con i saluti del sindaco di Carcare Franco Bologna, e dei presidenti delle sezioni alpine di Savona, Gervasoni, e il saluto d’onore da parte del capogruppo Ferri per i tredici alpini carcaresi caduti che il giardino delle penne mozze vuole ricordare e infine l’ammainabandiera e il rinfresco.

 

MESSA RICORDO degli alpini pallaresi “andati avanti”

Organizzata dal gruppo alpini di Pallare, si è svolta nella chiesa parrocchiale di San Marco domenica 26 febbraio 2012, una Santa Messa officiata da Padre Bartolomeo Monge in suffragio degli alpini del gruppo che sono “andati avanti”. Alla lettura dei loro nomi ha fatto seguito quella della preghiera dell’alpino. Un bel momento di ricordo apprezzato dai parenti presenti.

com. Stefano Mallarini

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