Così l'esposto presentato alla Procura della Repubbliva di Savona dal Comitato Albamare guidato dall' Ing. Paolo Forzano
"Egr. sig. Procuratore della Repubblica,
espongo quanto di seguito riportato affinché l'Autorità competente, valutati i fatti, prenda i provvedimenti e le iniziative che riterrà opportune.
Il progetto "Aurelia bis" Albisola Savona è stato in incubazione molti anni con elevate e reiterate spese di progettazione rispondendo più alla volontà politica che a scelte tecniche.
Inoltre non è stato guidato da una visione funzionale, per dare "soluzioni" ai flussi di traffico reali, nè da una visione sistematica, ovvero per essere inserito al meglio nella realtà ed essere parte congruente dell'insieme. Come soluzione "sistematica" avrebbe dovuto essere considerato il problema mobilità nel suo complesso, e come minimo, essere tenuto in conto che l'attuale autostrada Celle-Savona Vado presenta caratteristiche di attraversamento urbano, tortuosità, non aderenza alle normative UE, mancanza di corsie di emergenza, ed anche con molti punti di facile interscambio col territorio, tali da renderla più adatta alla funzione di Aurelia bis che di tronco autostradale.
Il tratto corrispondente di autostrada avrebbe potuto essere realizzato più a monte, praticamente tutto in galleria, con scarso impatto ambientale, con migliori caratteristiche e con un evidente allegerimento del disturbo che l'attuale percorso arreca al territorio, e con una spesa non eccessivamente superiore a quella della realizzazione di un'Aurelia bis, opera che, in ogni caso, presenta anche grosse difficoltà di inserimento in un territorio già ampiamente antropizzato.
Ma quanto detto è chiaramente anche un fattore di "scelte", che però sono "discutibili" quando le soluzioni proposte sono poco efficaci, non fanno parte di un progetto globale, ma sono solo parti di un insieme che "non c'è".
Dall'analisi del traffico emerge che Albisola ha un forte componente di traffico passante ed ha quindi bisogno di una circonvallazione, mentre Savona attrae traffico verso il suo centro (75-82%), l'ospedale ed il porto, e quindi ha un traffico centripeto.
Bonifica nel 1998 presentò delle ipotesi di Aurelia bis che tenevano in conto di queste esigenze, e suggerì tre ipotesi di tracciato, una "consigliata" funzionale ed efficace, e le altre, scelte alternative, ovviamente tecnicamente meno valide.
La scelta cadde sulla peggiore alternativa delle tre, il percorso più lungo e meno efficace: successivamente due lotti ad Albisola vennero eliminati per motivi geologici. Pertanto il progetto originale con percorso Torre-Carabigi-Luceto-Margonara-Funivie-Ricci, già incapace di captare il traffico casello di Albisola-Savona, venne moncato del tratto Torre-Luceto. Una Aurelia bis con una funzionalità ulteriormente diminuita, "impossibilitata" a recepire il traffico da Celle Ligure, il 50% del traffico per Savona, ed il traffico dalla statale di Sassello. Contando l'iniziale mancanza di captazione del traffico casello Albisola-Savona, praticamente "tutti" i flussi di traffico passanti in Albisola non vengono captati.
L'opera in queste condizioni era universalmente riconosciuta come "inutile", ed era voce comune "ma tanto non si farà mai", ma nonostante questi "dati di fatto", l'opera fu comunque finanziata.
Questo "moncone" è stato strenuamente difeso sia da destra che da sinistra. "Una cattedrale nel deserto" non completabile lato est, dove maggiormente sarebbe utile la sua funzione di un'Aurelia bis.
Perchè questo atteggiamento di totale difesa e bipartisan? Un atteggiamento irrazionale.
Ma subì l'Aurelia bis ha subito ancora una "mutilazione" (Ministero dei beni e delle attività culturali 1/lug/2005), con l'abolizione dell'uscita di Margonara (Albisola verso Savona centro) obbligando chi entrerà a Luceto ad uscire nella parte alta di corso Ricci, e quindi fuori destinazione per un traffico che invece vuole andare in centro (ospedale-Mameli-porto) (PUMT Savona 2010 l'82% dei veicoli provenienti in Savona da levante attraverso via Genova ed il 75 % attraverso la via Aurelia vogliono andare in "centro").
L'azienda vincitrice della gara di appalto, ha vinto con un ribasso d'asta per 107 milioni di €, e doveva redigere come prima azione un progetto esecutivo. Questo progetto esecutivo è stato fatto e presenta alcune varianti di progetto, che tuttavia non sembra giustifichino una richiesta di aumento di ben 46 milioni, ovvero il 43% in più di quanto appena vinto con l'appalto.
Se già l'opera era assurda, con un rapporto costo/benefici molto basso, la richiesta di questo elevato aumento la rende ancora più criticabile, e chiaramente ancor più elevato il rapporto costo/benefici.
Lo stato di gravi difficoltà economiche in cui versa lo stato italiano ed i sacrifici richiesti a tutti i cittadini rendono ancor più immorale spendere soldi in un'opera con scarsi benefici attesi e con l'impossibilità di renderla utile in futuro con un completamento che non è neppure ipotizzato."
L'aumento del costo dei lavori nella documentazione Anas QUI