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Politica | 21 febbraio 2012, 19:00

Lega Nord, voglia di autonomia ma atteggiamento sibillino

A Cairo il partito del Carroccio dice e non dice

Lega Nord, voglia di autonomia ma atteggiamento sibillino

“Il potere logora chi non ce l’ha”, diceva Andreotti, e a Cairo il centro-destra è in evidente crisi di astinenza, e si sta autologorando in una partita a scacchi che, più che di alta strategia politica, inizia a diventare un po’ stucchevole e non può che avvantaggiare il centro-sinistra. Così se il Pdl sembra ormai fare quasi il verso a sé stesso, in una girandola di candidati, passi avanti, passi indietro e piroette laterali (che forse terminerà dopo il vertice di questa sera), anche la Lega Nord ne pare contagiata: ben lontani i toni netti e spavaldi che tuonavano dal palco di Pontida ai tempi d’oro del Senatur, dopo il vertice cittadino di ieri sera se ne esce con un comunicato degno del più contorto burocrate della Prima Repubblica, che dice tutto e niente, anzi, proprio niente.

Riproduciamo testualmente: “Nella serata di lunedì 20, la sezione di Cairo Montenotte della Lega Nord si è espressa unanimemente per quanto riguarda le prossime elezioni comunali. Come è noto gli organismi federali hanno stabilito che nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti la Lega debba correre con liste autonome mentre in quelli in cui non viene superata tale soglia, è compito delle varie sezioni, tenuto conto degli aspetti caratteristici che presenta il territorio sia dal punto di vista sociale che politico, individuare la soluzione ottimale per il  raggiungere l’obbiettivo del miglior governo possibile del comune. Il movimento ha, come sempre accade in questi casi, attuato un processo di confronto interno che, democraticamente e nel rispetto delle idee di tutti coloro che hanno da sempre messo le proprie idee e la propria faccia al servizio del movimento, ha ribadito la volontà di poter decidere in piena autonomia in ordine alle scelte che verranno fatte per le prossime elezioni, scelte che dovranno tenere conto soprattutto delle persone e dei programmi che verranno indicati, nel rigoroso rispetto delle peculiarità e delle necessità di Cairo in un periodo così difficile per la cittadinanza. Verrà mantenuta, quindi, la porta aperta a colloqui e trattative con persone e gruppi della società civile e politica che consentano di creare alleanze per arrivare a definire insieme una lista elettorale comune e condivisa che permetta di prendere in mano il governo del paese ormai da troppo tempo svilita dalla politica dell’attuale Sindaco”.

E quindi?.....Al di là dei due unici elementi chiari: Cairo non raggiunge i 15 mila abitanti e quindi dovete sbrigarvela da soli; e la visione di una Cairo svilita dalla politica del sindaco Fulvio Briano (che però è comunque sindaco e quindi occorre scalzare e non solo a parole), qual'è la scelta della Lega? Corre da sola o no? E ha un candidato sindaco o no? I politici più navigati e smaliziati  quando sono in difficoltà sviano abitualmente la domanda sul candidato affermando “prima vengono i programmi, poi i nomi”, ma l’esperienza insegna che è vero fino ad un certo punto, visto che, soprattutto a livello locale, si vota tanto l'ideologia che il programma che il candidato a sindaco.

Così come è altrettanto vero che, messo a posto il tassello candidato, come ha fatto da tempo il centro-sinistra, puoi concentrarti su programmi e alleanze con maggiore tranquillità. E quindi al di là dell’esercizio teorico se presentarsi da sola o meno, nella scelta pratica la possibilità o meno, a parte possibili sorprese da tirare fuori dal cilindro, di avere un candidato credibile al suo interno potrebbe rivelarsi non proprio facile (non si fraintenda: credibile nel senso di capace di convogliare su di sé non solo tutti i voti dei leghisti, ma anche altri). Magni, Moraglio, Dogliotti, Volpe, sono tutti nomi importanti e rappresentativi per la Lega Nord cairese, e difatti sicuramente faranno parte della lista. Ma al di fuori del partito.

Forse per questo era circolata l’ipotesi di Maurizio Torterolo, che è carcarese, ma anche consigliere regionale e numero due della Lega Valbormidese (“classifica” attuale in vista di un possibile duello per le prossime politiche) dopo l’onorevole Guido Bonino.

Alternativa è rivolgersi ad un nome esterno. Era circolato molto quello di Giovanni Ligorio, attuale vice sindaco della giunta Briano (oltre al danno la beffa sarebbe forse un incentivo) e quello di un altro possibile transfuga, questa volta però dal PdL, ovvero l’ex assessore comunale ed attuale consigliere di minoranza, Andrea Ferraro. Ma in entrambi i casi lo statuto della Lega impone che il candidato a sindaco di una lista targata Carroccio, ed è quello che vorrebbe la base cairese, sia iscritto da almeno un anno al partito. Le soluzioni allora sarebbero due: puntare su uno dei due, appoggiando, però, una lista civica e non di partito; o chiedere una deroga alla normativa interna (e l’Italia è il Paese delle deroghe).

Ma di fronte a tale dilemma, la soluzione più comoda non sarebbe quella di allearsi con il PdL per una lista civica comune, guidata da un candidato capace di catalizzare i simpatizzanti di entrambe le formazioni e magari anche gli insoddisfatti del governo Briano? Ed è a quello che, a quanto pare, stanno puntando i vertici provinciali. Scontentando la base?Dipende quanto si è disposti a “pagare”, in tal senso, per cercare di vincere.

e.m.

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