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Attualità | 20 febbraio 2012, 08:42

Albissola celebra la vittoria dei fratelli Taviani al festival di Berlino

Albissola celebra la vittoria dei fratelli Taviani al festival di Berlino

Nel giorno in cui la stampa nazionale e non solo annuncia l’assegnazione del Leone d’Oro al Festival del Cinema di Berlino ai Fratelli Paolo e Vittorio Taviani per il loro film “Cesare deve morire” girato con un impegno di sei mesi dentro al carcere romano di Rebibbia, mi piace ricordare che ai sopra citati fratelli, autentiche pietre miliari della storia della nostra cinematografia, il giorno 18 maggio del 2008 venne conferita ufficialmente la Cittadinanza Onoraria del Comune di Albissola Marina.

Era un evento promosso dallo scrivente, con una petizione sottoscritta da alcuni dei migliori intellettuali amici di Albissola Marina (per tutti desidero ricordare lo scomparso Lele Luzzati); con essa si voleva certo premiare la lunga e discreta amicizia tra i fratelli Taviani e la cittadina ligure da loro frequentata da lungo tempo e nella quale il Maestro Vittorio Taviani aveva anche conosciuto la Sua futura moglie Carla.

Il tutto si svolse con una grande e partecipata manifestazione pubblica a Villa Faraggiana nella quale, oltre al sottoscritto, alle autorità locali e al Prof. Felice Rossello, prese la parola il Prof. Bruno Torri, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici; Vittorio Taviani fece un appassionato intervento, con diversi riferimenti all’impegno artistico suo e del fratello, alle valenze nel sociale (che ben si evidenziano nel film presentato a Berlino), ai loro legami di tipo affettivo con il nostro territorio.

Nel pomeriggio, al Cinema Leone di Albisola Superiore, si proiettò la pellicola “La Masseria delle Allodole”, presentata dallo stesso Vittorio Taviani.

Evito di sottolineare, in questo momento ogni appunto su un momento al quale non si è stati capaci di dare proficua continuità; resta il piacevole ricordo di un evento di grande livello che il nostro territorio visse in quel momento, e la personale soddisfazione di potermi considerare, in un momento tanto importante per loro e per la nostra cultura nazionale, buon amico di due grandi italiani.


Mauro Baracco

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