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In Breve

IL PUNTO DI MARIO MOLINARI | 11 febbraio 2012, 14:00

Fuori zona ma sul pezzo. Carbone: rinviati a giudizio i vertici dell'ENEL. Ma vuoi vedere che?

Vertici e funzionari Enel chiamati a rispondere di emissioni e progetto carbone. Il colosso pubblico avrebbe
o omesso "di richiedere e fare 
richiedere la riconversione
 dell'impianto nei modi e
 tempi previsti dalla legge regionale, la quale stabiliva 
l'alimentazione a gas meta
no o con altre fonti alternati
ve non inquinanti". Da tut
to questo sarebbero derivate
 le malattie respiratorie nei 
minori...

Fuori zona ma sul pezzo. Carbone: rinviati a giudizio i vertici dell'ENEL. Ma vuoi vedere che?

Volentieri ospitiamo un signor servizio del quotidiano "La Voce di Rovigo" :

Mentre tutta Italia guardava a Roma, per capire se l'allerta energetico e l'allarme gas avrebbero reso necessaria la riattivazione temporanea della centrale Enel di Polesine Camerini (meglio nota come Porto Tolle, ndr), la vera notizia è arrivata dal tribunale di Rovigo.

Brevi filmati allegorici. Segue servizio

Con il giudice per le udienze preliminari che ha rinviato a giudizio i vertici Enel, tra i quali l'amministratore delegato attuale, Fulvio Conti, e due suoi predecessori, oltre che vari funzionari del colosso energetico nazionale.

"In merito alla decisione del giudice dell'udienza preliminare di Rovigo, Enel, nella piena convinzione di avere sempre operato nel rispetto delle leggi e nell'interesse della collettività, attende con fiducia il giudizio di merito".

Questo il commento dell'azienda, arrivato ieri in serata.

Il colpo di scena in aula del resto, la decisione del giudice per le udienze preliminari Alessandra Testoni neppure era attesa per la giornata di ieri, dal momento che era già stata messa in calendario una ulteriore udienza. Che, tuttavia, non si è resa neppure necessaria.

Una volta terminata la discussione, con l'accusa affidata al pubblico ministero Manuela Fasolato, titolare pure dell'inchiesta, infatti, il giudice Testoni ha annunciato che avrebbe deciso a breve. Una camera di consiglio di mezzora circa e, infine, la decisione: rinviati a giudizio tutti e dieci gli imputati.

La maxi inchiesta

Due i versanti di indagine oggetto degli accertamenti del pm Fasolato. In primo luogo, un presunto collegamento tra le emissioni in atmosfera della centrale di Polesine Camerini, nel periodo in cui era alimentata a olio combustibile, e problemi respiratori diagnosticati nei minori dei Comuni più vicini all'impianto. Poi, anche presunti vizi che avrebbero caratterizzato prima il progetto di riconversione a Orimulsion, quindi quello a carbone.

Entrambi i filoni di indagine, ora, saranno vagliati dal giudice del tribunale di Rovigo, nel corso del processo con prima udienza fissata per il prossimo 24 settembre.

Due i 
capi di imputazione

Il pri
mo contesta la mancata in
stallazione di "impianti e
 apparecchi destinati a pre
venire disastri e infortuni 
sul lavoro consistiti nel peri
colo dell'insorgenza o del
l'aggravamento di malattie 
respiratorie (...) tra la popo
lazione abitante nelle zone 
circostanti la centrale, in
 particolare la popolazione 
pediatrica compresa nell'età 
tra o e 14 anni".

Tra le conte
stazioni, poi, anche quella 
di non avere riconvertito 
l'impianto a metano, in ot
temperanza anche alla leg
ge regionale istitutiva del 
parco del Delta del Po.

Enel, 
in altri termini, avrebbe
o omesso "di richiedere e fare 
richiedere la riconversione
 dell'impianto nei modi e
 tempi previsti dalla legge re
gionale veneta numero 36
 del 1997, la quale stabiliva 
l'alimentazione a gas meta
no o con altre fonti alternati
ve non inquinanti". Da tut
to questo sarebbero derivate 
le malattie respiratorie nei 
minori delle quali si è detto.

Il capo di imputazione, in
fatti, afferma che "vi è stato 
nei bambini (età 0-14) resi
denti nei Comuni di Porto 
Tolle, Rosolina, Taglio di Po, 
Porto Viro, Ariano nel Pole
sine, Loreo, Mesola, Corbola
e Coro un aumento dei rico
veri ospedalieri".

Il secondo capo di imputazione, invece, fa riferimento ai progetti di riconversione dell'impianto di Polesine Camerini: a orimulsion prima, a carbone poi. Che sarebbero maggiormente inquinanti di altri combustibili, pur disponibili sul mercato.

In sostanza, allora, Enel avrebbe organizzato "la presentazione, presentando e facendo presentare i relativi progetti, richieste e documentazione unitamente a studi che sottostimavano l'impatto complessivo sul territorio di tali riconversioni con l'uso di siffatti combustibili fossili rispetto ad altre alternative di riconversione quali quella a gas metano 0 ad olio combustibile denso senza tenore di zolfo".

Sin qui, chiaramente, quelle che, allo stato, sono le contestazioni della procura. Da verificare nel corso di un dibattimento. Come detto, l'azienda energetica si chiama fuori da ogni contestazione.

Le reazioni delle parti civili

Intanto, comunque, grande la soddisfazione delle parti civili. Tra queste, l'avvocato Luigi Migliorini, che tutela i Comuni di Rosolina, Ariano Polesine, Loreo e Porto Viro, oltre che l'Ente parco regionale del Delta del Po. "Non possiamo che esprimere soddisfazione - spiega, infatti - per la battaglia (processuale) che si è, per ora, risolta positivamente per noi. Certo che si tratta solo della prima tappa e non vi è nulla di definitivo; credo meriti apprezzamento la sensibilità ambientale degli enti che rappresento che si sono impegnati in quest'ardua impresa, mentre altri enti polesani sono rimasti alla finestra". Tra questi, il Comune di Adria, con una scelta che ha dato origine a
una polemica non da poco.

"Grande merito - chiude Migliorini - va riconosciuto al pubblico ministero Manuela Fasolato che ha svolto un colossale e doveroso - con buona pace degli ispettori ministeriali - lavoro d'indagine che ha ottenuto, almeno per ora in sede di udienza preliminare, il giusto riconoscimento".

E ora che fine fa l'indagine disciplinare? Un riferimento, quello di Migliorini agli ispettori ministeriali, non peregrino. Dal momento che, nei mesi scorsi, su mandato dell'allora Guardasigilli Angelino Alfano, gli ispettori del ministero della Giustizia avevano passato al setaccio il palazzo di giustizia di Rovigo, dopo che Luciano Violante, ex magistrato, aveva affermato, prima in un libro, quindi in un convegno, come la procura avesse agito in maniera atipica, quasi a volere a tutti costi trovare un reato nell'agire di Enel. Ora che i capi di imputazione sono stati vagliati positivamente da un giudice terzo, appare difficile pensare che una simile tesi possa venire portata avanti.

II commento dei sindaco di Rosolina e del comitato cittadino

Altre reazioni positive alla notizia del rinvio a giudizio sono arrivate dal sindaco di Rosolina Franco Vitale. "Proseguiamo dritti - spiega - sulla nostra via, a tutela dell'ambiente. Che non significa mancata tutela del lavoro. Dal momento che, per noi, la centrale va sì riconvertita, ma a metano".

Importanti, poi, le considerazioni dell'avvocato Matteo Ceruti, che tutela le parti civili Legambiente, Italia Nostra e il Comitato cittadini liberi di Porto Tolle. "E' un rinvio a giudizio importante - afferma - perché è la prima volta che viene posta in connessione l'attività della centrale di Porto Tolle con patologie umane e, quindi, con la salute degli abitanti del Delta del Po. Inoltre è importante anche su un piano più generale, in relazione alla possibilità di utilizzo di indagini anche epidemiologiche ai fini dell'individuazione del nesso di causalità in ambito penale.

Infine, questo rinvio a giudizio dovrebbe indurre lo stesso Ministero dell'Ambiente a una più attenta riflessione sugli impatti sulla salute pubblica in sede di valutazione di impatto ambientale della centrale a carbone, al momento in corso".

A settembre la prima udienza, ma dove? Ora, prossima tappa della vicenda il processo. Con prima udienza fissata per il prossimo 24 settembre. Resta da vedere se nella sezione del tribunale di Adria, se ancora esistente, per quanto riguarda il penale, o a Rovigo.

Gli imputati

Dieci, come detto, gli imputati. Chiamati in causa a vario titolo, con differenti gradi di responsabilità ipotizzati.

Leonardo Arrighi, 57 anni, di Pisa; Renzo Busatto, 54 anni, di Mogliano Veneto; Fulvio Conti, 62 anni, di Roma; Antonino Craparotta, 63 anni, di Udine; Giuseppe Antonio Potestio, 70 anni, di Perugia; Paolo Scaroni, 63 anni, di Roma; Francesco Luigi Tatò (detto Franco), 77 anni, di Roma; Carlo Zanatta, 63 anni, di Treviso; Alfredo Inesi, 71 anni di Ascoli Piceno e Sandro Fontecedro, 64 anni di Viterbo.

Fulvio Conti, in origine difeso dall'avvocato Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, è l'attuale AD di Enel. Zanatta e Busatto sono due ex direttori dell'impianto di Polesine Camerini; Tato' e Scaroni i due ex amministratori delegati di Enel. Arrighi, Craparotta, Potestio, Inesi e Fontecedro, infine, sono funzionari e dirigenti Enel.

Lorenzo Zoli - La Voce di Rovigo

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