Attualità - 11 febbraio 2012, 17:40

Italiana Coke: con l'esposto tutto a posto?

Il sindaco di Cairo si dice pronto per un esposto alla Procura contro i ritardi nella riapertura dell'Aia per l'Italiana Coke. Ma poi: “Le crociate demagogiche di certi ambientalisti lasciano il tempo che trovano. Occorre che i parametri CEE siano più severi ma non possiamo fare a meno dell’industria” Dunque?

Riunione tra il sindaco di Cairo Montenotte e i vertici ARPAL per avere spiegazioni sugli ultimi rilievi dell'Agenzia in merito a polveri sottili e agenti inquinanti. Briano sottolinea il “nuovo corso” dell’Arpal (dopo la caduta di Soracco & Co? ndr) tanto da “ringraziare pubblicamente il Direttore Maggioli e il suo staff per la grande disponibilità dimostrata e per un approccio che "non ravvisato in passato in casi analoghi”.

Violini.

Ma ecco i dati. Polveri sottili. Esiste una centralina in località Farina (da tutto il 2011), una alla Mazzucca e una a Bragno installate dal primo di aprile 2011 - PESCE! - frutto della convenzione con Italiana Coke, ed una a San Giuseppe, sia per il PM 10 e PM 2,5.

Nel 2011 Bivio Farina 55 superi puntuali e 36 microg/mc di concentrazione su media annuale, Bragno 35 superi su media 28, Mazzucca 32 superi su 30 di media, Carcare 19 su media di 21.

La norma prevede massimo 35 superi l'anno (nel 2010 sono stati 80), mentre sul valore di concentrazione media annuale il limite previsto dalla legge è di 40 mcg. Per quanto concerne, quindi, il valore annuo, la situazione è entro i limiti. Per quanto riguarda le polveri sottili, però, è bene precisare alcune cose: “Noi subiamo le condizioni climatiche padane e questo è un dato di fatto, confermato anche dall’analisi dei valori di Saliceto, con la centralina che ha registrato 50 superi puntuali e media di 29 mcg anno, in linea con quelli di Cairo. Anche sui PM 2,5 siamo dentro le medie annuali e non ci sono limiti sui superi puntuali”.

Prosegue, Briano: “E’ ovvio che gli insediamenti industriali danno il loro contributo, ma a differenza degli inquinanti, per i pm 10 possiamo dire che può esserci un fondo sulla produzione industriale ma c’è una grande componente di influenza meteo padana. I picchi si hanno d’inverno con l’accensione degli impianti di riscaldamento (la situazione potrebbe migliorare con il completamento della rete di teleriscaldamento). Così come la fascia oraria (i picchi si hanno alle 10 del mattino e tra le 18 e le 20 di sera), dimostra che i massimi sforamenti si hanno negli orari di punta di traffico, e ciò dimostra l’importanza che avrebbe la variante di allaccio tra Bragno e la variante del Vispa che il Comune sta perseguendo”.

E qui l’affermazione di Briano che non farà certo piacere al gruppo Messina: "Pare evidente, comunque, che se vi fossero centrali a biomasse sul territorio, i livelli sarebbero peggiori, per cui ribadiamo la nostra contrarietà soprattutto su taglie di valore esagerato".

Inquinanti.

Per il biossido di zolfo e di azoto i superi sono maggiori su Carcare e si sono verificati in concomitanza con l’accensione della centrale a biomasse di Cornareto.

Andiamo a parlare di Benzene, Benzopirene e toluene, monitorati su centraline di Bragno e Mazzucca: “Per questi valori, c’è anche il rapporto del traffico, ma la causa principale è l’industria. E la zona “incriminata” è ben capibile.

I parametri generali, però, anche in questo caso sono rispettati ma è sbagliato l’attuale approccio ambientale. Il ragionamento del sindaco cercherebbe cerca di affrontare il problema in modo asettico: “La Direttiva n.50 CE del 2008 recepita nel 2010 dalla dlgs 155 è il quadro normativo a cui dobbiamo fare riferimento e in questo quadro i valori sono nella norma. L’approccio ambientale è perdente in quanto vengono rispettati i limiti annuali”.

Tutti tranquilli, allora?

No: “Pur constatando, perché è la verità con questi parametri, che si è entro la media annuale, la sanità deve dire se i superi puntuali incidano o meno sulla salute delle persone. I valori di punta sono troppo permissivi? Quanto incidono sulle malattie cancerogene?”. Continua: “Possiamo adottare, come abbiamo sempre fatto, la linea della massima trasparenza, e difatti tutti i dati saranno pubblicati sul sito del Comune. Possiamo commissionare studi epidemiologici all'IST. 

Ma la verità è che servirebbero anche altre cose fondamentali: una rivisitazione della normativa comunitaria che a mio modo di vedere è troppo permissiva in merito ai valori di riferimento sui superi dei livelli di concentrazione media annua degli agenti inquinanti; una valutazione di Impatto Sanitario con criteri certi e definiti che valgano per tutti, linee guida regionali a cui fare riferimento, un Osservatorio ambientale per tutta la Provincia. No alla demagogia. Queste sono le tematiche ambientali vere e serie che bisogna affrontare su Cairo e non le enormi sciocchezze che ho sentito anche nel recente Consiglio Comunale e che ho poi ho letto trasposte su comunicati di alcuni comitati ambientalisti. Proclami populisti che possono strappare qualche applauso, ma che rimangono pura demagogia infarcita di disinformazione. E non è così che si cambiano realmente le cose. Né si individuano le cose da cambiare. Perché Cairo e la Val Bormida hanno bisogno disperatamente di posti di lavoro e l'industria è un tassello fondamentale della nostra economia. Battaglie senza un fine che non l’auto esaltazione non servono a nulla”.

Per il sindaco di Cairo occorre, invece, “costringere l'industria a lavorare in sicurezza con criteri inquinanti meno permissivi. E' per questo che su Italiana Coke insistiamo per la riapertura dell'AIA ed è per questo che la settimana prossima, in difetto di fissazione della data in cui l'AIA verrà riaperta, depositerò un esposto alla Procura della Repubblica di Savona”

e.m.