/ Attualità

Attualità | 08 febbraio 2012, 15:27

Sappe: appoggio al Governo, detenzione alternativa con reinserimento unica politica efficace

Più di mille e ottocento i detenuti nelle celle della Liguria. Altri 800 liberi sul territorio in espiazione pena con misure sostitutive della detenzione. Si deve avere il coraggio e l’onestà politica ed intellettuale di riconoscere i dati statistici e gli studi Universitari indipendenti su come il ricorso alle misure alternative e politiche di serio reinserimento delle persone detenute attraverso il lavoro siano l’unico strumento valido ed efficace

Sappe: appoggio al Governo, detenzione alternativa con reinserimento unica politica efficace

“Possiamo davvero dire che le carceri in Liguria siano 8. Alle 7 dislocate sul territorio in cemento, sbarre e mattoni - costruite per ospitare mille e 100 persone ed invece oggi affollate da oltre 1.800 detenuti -   se ne aggiunge un’altra,  invisibile, che quasi contende al carcere di Genova Marassi il primato di più affollato della regione. Parlo delle 781 persone che sul territorio ligure sono attualmente ammesse alle misure alternative alla detenzione, a misure di sicurezza, a sanzioni sostitutive del carcere. 692 sono seguite dall’Ufficio per l’Esecuzione Penale di Genova e 89 dalla sezione distaccata di Imperia. Credo che si debba puntare di più verso questa direzione, e mi auguro che il Parlamento approvi quanto prima la conversione in legge del decreto del Governo che introduce interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal  sovraffollamento delle carceri”.

A dirlo è Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Oggi noi abbiamo, in Liguria, 47 persone impiegate in lavori di pubblica utilità e lavoro all’esterno, 97 in libertà vigilata, 196 in detenzione domiciliare, 35 in semilibertà e 405 affidate in prova ai servizi sociali. Ad Imperia e provincia, dove opera un ufficio distaccato dell’Esecuzione Penale, 8 sono le persone impiegate in lavori di pubblica utilità, 13 in libertà vigilata, 15 in detenzione domiciliare, 4 in semilibertà e 49 affidate in prova ai servizi sociali.

E’ del tutto evidente che scontare la pena fuori dal carcere, per coloro che hanno commesso reati di minore gravità, ha una fondamentale funzione anche sociale. Si deve infatti avere il coraggio e l’onestà politica ed intellettuale di riconoscere i dati statistici e gli studi Universitari indipendenti su come il ricorso alle misure alternative e politiche di serio reinserimento delle persone detenute attraverso il lavoro siano l’unico strumento valido, efficace, sicuro ed economicamente vantaggioso per attuare il tanto citato quanto non applicato articolo 27 della nostra Costituzione.

E’ altrettanto evidente che si deve potenziare il ruolo della Polizia Penitenziaria incardinandolo negli Uffici per l'esecuzione penale esterna per svolgere in via prioritaria rispetto alle altre forze di Polizia la verifica del rispetto degli obblighi di presenza che sono imposti alle persone ammesse alle misure alternative della detenzione domiciliare e dell'affidamento in prova. Il controllo sulle pene eseguite all'esterno, oltre che qualificare il ruolo della Polizia Penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione, cui sarà opportuno ricorrere con maggiore frequenza. Efficienza delle misure esterne e garanzia della funzione di recupero fuori dal carcere potranno far sì che cresca la considerazione della pubblica opinione su queste misure, che nella considerazione pubblica, non vengono attualmente riconosciute come vere e proprie pene.”


com.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium