Attualità - 25 gennaio 2012, 15:09

Molo 8.44 e Aned di Savona, per non dimenticare

Corpi come sacchi: il provocatorio titolo della mostra di Molo 8.44

In occasione della giornata della memoria delle vittime della Shoah, che cadrà giovedì 27 gennaio, Molo 8.44, in collaborazione con L’Aned (Asscociazione nazionale ex deportati politici) di Savona, ha organizzato una mostra dal provocatorio titolo “Corpi come sacchi”.

Lo spazio è delimitato- costruito, ricreato, ridefinito, verrebbe da dire- da pannelli posizionati a svastica esplosa e rovesciata con al centro una gabbia di metallo contenete sacchi di juta appesi con catene al soffitto della grata. Ogni sacco porta un simbolo: quello che serviva ai nazisti per distinguere le varie categorie di prigionieri all’interno di quell’immane tragedia dell’uomo che furono i campi di sterminio.

Un triangolo di colore rosso identificava i prigionieri politici; una stella a sei punte di colore giallo identificava i prigionieri ebrei; un triangolo rosa per gli omosessuali, uno verde per i criminali comuni… e così via, a capofitto nell’orrore. Nel triste elenco che è possibile leggere sulle quaranta stampe che ripercorrono, storicamente, dal 1914 sino al 1945, la fenomenologia di un abominio (le parole, come Primo Levi ben si accorse, non bastano a dire quello che è stato). Per questo è fondamentale continuare a ricordare. Proprio per questo è fondamentale continuare a interrogarsi. Per scongiurare la banalità del male. Un male che non è mai neutro, e questa mostra, passando attraverso sacchi che sono corpi ma che sono anche la riduzione del corpo a merce, lo dice a gran voce- come nella storia raccontata attraverso i documenti ufficiali di Bartolomeo Martini, internato in campo e salvatosi grazie all’aiuto di una coppia di giovani sposi tedeschi che tutte le mattine, di nascosto dalle SS e dai kapò, lasciavano mezzo tozzo di pane duro fuori dal filo spinato. Una luce di umanità dentro il sozzume, forse l’annuncio di quell’Europa che oggi è così in crisi ma che è sorta proprio dalle ceneri di se stessa, da quella tragedia che è stata nel suo cuore e che mai potrà essere cancellata.

com.