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In Breve

LE EMAIL ALLA REDAZIONE | 21 gennaio 2012, 13:33

Crisi FAC di Albisola, lettera dal ciglio del crack

Non è colpa dell'operaio se si ferma una linea produttiva perchè manca una vite perchè non ci sono i soldi per comprarle (non è una battuta, purtroppo è successo veramente) Non è colpa dell'operaio se mancano i pezzi di ricambio, non è colpa nostra se non si effettua la normale manutenzione per risparmiare. Ma risparmiare cosa poi? E' forse risparmio non comprare 2000 o 3000 Euro di pezzi di ricambio per poi perdere 10000 / 12000 euro di mancata produzione?

Crisi FAC di Albisola, lettera dal ciglio del crack

Sono un lavoratore della F.A.C. di Albisola. Volevo mettere al corrente i lettori della situazione FAC. Attualmente l'azienda è chiusa con forte probabilita' di restare chiusa per sempre. Si è svolta in mattinata una riunione tra Sindaco di Albisola, sindacati e lavoratori in cui ci sono state comunicate richieste allucinanti ed al limite della legalità...

In un precedente incontro tra Direzione FAC e Sindaco, la signora Silvia Canepa ha spiegato le sue proposte (meglio sarebbe definirle ricatti) che ora vi elenco:

Per restare aperta la FAC i lavoratori devono fare straordinari GRATIS, rinunciare ad una grossa fetta di ferie per i prossimi 2 anni e lasciare il 10% dello stipendio all'azienda sotto forma di "azioni od obbligazioni"!

Sono richieste che gli stessi Sindacati hanno definito inaccettabili. E ricordo alla direzione che è illegale lavorare piu' ore di quelle per le quali si è pagati in busta.

L'azienda continua a parlare di un accordo con un costruttore, ma dopo mesi e mesi di questo fantomatico accordo non si è visto neanche un foglio firmato.

Per quello che riguarda la delocalizzazione, il Comune continua nella sua posizione che se ci saranno i presupposti per una ripresa del lavoro, allora certi discorsi potranno essere ripresi, in caso di chiusura dello stabilimento, il Sindaco ha assicurato che mai e poi mai si potra' costruire sull'area FAC.

Noi lavoratori restiamo perplessi perchè a fronte di una buonissima potenzialita' aziendale, grazie all'incapacità gestionale dell'azienda, ci ritroviamo oggi in queste condizioni.

E in piu' ci sentiamo ancora dire dall'azienda che siamo dei lavativi!

Non è colpa dell'operaio se si ferma una linea produttiva perchè manca una vite perchè non ci sono i soldi per comprarle (non è una battuta, purtroppo è successo veramente)

Non è colpa dell'operaio se mancano i pezzi di ricambio, non è colpa nostra se non si effettua la normale manutenzione per risparmiare.

Ma risparmiare cosa?

E' risparmio non comprare 2000 o 3000 Euro di pezzi di ricambio per poi perdere 10000 / 12000 euro di mancata produzione?

Infine l'azienda si è lamentata col Sindaco per i rapporti personali tesi tra lavoratori ed azienda.

Ma noi non abbiamo nulla contro l'azienda, non sputiamo nel piatto dove mangiamo. Pero' noi lavoratori ci lamentiamo del modo in cui veniamo trattati non dall'azienda, ma dalla "signora" Canepa.

Modi maleducati di una persona maleducata che ci insulta con epiteti qui non trascrivibili, trattandoci con arroganza, supponenza, senza rispettarci come lavoratori e come persone.

E potremmo anche passare sopra a questo (si dice che chi ha piu' cervello lo usi) ma mai e poi mai potremmo passare sopra ai soldi che ci deve.

Soldi non regalati, ma che ci siamo onestamente guadagnati con turni di notte, sabati e orari assurdi. Ogni mese nell'ultima settimana,veniva chiesto (imposto) straordinario perchè "bisogna fatturare se no si chiude" testuali parole.

E dove sono ora i soldi se non ci paga gli stipendi,non paga luce e gas,non paga i fornitori e non ci versa la pensione integrativa? Le uniche fatture regolarmente pagate sono quelle alla fabbrica del fratello (un caso?) mese dopo mese. Fabbrica che essendo in Tunisia non è sottoposta alle leggi fiscali italiane.

Una fabbrica che era nata con lo scopo di migliorare la produttività aziendale e che invece ha portato piu' problemi che benefici (chiedere a chi lavora nei reparti di verniciatura o foggiatura).

Noi non sappiamo che fine faremo, vogliamo solo una cosa: che siano rispettati i nostri diritti. E che se proprio vuole chiudere, che venga concordata una chiusura con Comune, parti sociali e Sindacati, affinchè ogni lavoratore veda pagati i propri stipendi TFR e pensione integrativa.
                                             
                                                 

  Un quasi disoccupato lavorato FAC"

 

Questo giornale resta in attesa di una replica da parte dell'azienda interessata

Un Lavoratore FAC

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