IL PUNTO DI MARIO MOLINARI - 21 gennaio 2012, 14:55

Attenzione battaglione: documento sul carbone

... e tutto il PD - dissidenti inclusi - si strinse al capezzale del carbone con un incredibile documento, al quale - per puro esercizio di vero/somiglianza - ci siamo permessi di aggiungere alcune postille, ben distinguibili in grassetto, ndr

Ecco il testo integrale e commentato del documento

Premessa :

il PD, in ogni sua articolazione territoriale, è un Partito che intende governare i problemi e che di fronte a questioni delicate le esamina in maniera approfondita e cerca la soluzione possibile che non sempre coincide con quella auspicabile. Il possibile deve avere contenuti di miglioramento dell’esistente.

E già si parte in ginocchio, ndr

Durante le esperienze di governo di centro sinistra, ad ogni livello territoriale e in particolare a livello nazionale, alle quali il PD ha partecipato oppure hanno partecipato i due principali partiti all’origine del PD, si sono prodotte concretamente politiche a favore dello sviluppo delle energie alternative e del risparmio energetico  e di riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili più inquinanti tra i quali il carbone e l’olio combustibile e si è escluso il ricorso all’energia nucleare.

E qui potremmo elencare una lunghissima fila di notizie di agenzia nelle quali il segretario del PD Bersani si schiera apertamente a favore del carbone di Civitavecchia, e arriva a riprendere gli Ordini dei Medici che osano contraddirlo, ndr

Tali politiche rendono il nostro Paese – tra quelli di analoghe dimensioni sia come abitanti sia come apparato produttivo – il maggior consumatore di metano e – compatibilmente allo stato della finanza pubblica ed al costo finale per i consumatori – dotato di finanziamenti pubblici e di una legislatura di sostegno alla produzione di energia elettrica non da combustibili fossili (ibidem posizioni On. Bersani, ndr) che per esempio  ha consentito in questi giorni al nostro Paese di essere il primo nell’utilizzo del fotovoltaico.

Ad oggi non esiste Paese di dimensioni analoghe al nostro che abbia rinunciato alla produzione di energia elettrica attraverso il carbone. Nella maggior parte dei casi esiste una integrazione tra nucleare, carbone e metano e fonti rinnovabili.

Quasi certo, ma mentre il carbone nei paesi sviluppati è in declino, qui se ne vuole di più, ndr

Il PD considera auspicabile il superamento dell’utilizzo dei combustibili fossili nel momento che altre fonti di energia meno inquinanti si rendano effettivamente disponibili.

Basta volerlo, e volerlo dipende dalla Politica, non dai produttori privati a fini di lucro, ndr

In un orizzonte di più breve periodo e in un quadro in cui le fonti rinnovabili non sono ancora in grado di sostituire l’utilizzo del fossile, compito del PD e più in generale di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente (e qui si sfiora il paradosso, ndr) è di imporre sempre nuovi limiti alle emissioni costringendo i produttori ad investire e realizzare tecnologie meno inquinanti (dopo averli appoggiati su quelle PIU’ inquinanti, ndr) e nel contempo di sostenere l’incremento di produzione di energia da fonti alternative.

La Centrale di Vado Ligure

Consideriamo la presenza della Centrale termoelettrica di Vado Ligure e la sua alimentazione a carbone un problema.

(Almeno questo, ndr)

Nel corso di questi anni le Amministrazioni locali di sinistra e di centrosinistra hanno affrontato questo problema con rigore, coraggio ed equilibrio facendosi carico di tutelare con la loro azione l’ambiente ed il territorio. Per memoria, ben prima di altre Comunità è stato possibile convertire (aumentare, ndr) in modo significativo la produzione a metano.

Negli ultimi anni questo faticoso equilibrio è stato messo in discussione da un atteggiamento arrogante da parte di Tirreno Power che ha - anche utilizzando  tutte le occasioni offerte dai governi nazionali di centrodestra - rimandato tutti gli interventi migliorativi resi possibili dalle nuove tecnologie.

Ribadiamo viceversa la posizione del Centrosinistra, da sempre e anacronisticamente incline al carbone, salvo dove costa voti, come in Emilia Romagna e/o in Toscana,ndr

L’arroganza di Tirreno Power è stata spinta fino a presentare un progetto di ampliamento che non prevedeva nessun intervento sui gruppi esistenti (infatti nessun intervento è possibile, salvo lo switch off, ndr)

Questo tentativo è stato reso possibile da nuove norme realizzate dal Governo di Centrodestra (e applicate da quello di Centrosinistra, di concerto, ndr) Non a caso l’Amministrazione provinciale di centro destra ha subito detto di sì al progetto di Tirreno Power e solo la resistenza della Regione Liguria e degli Enti Locali oltre che la mobilitazione popolare hanno costretto Tirreno Power a giungere ad un accordo che produce un risultato diverso da quello originariamente previsto dall’azienda.

(Con un atteggiamento assai più equivoco e sibillino, vedi ormai celebre manifesto PD "NO all'ampliamento", ndr)

L’intesa tra Regione Liguria e Tirreno Power

Riteniamo che l’intesa tra Regione Liguria e Tirreno Power sia positiva (e qui si è detto tutto, ndr) e rappresenti il punto di equilibrio massimo possibile nella situazione data.

L’intesa prevede che:

- si autorizzi il nuovo gruppo da 460 MW, previo rilascio da parte del Ministero dell’Ambiente dell’Autorizzazione integrata ambientale per i due gruppi esistenti da 300 MW quindi con interventi immediati sui vecchi gruppi. (Interventi come detto non fattibili, sulla base del parere di tutti gli esperti in buona fede, ndr)

All’entrata in esercizio della nuova unità, uno dei due vecchi gruppi esistenti dovrà essere infatti spento e ricostruito totalmente. L’impianto potrà essere riavviato con gli stessi limiti di emissioni previsti per quello da 460 MW.

(Siamo certi che l’azienda ubbidirà supina, un po’ come fece - in altre mani - quando iniziò la breve sperimentazione a carbone che a tutt’oggi produce i risultati ed i rischi denunciati dall’Ordine dei Medici provinciale, ndr)

L’eventuale terzo gruppo dovrà essere sottoposto a una nuova valutazione, in un nuovo procedimento, senza alcuna intesa preventiva ora per allora.

Sono state previste risorse a carico dell’azienda per un miglioramento della rete di controllo PUBBLICO delle emissioni dell’impianto. (Quindi con quello esistente, abbiamo scherzato? ndr)

Si sta istituendo un Osservatorio Ambientale composto, oltre che dalla Regione,  dai comuni, dalla Provincia di Savona e dagli enti competenti  in campo ambientale e sanitario. La nascita dell’Osservatorio è stata concordata dalla Regione Liguria con il Ministero dell’Ambiente e l’Istituto Superiore di Sanità.
(Quando ci sono casini grossi, un bell’Osservatorio non si nega a nessuno. Ci si chiede dove sia ad oggi, dopo solo mezzo secolo, ndr)

L’azienda dovrà coprire i carbonili.

Che detto così d’imperio fa pure bella figura, non fosse che il rischio di malattie non viene certo dal polverino di carbon fossile alzato dal vento, ma dai residui di combustione. Ignorare questo dettaglio mostra una perdurante incompetenza / malafede, a scelta. Idem si disse per il nuovo gruppo a gas in funzione da quasi 5 anni, mentre le prescrizioni che gli erano state imposte nessuno sa se sono state rispettate perchè nessuno, nemmeno alla conferenza dei servizi, sapeva quali erano? E la ciminiera che era da buttare giù? E il teleriscaldamento per gli anziani? E i controlli sulle acque? E tutto il resto? ndr

Oltre a quanto motivato in premessa riteniamo che il non intervento sarebbe stato controproducente, anche perché non decidere avrebbe significato tenersi due gruppi a carbone vecchi di quarant’anni e molto inquinanti e il parco carbone scoperto con danni ambientali rilevanti. (Vedi sopra, ndr)

Con l’intesa avremo nel giro di pochissimi anni il carbonile coperto (Rivedi sopra, ndr) AIA seria (che sarebbe una variante dell’AIA non seria? ndr) sui due gruppi esistenti con interventi immediati sui gruppi in funzione e, quando la nuova unità entrerà in funzione, si spegnerà il primo gruppo vecchio per rifarlo. Nel giro di nove anni ci saranno impianti soltanto Ultra Super Critici, cioè modernamente tecnologici e con emissioni estremamente basse.

Quindi Tirreno Pover spenderebbe uno sproposito per fare manutenzione e ambientalizzare due vecchi gruppi che nel giro di alcuni anni verranno demoliti? E soprattutto per QUALE MOTIVO non il solo metano, più efficiente e moooolto meno inquinante? ndr

Infine l’aver posticipato al nono anno il procedimento per l’autorizzazione al rifacimento ed alla prosecuzione della produzione di energia del terzo gruppo (quinto, facciamo bene i conti, ndr) risulta essere un buona mediazione perché consente di ottenere da subito gli interventi migliorativi* e rimanda ad allora, senza impegni preventivi, la controversa questione dell’autorizzazione del terzo gruppo.

*Che COSA OSTA allora per chiedere e pretendere dall’azienda immediati interventi migliorativi per ridurre il più possibile le emissioni e i rischi per la salute a carico della cittadinanza? ndr

Noi diciamo fin da ora che consideriamo esaurita la ristrutturazione a carbone con la realizzazione dei due nuovi gruppi e confermiamo la nostra contrarietà alla realizzazione del terzo gruppo. (Bene, ma omeopatico, ndr)

Il ruolo degli Enti Locali e della Regione

Confermiamo che in questa fase è punto delicato il ruolo dei Comuni di Vado e Quiliano, nell’ambito dell’intesa, per un’efficace rappresentanza di tutela degli interessi cui sono preposti gli enti locali.

(Se questi interessi si chiamano “SALUTE”, W gli Enti Locali, ndr)

Affermare questo non significa affatto esprimere una critica alle Amministrazioni. Ci sono ben chiare dove stanno le responsabilità per quanto è accaduto. Esse sono totalmente a carico di Tirreno Power che in questi anni trascorsi ha sempre avuto un atteggiamento negativo nei confronti delle Amministrazioni. (E par dunque giusto dopo questa autonoma e fondata considerazione tenerseli come interlocutori? ndr)

La nettezza delle posizioni da parte dei Comuni in questi mesi non è il frutto di posizioni di chiusura ma semmai la difesa degli interessi dei Cittadini di fronte all’arroganza dell’azienda. (Si, ESATTAMENTE quelle che dovrebbe assumere ciò che resta del PD, e per la stessa identica ragione, ma non lo fa, ndr)

Le Amministrazioni hanno operato con l’obbiettivo di tutelare ambiente e salute dei Cittadini ed è per questo che è necessario che abbiano pienamente un ruolo nella gestione dei contenuti dell’intesa pur mantenendo, in coerenza con quanto già dichiarato, il loro giudizio critico.

(Doppio carpiato: non siamo d’accordo ma ci intendiamo, ndr)


Pertanto ciò che noi chiediamo non è quello di partecipare ad un tavolo già concluso (salvo risvolti clamorosi dell’inchiesta in corso, ndr) ma di riprendere un rapporto tra Enti Locali e Regione con l’obbiettivo di restituire un ruolo pieno di rappresentanza agli Enti Locali, far emergere i punti critici, esercitare e non delegare una funzione di controllo e per affrontare il tema delle compensazioni.

(Gli Enti Locali han già detto NO, forte e chiaro, dunque di che tavolate stiamo parlando? ndr)


Le compensazioni

In una vicenda di questa natura, il tema delle compensazioni non può essere affrontato come uno scambio tra ambiente e risorse economiche. Oltre che banale sarebbe anche sbagliato. (Ovvio, anche se qualche anno fa la si pensava diversamente... ndr)

Pensiamo, invece, che le compensazioni debbano essere orientate a favorire lo sviluppo di energie rinnovabili sul territorio e di elementi di tutela dell’ambiente. (Quale tutela, se si appoggia il carbone di “interlocutori non affidabili” come Ditullio disse? ndr)

Per esempio: recentemente il Comune di Vado Ligure è stato colpito da un grave incendio boschivo, con danni notevoli al patrimonio forestale. E’ insopportabile che una Comunità che si fa carico per ragioni nazionali* di impianti come la Centrale non venga sostenuta in un progetto che tuteli e rilanci le risorse boschive, anche al fine di produrre energia sostenibile.

* Le “ragioni nazionali” sono uno sfondone mistificatorio: l’impianto di Vado Ligure non era e NON è considerato dall’ Autorità per l’Energia (AEEG) come ESSENZIALE. E’ dunque l’esercizio di un privato che vuol guadagnare risparmiando, ndr

Chiediamo a Regione Liguria che le risorse messe a disposizione dalla convenzione siano impiegate, in accordo con i Comuni, come contributo diretto ai Cittadini per interventi di realizzazione di impianti di energie rinnovabili o per il risparmio energetico. Tali proposte, peraltro, comporterebbero un ulteriore sostegno alla piccola e piccolissima impresa locale.

Ma si, facciamoli giocare con i pannelli di Ferrania, mentre gli spariamo in aria / nei polmoni 1.120 MegaWatt a carbone. Che la salute è importante, e soprattutto, spesso menzionata in questo documento a firma “PD”.

Senza rancore, ma troppa è la sofferenza che certi errori cagionano.

Ndr.

mpm