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Attualità | 20 gennaio 2012, 17:00

Pronto Soccorso di Cairo: è scontro

Sulla questione lanci di accuse e polemiche. Ma intanto per i cittadini i servizi sono sempre meno

Pronto Soccorso di Cairo: è scontro

Il pronto soccorso di Cairo continua ad essere al centro del dibattito politico. Infiammata ieri sera l’assemblea pubblica promossa dal Comitato Sanitario Locale, durante la quale non sono mancate accuse e polemiche.

A partire dall’intervento del vice sindaco di Cairo Giovanni Ligorio che ha affermato: “ Non esiste attualmente un progetto tecnico e politico credibile per il nostro  Ospedale, non ci sono e non si intravedono personalità in grado di assumersi  responsabilità di conduzione ed azioni tali da non far affondare il nostro  Ospedale dietro l’alibi della mancanza di risorse, quando quest’ultime vengono  utilizzate spesso impropriamente!Non è possibile definire la nostra struttura con il termine “Ospedale”, quando  all’interno di essa esiste solo un Primario di Medicina e tutte le altre Unità  Operative sono solo strutture semplici dipartimentali.Al  nostro territorio non è indispensabile una day surgery all’avanguardia,  che di fatto già esiste, sono invece indispensabili gli 8 posti di chirurgia  che supportati da una conduzione dipartimentale seria e presente, garantirebbero di seguire le patologie chirurgiche del territorio, consentendo  al PS di non ricorrere in appoggi impropri in Medicina o Riabilitazione come  attualmente avviene, con pazienti che dal Pronto Soccorso vengono indirizzati a Medicina  visto che Chirurgia è chiusa, ma se Medicina non ha posto allora parcheggiati  in Riabilitazione. Un gioco a rimpiattino utilizzando personale che non è  specializzato per tale compito.Non tutti gli accessi chirurgici necessitano di interventi  complessi, pertanto  le patologie trattabili in sicurezza possono trovare soluzione presso gli 8  posti chirurgici in coabitazione con gli altri della day surgery.Secondo il protocollo d’intesa la Chirurgia di Savona rifiuta i pazienti da Cairo se  non vengono accompagnati da tutta la completa diagnostica; ma ci sono oggettive difficoltà spesso per i pazienti del Pronto Soccorso con Radiologia: se è pomeriggio, se  manca l’anestesista la cui presenza è indispensabile per certi esami, e Savona  rifiuta il paziente, allora che si fa? Lo si parcheggia.  

Prosegue ancora Ligorio: “Ormai il diritto alla salute e all’assistenza è solo di chi ha disponibilità  finanziarie. Come mai per fare un’ecografia con l’Asl devo dire che c’è una  lista di attesa di 8 mesi, mentre a pagamento, con gli stessi apparecchi e gli stessi  medici, due giorni e si può fare? Non è così che si farà sopravvivere il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cairo. Sono necessarie scelte di coraggio politico. É necessario formulare insieme un progetto credibile di estrema collaborazione  tra tutti gli operatori ospedalieri e non essere schiavi di presunti protocolli  operativi stilati non si sa mai da chi e soprattutto non nell’interesse finale  dei malati!”  

Accuse che vengono immediatamente smentite dal dottor Manlio Venturino della  Radiologia: “Non mi  risulta ci siano i problemi tra Radiologia e  Pronto soccorso evidenziati da Ligorio. Un conto è una dialettica professionale tra  medici sull'opportunità di certi esami, un conto è asserire che ci sia  ostracismo o non disponibilità da parte di Radiologia. Sui pazienti parcheggiati nei reparti di appoggio non è questione di nostra competenza. E'  necessaria una maggiore collaborazione e sinergia tra Cairo e Savona, però mi  risulta che un medico che da Savona o qualsiasi altro ospedale prenda in carico  un paziente pretende che gli esami vengano fatti nella struttura dove lui opera  e non a Cairo (Ligorio invece parla di protocollo d'intesa). Ligorio ha gettato  discredito su un reparto che invece ha dato e continua a dare tanto per questo ospedale”.

Intanto, la diminuzione dei servizi e delle prestazioni offerte dal nosocomio cairese sta già avendo pesanti ripercussioni sulla mole di lavoro delle pubbliche assistenze, aumentata in maniera vertiginosa. Come spiega il presidente della Croce Bianca di Cairo Piero Ferraro: “Nel 2011 , con 85 volontari, di cui 45 “viaggianti”  abbiamo  compiuto 5112 viaggi, di cui 1182 emergenze, ovvero 14 viaggi e 475 km  al giorno, complessivamente per gli 11 mezzi, con 131 ore di viaggi per ogni  milite ed un totale di 173 mila chilometri.Ma il dato preoccupante è che a dicembre abbiamo effettuato 395 viaggi. Mentre a  gennaio, solo nei primi 19 giorni, sono già 244. Con tale aumento esponenziale del carico di lavoro è impossibile riuscire a garantire il servizio”.

E il sindaco Briano ribadisce la proposta già lanciata nei giorni scorsi:" I medici devono tornare a fare i medici e uscire dagli uffici. A cominciare dal personale del  Distretto socio sanitario delle Bormide, ma non solo, basti pensare all’Agenzia Sanitaria Regionale. Non si fa altro che parlare di tagli e ridimensionamenti, perché quindi non tagliare medici burocrati e mega stipendi invece che penalizzare solo e sempre i cittadini?”.

 Una posizione, quella di Briano,  in netto contrasto  con quella del direttore sanitario del Distretto Dottor Felice Rota che commenta: “Mi sembra solo una provocazione senza alcuna conoscenza della realtà”.

e.m.

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