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Politica | 17 gennaio 2012, 09:40

Lettera aperta di alcuni iscritti del Partito Democratico

In questo imbarazzante caos nel PD savonese fatto di congiure fra “schieramenti” ci vogliono parole dirette e chiare nel merito di questioni spesso lasciate sullo sfondo ed offuscate da inutili e pretestuose lotte di posizionamento

Lettera aperta di alcuni iscritti del Partito Democratico

Siamo un gruppo d’iscritti al Partito democratico savonese componenti di una minoranza negli organismi dirigenti che su Tirreno Power si è posta in totale disaccordo con una linea cambiata nel tempo. Riteniamo però di esprimere argomentazioni e posizioni largamente diffuse tra gli elettori del PD e del centro sinistra savonese.

Riteniamo profondamente sbagliato l'accordo sull’ampliamento a carbone della centrale di Vado Ligure deliberato dalla Regione Liguria, una risoluzione arretrata che non dimostra nessun coraggio nella tutela della salute pubblica, che abdica a qualunque obiettivo di superamento del carbone e, ancora peggio che lascia un enorme e pilatesco equivoco sulla possibilità di costruire addirittura un terzo gruppo, ovviamente sempre a carbone.

Abbiamo pensato di scrivere questa lettera contravvenendo al nostro stile e alle nostre abitudini. Non ci piacciono, infatti, le risse politiche sui media e ne siamo sempre rimasti distanti.

Tuttavia in questo imbarazzante caos nel PD savonese fatto di pseudo congiure fra “schieramenti” rivali riteniamo che ci vogliano parole dirette e chiare nel merito di questioni troppo spesso lasciate sullo sfondo ed offuscate da inutili e pretestuose lotte di posizionamento.

Il Partito democratico savonese, dall'anno scorso, ha perso 500 iscritti. Iscritti che forse volevano ascoltare e vedere cose diverse da battaglie numeriche per dividere spazi di potere come da manuale Cencelli o borsini di chi sale e chi scende, forse volevano ascoltare e vedere buona politica locale, idee lungimiranti, scelte coraggiose che guardassero agli interessi di tutta una comunità.

Per questi motivi oggi sentiamo il bisogno di descrivere pubblicamente il nostro imbarazzo ed il nostro dissenso.

Noi queste cose le abbiamo sempre affermate e scritte, con coerenza e trasparenza e le abbiamo sempre portate nelle sedi del Partito Democratico. Negli organismi politici dove siamo presenti, nei circoli, nelle assemblee, nelle direzioni. Attraverso le formazioni sociali nelle quali militiamo le abbiamo sostenute nella società e nelle nostre comunità.

Siamo costretti a scrivere pubblicamente. Per resistere e per informare. Lo facciamo perché speriamo ancora in un PD progressista ed avanzato, perché crediamo ancora nella possibile azione riformatrice e innovatrice di un moderno partito della sinistra europea. Scriviamo per accendere i riflettori sul merito di un dissenso radicale interno al Partito Democratico che è sempre esistito e che è stato lungamente taciuto.

Un dissenso onesto, sincero, senza doppi fini o falsi pretesti. Un dissenso che se l'attenzione pubblica non fosse troppo distratta dalle ostentazioni personali delle varie ipertrofiche “personalità” sarebbe stato oggetto di confronti politici che avrebbero riportato nel merito delle questioni il vero nocciolo delle discussioni, e che pensiamo avrebbe fatto bene alla politica e al PD.

Un dissenso reale e radicale che si distingue nettamente dalle “due posizioni” presenti nella segreteria provinciale, che sulla questione Tirreno Power appaiono basate più su distinzioni artificiose e formali che reali.

La laicità di pensiero e di comportamento ci ha portato a provare un totale disinteresse nei confronti di chi pensa di racchiudere noi e le nostre idee in semplici schematismi, funzionali solo agli obiettivi di quelli che si scontrano attraverso falsi pretesti con il fine di collocarsi opportunisticamente nel Partito e nelle Istituzioni pubbliche. Forse siamo pochi negli organismi dirigenti, ma ci siamo e soprattutto restiamo. Restiamo dentro per dire la nostra, sempre ed invitiamo tutti a dire, a scrivere opinioni eproposte, a farcele conoscere e soprattutto a discuterle senza timori. Noi siamo pronti.

Il nostro impegno continua e continuerà. Serio, coerente e soprattutto nei luoghi opportuni.

Per portare un dissenso, motivato e profondamente convinto, e proposte politiche che riteniamo più giuste ed avanzate per le nostre città. Ci battiamo contro il falso concetto di definizioni tipo “carbone pulito” che non porterà altro che al solito punto di arrivo: le conseguenze negative, l’inquinamento, le malattie conseguenti.

La storia, purtroppo anche di questa provincia, porta esempi di realtà inquinanti che hanno fallito, chiuso i battenti e consegnato alla strada migliaia di disoccupati e all'ambiente, interi territori devastati dall'inquinamento.

Giovanni Durante, Lorenzo Frixione, Enrica Tonola

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