Vertice in Provincia tra i sindacati e l’assessore all’Industria e Sviluppo economico, Giorgio Sambin, sui cantieri scuola-lavoro per i cassintegrati della Ferrania. Presenti anche un centinaio di lavoratori. Il succo è che i soldi non ci sono.
Spiega, Fulvio Berruti, della Cgil: "L’assessore ha confermato che di fronte ad una previsione di spesa di 800/900 mila euro, gli unici soldi disponibili sono i circa 120 mila euro messi a disposizione dalla Regione. Abbiamo chiesto all’assessore di predisporre un’ulteriore verifica con la Regione, ma non pare che ci possano essere grosse novità. L’assessore ha poi ventilato l’ipotesi di accedere a finanziamenti europei per esperienze di work experience in altre aziende, ma, nella migliore delle ipotesi, potrebbero coinvolgere un numero ben più ridotto di lavoratori rispetto al centinaio attualmente impiegati presso i Comuni per i cantieri scuola-lavoro (con un’integrazione salariale di 500 euro al mese) e con un compenso minore".
Ma i punti veri sono altri due: da un lato la necessità di arrivare all’ emanazione del decreto, da parte del Ministero, che dia via libera ai pagamenti del secondo anno di cassa integrazione; e, soprattutto, la mancanza di un vero programma di rilancio del sito.
"Solo con produzioni e la creazione di posti di lavoro si può ottenere una svolta in questa vicenda che deve tornare ad essere una priorità e non solo per la Val Bormida".
A questo proposito le tre organizzazioni sindacali hanno di nuovo bussato alla porta del Prefetto. In un comunicato congiunto, richiedono un incontro urgente con il Prefetto, Gerardina Basilicata, spiegando: "Il 17 ottobre scorso si era firmata un’intesa al Ministero dello sviluppo che avrebbe dovuto essere la conferma del piano Ferrania e del rilancio produttivo del sito attraverso l’aggiornamento dell’ Accordo di Programma che il MISE si è impegnato a produrre entro 30 giorni. Sono passati quasi tre mesi, ma stiamo ancora attendendo. Così come il fotovoltaico rimane l’unico investimento effettuato dall’azionista nell’ottica del rilancio industriale di Ferrania".
Proseguono: "Siamo quindi di fronte ad una situazione in cui, non solo il rilancio industriale non produce ulteriori sviluppi, per il quale ognuno dei firmatari nei vari accordi si è impegnato, ma lascia i lavoratori di Ferrania e le loro famiglie privi di qualsiasi sostegno economico. Va detto per altro che il piano industriale dell’azienda è stato dalle scriventi OOSS valutato insufficiente per quanto riguarda la portata industriale ed occupazionale, particolarmente se riferita al Protocollo d’ Intesa firmato il 5 luglio del 2005 da tutte le Istituzioni centrali e periferiche e che aveva l’obbiettivo del rilancio industriale più complessivo dell’intera vallata, sulla base disponibilità di aree di pregio quali ad esempio le aree di Cengio e le sinergie possibili da svilupparsi con Tirreno Power, nel ambito sia della piattaforma tecnologica di Ferrania che nel filone delle energie alternative e nel consolidamento di quelle realtà positive presenti sul territorio con particolare riferimento al polo del vetro".
I sindacati chiedono, quindi, al Prefetto "un urgente incontro affinchè la Cigs sia erogabile da subito, così come possa essere rivista la posizione sul proseguimento dei cantieri lavoro e sollecitano ulteriormente suo tramite tutti i soggetti firmatari dell’intesa dello scorso ottobre a convocare immediatamente un tavolo di confronto e predisporre atti coerenti a sostenere gli impegni sottoscritti, in mancanza dei quali sarebbero costrette a prendere le adeguate iniziative".