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Politica | 06 gennaio 2012, 20:05

La Caverna delle Arene Candide e il progetto per le ex cave Ghigliazza, considerazioni dei Verdi

I gravi ritardi per la sistemazione dell'area della Caprazoppa affacciata sul mare, non deve in nessun modo intralciare i lavori per la riapertura al pubblico della Caverna delle Arene Candide

La Caverna delle Arene Candide e il progetto per le ex cave Ghigliazza, considerazioni dei Verdi

Questa cavità è uno tra i siti archeologici più importanti del bacino mediterraneo in quanto ha ospitato, 25.000 anni fa, il famoso “Principe delle Arene Candide”, ora esiliato nel Museo di Genova Pegli.

Non sono accettabili ulteriori ritardi per una giusta collocazione del “Giovane Principe” in terra finalese.

Le trattative per realizzare nuovi accessi al sito non devono in nessun modo ostacolare la realizzazione di un Parco Archeologico che ha tutte le potenzialità per diventare un importante centro di attrazione turistica e questo si può fare anche al di fuori dell'area di cava.

I ritardi e gli errori della Società Arene Candide non devono ricadere sui Finalesi.

Secondo i Verdi sono da approvare in pieno le recenti considerazioni di Legambiente sul ricorso al Tar della Società “Cave Arene Candide” contro la bocciatura, da parte della Regione Liguria, del progetto di trasformazione delle ex Cave Ghigliazza.

Tale bocciatura infatti non riguarda minimamente le soluzioni per l'utilizzo dell'area archeologica e la Società Arene Candide non può bloccare soluzioni alternative per l'utilizzo a fini turistico-culturali dell'importane sito.

Per quanto riguarda il contenzioso in atto anche i Verdi riconoscono, e concordano con Legambiente , come la risposta della Commissione di Via, ratificata dalla Giunta Regionale, non solo abbia recepito e accolto le innumerevoli osservazioni di associazioni, cittadini e istituzioni, ma abbia anche espresso il proprio qualificato e pertinente parere su temi quali risorse idriche, stabilità geologica, viabilità, risorse energetiche, danni ambientali al SIC terrestre ed a quello marino. La bocciatura della Via, inoltre, non si basa solo sul più che pertinente parere dei tecnici della Regione, ma anche su qualificati e imparziali interventi di prestigiosi accademici ed esperti ambientali.

La proprietà “Cave Arene Candide” evidentemente difetta di autocritica nel definire il proprio progetto “condiviso quasi da tutti” e nell'affermare di avere recepito tutte le richieste di miglioramento presentate nel corso degli anni.

Lo stesso Comune di Finale Ligure, ha depositato una precisa osservazione nella quale lamenta proprio come “gli elaborati tecnici costituenti il PUO non recepiscano le prescrizioni, con possibili conseguenze sulle valutazioni di carattere paesaggistico, ambientale, viabilistico, ecc.” e pone in evidenza molte criticità ed inadempienze in relazione alla realizzazione delle strutture pubbliche.

Legambiente ha giustamente ricordato come nell'acquisire l'area delle ex Cave Ghigliazza, la Società Arene Candide ne rilevò anche gli oneri: in particolare l'obbligo di metterle in sicurezza e di completarne il recupero ambientale senza nessun monopolio sulla parte archeologica.

Quella che la Società Arene Candide definisce come la “minimale invasione della zona SIC” (motivo principale della bocciatura), oltre ad essere invece massiccia, non è per niente necessaria all'espletamento di questi obblighi ed è invece una assurda pretesa di deroga alle norme dell'Unione Europea in quanto comporta la riapertura dell'attività di cava (con gravi rischi per i condotti laterali della stessa Caverna delle Arene Candide), oltre a rendere decisamente più redditizio l'investimento speculativo immobiliare.

Com. Gabriello Castellazzi, portavoce Verdi, Finale Ligure

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