"A proposito dell'articolo di Savona news sulla disponibilità della Provincia di instaurare finalmente una discussione sulla possibilità di rivedere la concessione dell'A.I.A.all'Italiana Coke, ecco il mio o.d.g.in proposito, presentato in consiglio provinciale all'inizio del 2011, che l'allora assessore all'ambiente Marson naturalmente respinse, liquidando l'argomento al solito con poche parole, affermando che, nell'accordo fatto nel dicembre 2009 con la Provincia, l'azienda si era impegnata in spese di rifacimento di alcune strutture della fabbrica ai fini di un minore impatto ambientale. Che il nuovo assessore Vacca stia dimostrando maggiore sensibilità ambientale rispetto al suo predecessore? Lo vedremo nei prossimi 2 anni e mezzo circa di vita di questa giunta provinciale."
Di seguito il testo dell'o.d.g.
-Considerato che attorno a metà febbraio è stato pubblicato un rapporto di Legambiente, a proposito dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane, dove è presente una tabella riportante il numero di giorni di superamento nel 2010 del limite giornaliero di PM10 (50 ug/m3 sec.DM 60/2002)
-essendo emerso dai dati della centralina di monitoraggio posta in Località Farina a Cairo Montenotte che in questa città di nemmeno 14.000 residenti il numero di esuberi nello scorso anno è stato di ben 82 (vedi tabella allegata), contro un massimo consentito di 35 giorni/anno (sempre sec.DM 60/2002), ponendo Cairo Montenotte al 17° posto, a pari merito con Modena (città di pianura di 185.000 ab.) e subito alle spalle di Milano, con soli 5 esuberi in meno
-dato inoltre che secondo lo stesso rapporto risulta che dal 2007 al 2009 i giorni di superamento per Cairo Montenotte sono stati da 46 a 48 (sempre comunque oltre il limite consentito di 35/anno), configurando quindi una situazione in peggioramento, confermata inoltre dai 12 giorni di superamento avuti nello scorso mese di gennaio
-considerato che per le grandi città l’inquinamento da polveri sottili viene attribuito prevalentemente al traffico veicolare e all’inquinamento domestico, nonché spesso favorito dalla stagnazione atmosferica (Pianura Padana), mentre per la cittadina di Cairo le stesse motivazioni sarebbero assai ardue da sostenere
-dato che sono emersi di recente studi del Policlinico di Milano riguardanti la probabile correlazione tra esposizione,anche breve, tra esposizione alle PM10 e alterazioni del DNA, soprattutto per bambini e anziani (vedi allegato)
-visto che l’Italiana Coke, presente a Bragno, distante pochi chilometri da Cairo, si conferma essere, secondo il dossier annuale di Legambiente, anche il primo impianto industriale in Italia per emissione di benzene, nota sostanza cancerogena, oltre che per le principali sostanze inquinanti (in compagnia delle 3 centrali termoelettriche a carbone presenti in Liguria) tra cui NO2 e SO2, dalle quali derivano gran parte delle polveri sottili
-visto inoltre che la stessa Italiana Coke persiste ad infornare pet-coke, scarto di lavorazione del petrolio, che solo in Italia, per decreto governativo del 2002, può essere bruciato come combustibile in centrali elettriche per dare energia, mentre nel resto del mondo va smaltito per legge come rifiuto speciale altamente inquinante
-il sottoscritto consigliere Caviglione Marco impegna la giunta provinciale a modificare, o quanto meno rivedere, l’A.I.A. concessa all’Italiana Coke nel dicembre 2009, chiedendo il monitoraggio continuo delle emissioni ai camini dello stabilimento, nonché il divieto allo stesso di infornare pet-coke.