- 03 gennaio 2012, 13:03

Spese nostre, utili loro: puntuali come la grandine ecco i nuovi aumenti autostradali. A impoverire tutti ingrassando i soliti

Ci si perdoni il titolo demagogico e populista, ma l'alternativa non era fine. Analizzando meglio i pedaggi ci accorgiamo che il costo dell’autostrada non soltanto è il più caro d’Italia, ma ……

Nonostante le dichiarazioni “urbi et orbi” del nuovo presidente, l’aumento è stato ben superiore al 1,5 % annunciato, confermando l’Autostrada dei Fiori come la più cara d’Italia.

La matematica purtroppo non è un'opinione.

Il  nuovo importo per la tratta Savona - Ventimiglia, è passato da € 12,50 a € 13,20 euro (+5,6% esatto) anche se i cartelli parlano solo di un aumento del 5,22%...

In pratica per i 107 km del tracciato dell'Autofiori il costo è di 0,120 centesimi al km.

Analizzando meglio i pedaggi aumentati ci possiamo accorgere, anche senza calcolatrice in mano, che il costo dell’autostrada non soltanto è il più caro d’Italia, ma ……

Il tratto Savona - Andora costa oggi 5,90 euro (+ 5,4%) 49 Km con un costo Km di 0,120 centesimi (!) mentre la tratta Ventimiglia – Andora di 58 Km costa oggi 7,50 euro con un costo Km di 0,129 centesimi (!!)

La differenza sembra piccola, ma in realtà rivela un dato particolarmente significativo: il pedaggio dell’AdF nel tratto, che comprende i caselli della provincia di Imperia costa di più del tratto savonese. 

Verificando meglio i nuovi importi dei pedaggi e calcolando il costo per km ci si accorge che più ci si allontana da Savona più il prezzo aumenta.  Il tratto Ventimiglia - Imperia est costa oggi € 6,20 - 42 Km al costo Km di 0,147 euro, mentre l’intero tratto dal Confine di Stato a Savona costa oggi €14,30 per 113 Km al costo Km di 0,126.

Ma se la tratta dal Confine di stato ad imperia est si assesta a 7,30 euro per 52 km costo Km di € 0,140 al Km il record spetta alla tratta Ventimiglia- Sanremo dove per 12 km si spendono 2,30 euro al costo Km di 0,191, il più alto di Italia e del mondo, perchè Sanremo è Sanremo.

 

Per capire meglio la differenza con i pedaggi savonesi basta un esempio: se a Sanremo paghiamo 2,30 euro per i 12 km che la separano da Ventimiglia, in provincia di savona paghiamo la stessa cifra per percorrere i 18 km che separano Finale ligure da Savona. In pratica l’autostrada costa agli imperiesi il 30% in più di una follia rispetto ai savonesi.Ma c'è ben poco da stare allegri.

L'autostrada dei Fiori è ormai in balia degli squali locali e non solo.

Ci possiamo consolare pensando che gli aumenti serviranno per le manutenzioni, ma sappiamo che in realtà finiranno con rimpolpare gli utili di una Società, di cui aveva scritto con grande puntualità e precisione il collega Mario Molinari lo scorso anno. Il testo salvo qualche modifica alla composizione del Consiglio di Amministrazione rimane di grande attualità e per questo ve lo ripropongo:  

Mario Molinari – Savonanews.it – 6 gennaio 2010

Autofiori: chi brinda agli aumenti?

Questo non è un punto semplice, ma tocca le tasche di tutti.

 La notizia è di poche ore fa: L’inflazione allo 0,8%, mai stata così bassa negli ultimi 50 anni (il Giornale e La Repubblica).  Inizia l’anno nuovo, e puntuale come la peste, appiccicato alla meglio con il nastro adesivo, compare sui caselli della nostra A10 – Autostrada dei Fiori un cartello che ormai è un classico: “Gentile Cliente (maiuscolo, n.d.r.) le tariffe della nostra Società sono aumentate mediamente dell’1,15% in base a quanto previsto dalla Convenzione ANAS – ADF S.p.a. del 29/7/1999″.

Solitamente infatti la tratta costava 9,30 euro (vedi calcolo Autofiori) ed ora è passata a € 9:40 (vedi scontrino)

Una visita ad amici e parenti per l’anno nuovo: la tratta autostradale percorsa è SAVONA -> ARMA DI TAGGIA e ritorno, l’auto una normalissima Opel Meriva diesel. La spesa per il gasolio è meno di 15 Euro, il pedaggio pagato ad Autostrada dei Fiori è di 9,40 Euro a/r = 18,80 Euro.

 

 

NEL PONENTE LIGURE, CON UNA NORMALE AUTOVETTURA, IL PREZZO DEL PEDAGGIO SUPERA ORMAI ABBONDANTEMENTE QUELLO DEL GASOLIO.

Una cosa da pazzi, per definirla compiutamente.

Che Autofiori fosse l’autostrada più cara d’Italia era cosa tristemente nota alla quale è difficile rassegnarsi (vedremo poi il perché), ma che vi fosse il coraggio, dopo un anno come questo, di imporre aumenti medi superiori al 40% dell’inflazione ci pare oltraggioso. Non siamo i soli a pensarla così. Anche le principali associazioni di consumatori hanno gridato allo scandalo, ma il periodo vacanziero – al contrario dei vecchi guardrail – è fonoassorbente, e la cosa è già passata in cavalleria.

Mentre scriviamo stiamo cercando di ottenere i dati sugli aumenti relativi agli anni 2003 > 2009, ma dal centralino non verde (0183 – 7071) ci passano l’apposito “ufficio pedaggi”, dove una vocina registrata informa il pubblico degli orari: dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:45 alle 16:45 Cinque ore su 24, con comodo.

Nonostante questo i dati che abbiamo raccolto relativamente agli aumenti degli ultimi anni indicano un trend positivo (ovviamente per Autofiori Spa) e una lunga sequela di bastonate per gli automobilisti e i trasportatori.

Pedaggi A10 Autofiori:

nel 2003 +1,20%

nel 2004 + 1,05%

nel 2005 + 1,12%

nel 2006 +1,41%

nel 2007 + 1,54%

nel 2008 + 0,98%

        Bella la vita eh? Ma il peggio (per noi utenti) doveva arrivare

Nel gennaio 2009 gli aumenti furono bloccati, ma non appena venne concesso, Autofiori si premurò ad applicarli (che poverini, se no rischiano di guadagnare un po’ meno)

Era la fine di aprile ‘09: + 1,83 %

Nuovo anno 2010: + 1,15%

Le associazioni di consumatori si rivoltano, e l’AISCAT, che è l’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori, nicchia. Presidente è Fabrizio Palenzona, lungo il suo curriculum e la sua amicizia con famiglia Gavio di Tortona, che ritroveremo presto). Aiscat cerca di correre ai ripari con (stucchevoli) comunicati pubblicati in-house su www.aiscat.it (quando funziona) e sui siti delle concessionarie associate come Autofiori.

Ocio:

Informativa Aiscat sulle tariffe autostradali

Vi si pratica un paragone tra inflazione e tariffe autostradali, che come si evincerebbe dal grafico procedono banalmente di pari passo. Per cercare di indorare la pillola degli aumenti dei pedaggi viene “sviluppata” una specie di analisi tra fonti accuratamente selezionate per spiegare come dal 2000 al 2005 qualunque cosa sia rincarata più delle autostrade, dal cinema alla carne scelta! Meraviglioso.

Così invece principia la “carta dei servizi” pubblicata da Autofiori:

L’Autostrada dei Fiori S.p.A. (A.d.F.) fa parte del Gruppo Argo Finanziaria S.p.A. che possiede oltre il 50% del capitale sociale delle due sub-holdings

Autostrada Torino-Milano S.p.A. (ASTM) e Società Iniziative Autostradali e Servizi S.p.A. SIAS.

Chiaro no?

Incuriositi, cerchiamo questa SIAS Spa che controlla la A.d.F che a sua volta ha in concessione la nostra bella autostrada A10. La SIAS è quotata in borsa e guardacaso dopo gli aumenti dei pedaggi il titolo sta andando benone (per chi lo possiede) con un rialzo di appena l’ 8,3% nell’ultima settimana “borsaitaliana.it/” (E noi fessi a picchiarci per avere interessi all’1% annui…)

www.grupposias.it : clicchiamo su “azionariato” e ci rimbalzano al sito della CONSOB da dove, con tutti i browser, tentiamo di scaricare il “documento formato zip” sulle “Partecipazioni rilevanti per la società SIAS – SOCIETA’ INIZIATIVE

AUTOSTRADALI E SERVIZI SPA” del 29/12/2009, ma cliccando:”Spiacenti, il documento non è presente sul server” (www.consob.it)

Andiamo indietro di un paio di anni nell’archivio ma la risposta del server della Consob è sempre la stessa. Quando si dice delle autostrade informatiche…

Torniamo da queste parti, che è meglio.

Dopo l’ultima raffica di aumenti sui pedaggi, a fregarsi le mani alla faccia dei cittadini al volante non sono solo sono gli azionisti del titolo SIAS (+8,3% in una settimana – vedi grafico) ma, nel piccolo anche quelli della Autostrada dei Fiori Spa, che nonostante la flessione del traffico dell’ultimoanno, brindano a fatturato e dividendi.

Soldi veri. Versati agli azionisti anche in acconto, come deliberato ad esempio dal consiglio di amministrazione di Autostrada dei Fiori Spa il 17 ottobre 2008, che ha disposto “acconti” pari ad € 0,45 per azione, che si vanno a sommare al “saldo” indicato nel bilancio 2008 poi approvato in toto, di € 0,5125 per azione. Solo nel 2008.

Poco? Oltre 20 milioni di Euro da dividersi tra gli azionisti Autofiori, escludendo quelli accantonati a maturare interessi.

Ma chi sono gli azionisti? Nel merito il sito “autostradadeifiori.it” non è proprio chiarissimo. Nella carta dei servizi, uno spiegone di 27 pagine che per trovare il link devi avere la lente di ingrandimento, c’è scritto a pag. 5: “L’Autostrada dei Fiori S.p.A. è una Società per azioni, costituita nel 1960, oggi facente parte del gruppo SIAS e quindi a maggioranza privata, nella quale gli Azionisti pubblici e gli Istituti di Credito locali hanno tuttavia conservato una partecipazione di rilevante peso ed importanza per il territorio.”

Poi tante belle parole solite su dati e “qualità”, ma la parola “azionisti” scompare…Per ritrovarla occorre cercare altrove e più a fondo, ma basta aver pazienza.

Al 31 dicembre 2008 gli azionisti di Autostrada dei Fiori (A10) cioè coloro che

si spartiscono i dividendi sono:

- Salt (Soc. Autostr. Liguri Toscane p.A., sempre della SIAS) 60,76% (nr. 24.307.228 azioni)

- Banca Carige: 16% (nr. 6.648.000 azioni)

- Cassa di Risparmio di Savona: 4,0% (nr 1.600.000 azioni)

- Provincia di Imperia: 3,83 % (nr. 1.535.894 azioni)

- Camera di commercio di Imperia: 2,89% (nr. 1.159.058 azioni)

- Camera di commercio di Savona: 1,99% (nr. 799.841 azioni)

- Provincia di Savona: 1,96% (nr. 785.578 azioni)

- Autostrada Albenga Garessio Ceva S.p.A* (!) : 1,86% (nr. 745.000 azioni)

- Comune di Savona: 1,73 % (nr. 693871 azioni)

- Camera di commercio di Genova: 1,46% (nr. 586488 azioni)

- Comune di Imperia: 1,42 % (nr. 570.510 azioni)

- Comune di Sanremo: 1,40% (nr. 560.192 azioni)

- Comune di Ventimiglia: 0,02% (nr. 8.340 azioni)

 * Nota: E’ buffo che, pur NON esistendo l’autostrada Albenga-Garessio-Ceva, è già ben viva l’opportuna S.p.A, che incassa anch’essa la sua fettina di pedaggi e di aumenti: oltre 717 mila euro nel 2008. Buttali via! Emerge così, restando alla nostra realtà locale, che da Autofiori – solo in dividendi azionari tra acconti e saldi, i soggetti di cui sopra nel solo 2008 si sono spartiti una ricca torta dei ben venti milioni e mezzo di Euro di dividendi, senza colpo ferire. Ovviamente gli utili, per quanto cospicui, non sono che un’inezia rispetto a quanto Autofiori incassa: nel 2008 sono transitati 28.881.838 milioni di veicoli paganti, tra leggeri e pesanti, per un ricavo NETTO dichiarato (tolte già IVA e devoluzione all’Anas) di 130.660.000 euro: circa duecentocinquanta miliardi puliti di vecchie lire in un anno (Fonte: Bilancio 2008 A.d.F.)

Nel bilancio 2008 l’attivo è quasi a un miliardo di Euro; i costi poco meno (!!) e l’utile netto vola oltre i 57 milioni di euro.

Domanda ingenua: Visto che Autoriori S.p.A. nel suo Codice Etico si autodescrive come ben consapevole dell’utilità pubblica del servizio erogato per nostra gentile concessione pubblica, non sarebbe “più utile” destinare questa montagna di utili alla RIDUZIONE dei pedaggi? (a proposito di rilanciare l’economia…) Opinioni diverse.

Si dirà, perlomeno darà lavoro ad un esercito di persone. Non proprio. I dipendenti erano nientemeno che… 339 nel 2005 (meno di un decimo di quelli della povera Asl2 Savonese).

Visti gli aumenti e gli utili degli ultimi anni certamente avranno assunto personale, offrendo nuova occupazione in provincia… Veramente no: da 339 i dipendenti sono diminuiti a 320. Evviva. (Fonte: A.d.F. S.p.a.).

Ovviamente sugli utili incassati si pagano le tasse, quindi se non sono troppo alti, è meglio. Accantonare dunque è cosa buona, che tanto i soldini restano in casa a fruttare ai tassi di cui sopra: le riserve accumulate già 2006 erano oltre un quinto del capitale sociale. Nel 2008 sarebbe stato accantonato da A.d.F. un altro milione e mezzo di Euro (€ 1.415.264,07 precisamente).

Ma – ribadiamo – diminuire i pedaggi dell’autostrada più costosa d’Italia, pare brutto? Proseguiamo: per avere meno utili occorre spendere di più, anche per mettere a tacere l’Anas (che è quella che rinnova le concessioni) che ha più volte messo Autofiori sotto la lente di ingrandimento, imputandole numerose inadempienze, ovviamente impugnate a difesa dei propri interessi, che tanto le spese legali si pagano coi pedaggi. Ma ne parliamo dopo.

Ora ci sono le spese del consiglio di amministrazione, una compagine variegata dove ci sono praticamente tutti. Per dovere di cronaca e per i più esperti riportiamo i nomi:

- Presidente: CARLI dott. Gian Franco

Vice Presidenti:

- Marco BERTOLOTTO,

- Giorgio D’ALESSANDRO,

- Alessandro SCAJOLA

Amministratore Delegato e Direttore Generale:

- BORCHI ing. Alfredo

Consiglieri:

- ARONA rag. Enrico*,

- BOCCHETTI dott.ssa Maria Teresa,

- BOREA dott. Claudio,

- GAVIO dott.ssa Daniela*,

- GRASSO dott. Giancarlo,

- MANGIA avv. Marco,

- REGIS dott. Luigi,

- RUGGERI dott. Carlo,

- SACCHI dott. Alberto*,

- SOLINAS sig. Giovanni,

- TORASSA dott. Valter,

- VALFRE’ avv. Giorgio,

- ZOCCARATO dott. Maurizio

L’asterisco * indica coloro che siedono anche nel consiglio di amministrazione della controllante SIAS ( www.grupposias.it/italiano/organi-societari/consiglio-di-amministrazione)

Seguono altre sette persone nel collegio dei Sindaci. Il costo del solo Consiglio è di un 456.000 euro l’anno. (per due/tre riunioni immaginiamo, salvo casi).

La società di revisione contabile ha anch’essa un nome molto chic: Deloitte & Touche S.p.A (la stessa di SIAS Spa) che sta nella tredissima Via Tortona a Milano. Di Tortona e dintorni una nutrita schiera di dignitari e sindaci della ferrea scuola del compianto Marcellino Gavio.

Ci sono poi una dozzina di “procuratori speciali” con varie funzioni, dall’ufficio pedaggi ai rapporti con le altre società del gruppo. Sembra un consiglio dei ministri.

Per narrare tutti i doppi incarichi e le cointeressenze servirebbe un apposito volumetto da far impallidire le scatole cinesi, e chissà che non lo scriveremo.

Su tutto il Consiglio di Amministrazione si staglia però una deroga, che riportiamo paro paro dallo Statuto della Autofiori S.p.A. modificato il 17/12/2003, che al suo art. 17.9: dice “GLI AMMINISTRATORI NON SONO SOGGETTI AL DISPOSTO DI CUI ALL’ART.2390 DEL CODICE CIVILE”.

Una deroga non da poco, vista la situazione e letto il codice civile che riporta Art. 2390 c.c. “Divieto di concorrenza : Gli amministratori non possono assumere la qualità di soci illimitatamente responsabili in società concorrenti, né esercitare un’attività concorrente per conto proprio o di terzi, salvo autorizzazione dell’assemblea. Per l’inosservanza di tale divieto l’amministratore può essere revocato dall’ufficio e risponde dei danni.” Derogato per A.d.F.

Chissà cosa ne pensa l’antitrust.

Dicevamo degli utili e delle spese: non occorrono esperti di economia e finanza per capire che se un gruppo possiede decine di società che si occupano di tutto, dalla progettazione, alla manutenzione (passando per la costruzione) affiderà ad esse i lavori, per mantenere alte le spese – chiamandoli investimenti – e far ricadere i benefici all’interno del gruppo spesso. E infatti questo puntualmente si verifica. E i soldi somigliano a quelli del monopoli, che girano in casa durante le feste. Solo che qui sono veri ma finiscono nelle saccocce di ABC Spa (manutenzione e adeguamento autostrada); ASTM Spa (assistenza manageriale) Sina Spa (consulenze); Sineco Spa ispezioni, consulenze, studi, progetti e misurazioni fotometriche (ahi ahi…); Sinelec S.p.A. (manutenzione caselli, comunicazione ed elettricità, software) Energrid Spa (utenze ed altro); Sea Spa (manutenzione, acquisti materiale, lavorazioni); Euroimpianti (manutenz. impianti) Sistemi e servizi SCaRL (noleggi) ;Fiori Real Estate (canone di locazione

immobile, si vede che al contrario dei pedaggi, non subisce aumenti annuali):

Tutte società dello stesso gruppo.

Solo che leggendo la relazione del 3° trimestre della controllante SIAS parlando della sua A.d.F. scrive: “Relativamente al periodo 1° gennaio – 30 settembre 2009, i “ricavi della gestione autostradale” evidenziano un decremento pari a circa 1,3 milioni di euro determinato, sostanzialmente, dalla contrazione delle percorrenze chilometriche che ha inciso negativamente per 2,6 milioni di euro cui si è contrapposto l’effetto derivante dall’incremento delle tariffe di pedaggio decorrente dal 1° maggio 2009 che ha inciso positivamente per 1 milione di euro”.

Nel senso che, tanto se il traffico cala ci sono gli aumenti…! Nnaaaaa…Ma c’è di più, sempre a pag. 20: “I costi operativi dei primi nove mesi del 2009 sono pari a 48,3 milioni di euro (51,9 milioni di euro al 30 settembre 2008); tale decremento è imputabile principalmente a minore attività manutentiva e ad un contenimento dei costi per prestazioni di servizi. (…)” (Fonte. www.grupposias.it costi operativi passano da 51,8 a 48,2 milioni di euro)

Ma è fantastico!!

A scriverlo nero su bianco è la Controllante della Autostrada dei Fiori Spa.  Oltre che aumentare i pedaggi qui si risparmierebbe sulla quantità e qualità della manutenzione. Non male per un’autostrada tutta gallerie e viadotti, dove se buchi rischi la pelle, con una corsia d’emergenza praticamente inesistente. E dove con tutti i mirabolanti interventi realizzati le sole tre piazzole di atterraggio per l’elicottero di emergenza del 118 sono tutte nella provincia di Impera. Quella di Savona, con la tratta più trafficata, non ne ha nessuna. Eh, ma certo, la peculiarità del territorio, le difficoltà socioeconomicoculturalfinanziariecongiunturaliastrali etc etc etc. A fronte di cotonati bilanci, sarebbe meno del minimo.

Ben sotto al minimo, nonostante benefits, rincari e spalle coperte, il rapporto tanto caro alle autorità locali / azioniste, con i turisti: nelle 10 aree di servizio della A10 Savona – Ventimiglia, sapete quanti punti di informazione turistica ci sono secondo la carta dei servizi di Autostrada dei Fiori?

Nessuno.

E per stavolta la chiudiamo così, che abbiamo l’Anas che bussa e vorrebbe dir la sua. Mi sa che non è proprio contenta…  Anzi no. Riportiamo per chi ne sa capire (interpretare è altra cosa) il testo utile di un articolo della legge 102/ 2009.   

Accettiamo di buon grado decrittazioni non di parte.

Che la storia è appena all’inizio.

Grazie e buon viaggio.

 Dal decreto legge “Anticrisi”

9. L’articolo 1, comma 459, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e’ soppresso.

(( 9-bis. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il comma 1021 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006,

n. 296, e’ abrogato e la misura del canone annuo corrisposto direttamente ad ANAS Spa,ai sensi del comma 1020 del medesimo articolo 1 della legge n. 296 del 2006, e successive modificazioni, e’ integrata di un importo, calcolato sulla percorrenza chilometrica di ciascun veicolo che ha fruito dell’infrastruttura autostradale, pari a 3 millesimi di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a 9 millesimi a chilometro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5. ANAS Spa provvede a dare distinta evidenza nel proprio piano economico-finanziario dell’integrazione del canone di cui al periodo precedente e destina tali risorse alla manutenzione ordinaria e straordinaria nonche’ all’adeguamento e al miglioramento delle strade e delle autostrade in gestione diretta. Al fine di assicurare l’attuazione delle disposizioni del presente comma, i concessionari recuperano il suddetto importo attraverso l’equivalente incremento della tariffa di competenza, non soggetto a canone. Dall’applicazione della presente disposizione non devono derivare oneri aggiuntivi per gli utenti. I pagamenti dovuti ad ANAS Spa a titolo di corrispettivo del contratto di programma sono ridotti in misura corrispondente alle maggiori entrate derivanti dall’applicazione della presente disposizione.

 

Claudio Porchia e Mario Molinari