Attualità - 03 gennaio 2012, 08:44

Qualità della vita delle province italiane: Savona precipita di ben 50 posizioni su 103 in soli due anni

Secondo il "Rapporto Qualità della vita 2011" di ItaliaOggi e dell'Università La Sapienza, che è stato pubblicato oggi, Savona è in caduta libera, e passa dal 28° posto del 2009 al 78° posto nel 2011. La classifica prende in esame otto parametri (affari e lavoro, criminalità, disagio sociale e personale, ambiente, sistema salute,  popolazione, servizi, tempo libero, tenore di vita) e, sulla base di questi, analizza la situazione delle 103 province italiane.

La nostra città è ottava per numero di vetture circolanti, ma negli ultimi 5 posti per incidenti, per zone a traffico limitato e per verde pubblico.  Male la criminalità: Savona è tra le ultime 7 provincie. Quart'ultima per reati sessuali, e agli ultimissimi posti anche per borseggi e furti in appartamento.

Per quanto riguarda la 'Popolazione', è terzultima per numero di nascite e penultima per numero medio di componenti della famiglia, ma (quasi a compensazione) è la sesta per numero di immigrati.

In merito al 'Sistema salute', la Provincia savonese si piazza al sest'ultimo posto, soprattutto per la sottodimensione di posti letto in reparti specialistici e in oncologia.

Savona va invece abbastanza bene in generale su 'Affari e Lavoro' (anche se perde 19 posizioni), ed è nona per il tasso di occupazione (addirittura terza per occupazione giovanile), 22° per numero di imprese registrate.  Bene anche per quanto riguarda il 'Tempo libero', in particolare è nona per numero di librerie.
 
In generale, nelle Provincie italiane i valori subiscono un netto arretramento, e questo soprattutto perchè la crisi economica ha portato ad un peggioramento complessivo della qualità della vita, percepito in modo più acuto nelle regioni meridionali.

La sorpresa è che le grandi città fanno registrare una lieve crescita, in controtendenza.  Dal sito di ITALIAOGGI: "vi è la sorpresa di una sostanziale tenuta dei livelli di benessere nei grandi centri urbani. In effetti, se è vero che dai primi anni 80 le grandi città hanno continuato a perdere abitanti, da qualche tempo si registra una netta inversione di tendenza: la popolazione delle metropoli ha ricominciato a crescere, un chiaro indice di miglioramento della qualità della vita. Il motivo è semplice: le città hanno ripreso ad attirare investimenti. Dal punto di vista ambientale l’inurbamento sembra un fatto negativo, in realtà il progredire della tecnologia sta risolvendo molti dei problemi che si ponevano fino a poco tempo fa. Si pensi solo alle energie sostenibili e alle possibilità che stanno aprendo per produrre energia senza inquinare.

I centri urbani si stanno reinventando e proprio da qui potrebbe ripartire la crescita economica, con premesse diverse rispetto a quelle che hanno consentito il boom degli anni 50 e 60: in primo luogo un maggior rispetto dell’ambiente e del capitale umano, attraverso uno sviluppo sostenibile".

 

Stefano Milano