Attualità - 17 dicembre 2011, 17:00

Angelo Bonelli (Verdi) ieri in Sala Rossa: "Le nostre ragioni hanno la forza della verità"

Mentre Burlando annuncia ufficialmente il sí della Regione all'amplamento dei gruppi a carbone per la centrale elettrica Tirreno Power di Vado - martedì 20 dicembre è prevista la delibera in consiglio regionale - il segretario nazionale dei Verdi ricorda che “Non esiste il Carbone pulito. Vi vogliono far credere il falso"

 

Ecco un estratto dell’intervento del Presidente Nazionale della Federazione dei Verdi ANGELO BONELLI ieri in Sala Rossa a Savona sul tema dell’ampliamento della centrale a carbone di Vado/Savona:

 

 

“Non esiste il Carbone pulito. Vi vogliono far credere il falso.

E’ aberrante vedere 10 giorni fa il Vicepresidente di Assocarboni (quota di iscrizione fino a 25.800 euro, ndr) assaggiare in diretta tv il carbone per dimostrarne la non pericolosità. E’ indegno del Servizio pubblico televisivo, ho protestato con la Rai perché così si veicolano messaggi ingannevoli e pericolosi per la collettività.

A Civitavecchia, a Brindisi c’è divieto di coltivazione e di produzione di prodotti agroalimentari (latte compreso)  per 10 km intorno alla centrale a carbone. E’ stata sollecitato dagli enti competenti il passaggio delle produzioni da food a non food, proprio per l’alta pericolosità del carbone.

Molte sostanze sono altamente cancerogene, entrano nella catena alimentare, entrano nel latte materno delle donne, come è emerso in alcune inchieste.

 

Le grandi lobby del carbone e dell’energia in Italia vogliono guadagnare sulla pelle dei cittadini. Il sistema energetico italiano è fortemente finanziato e sovvenzionato dallo Stato. Un oligopolio inquietante che impedisce innovazione e produzione diffusa.

 

Vi dicono che c’è bisogno di energia, che siamo costretti a importarla perché ci serve. E’ tutto falso.

Secondo i dati di GSE, il gestore dei servizi energetici, la potenza disponibile in Italia è di 108.000 megawatt (con costruzione di nuove centrali si arriva a un totale di 130.000 megawatt). Il picco di consumo invece lo abbiamo avuto nel 2009 con soltanto 56.000 megawatt, ovvero consumiamo la metà di quanto è effettivamente la potenza energetica disponibile. A questo va sommato anche una diminuzione dei consumi, anche per la crisi. Non c’è quindi carenza di energia.

Dobbiamo levare i contributi statali a questo mercato ‘drogato’.

 

Chi tutela la salute dei cittadini?

L’Europa ci chiede una pubblicizzazione del monitoraggio ambientale, accessibile a giornalisti e/o cittadini.

Molto probabilmente anche qui a Vado/Savona vi riproporranno i soliti ‘luoghi comuni’ e le solite strategie comunicative: vi diranno che hanno messo nuove centraline, che adotteranno nuovi sistemi di monitoraggio, che vi sarà un’Agenzia di controllo ambientale, vi prometteranno soldi e compensazioni (tutto effettivamente successo, ndr)

 

In questi contesti, quando si chiede una mappatura epidemiologica, ovvero di verificare in nesso di causalità tra mortalità e fonti inquinanti,  si creano forti impedimenti e opposizioni, al fine di difendere gli interessi dei grandi colossi energetici.

In tutta Italia, dove c’è un’alta concentrazione di industrie, vengono intralciate e impedite le indagini epidemiologiche, come a  Gela, a Priolo, a Taranto. Da qui i miei contrasti con Nichi Vendola, che non sostiene questa posizione.

Proprio gli esiti delle indagini epidemiologiche potrebbero entrare nelle aule di tribunale e punire gli oligopolisti dell’energia. I grossi gruppi energetici temono infatti le indagini fatti da organi indipendenti, oppure quelli della magistratura, dove sistematicamente emergono tassi di mortalità molte volte superiori alle medie nazionali.

In questo contesto, si aggiunge l’atteggiamento retrogrado dei sindacati, che si rendono complici dei grandi gruppi. Un Referendum su Taranto è stato bloccato proprio da CGIL CISL e UIL.

 

Stanno distruggendo il nostro futuro, le nostre prospettive. Bisogna pensare un modello energetico diverso. Le nostre politiche industriali e energetiche sono preistoriche, il carbone risale al secolo scorso.

Non siamo quelli del “No”, siamo quelli del “Si”, per una società che ‘pensa pulito’, che ‘produce pulito’. Dobbiamo puntare su risparmio, efficienza, Rinnovabili. Soprattutto, dobbiamo rivalutare e ridefinire i nostri stili di vita. E’ un problema culturale, e di visione economica.

Le nostre ragioni hanno la forza della verità.

 

I vostri Sindaci devono imporre a Tirreno Power di rispettare i limiti di legge, far effettuare controlli anche a sorpresa, diffidare la dirigenza della centrale per gli sforamenti dei limiti previsti dalla normativa, e, se reiterati, arrivare anche a disporre la chiusura dei gruppi”.

com.