Attualità - 15 dicembre 2011, 09:40

Rete l'Abuso: Spotorno per Carlo Rebagliati

Anche Spotorno, il paese dove don Carlo Rebagliati ha fatto il parroco per più di 10 anni ha voluto dimostrare la sua solidarietà all’ex sacerdote. Centinaia le firme raccolte, anche autorevoli come quella del Primo Cittadino di Spotorno Giampaolo Calvi, centinaia i messaggi di solidarietà da parte di quei ragazzi che oggi sono uomini, quelle donne che ora sono mamme e quelle signore che ora sono pensionate nonne, tutti lo ricordano con molto affetto.

Molte però anche le critiche per la scelta del Vescovo Lupi, proprio in quel paese che ricorda ancora, che negli anni 80 molti ragazzi hanno subito abusi da parte di un altro sacerdote, contro il quale Rebagliati ha testimoniato anche davanti ai magistrati. Nessuno si spiega il perché Rebagliati abbia subito una simile sorte, per aver commesso un peccato che la chiesa stessa punisce con la penitenza, e siano al contrario stati graziati sacerdoti che hanno commesso non peccati, ma veri e propri crimini, li definisce così anche la chiesa.

Critiche al Vescovo Lupi per l’ingiusta punizione a don Rebagliati, sono state esternate anche pochi giorni fa durante una funzione religiosa a Lavagnola, dove in presenza del Vescovo una donna, ha letto dall’altare diverse righe in difesa dell’ex sacerdote.

Dal 3 dicembre scorso, Rebagliati ha dismesso l’abito che ha portato tutta la vita in nome di ciò in cui crede. Una frase ricorrente che dicevo a Rebagliati sin da bambino era “il giorno che ti vedrò come un prete, sarà perché non siamo più amici”. Credo che quel giorno non arriverà più, i cattolici lo ricorderanno come Don, i non credenti come un prete, ma tutti ricorderanno l’uomo che hanno conosciuto e quello che ha fatto insieme a loro, nella sua vita di uomo.

 

 

Francesco Zanardi - Portavoce "Rete L'abuso"