Attualità - 06 dicembre 2011, 21:30

Ospedale di Cairo a rischio chiusura

Martedì protesta dei sindaci valbormidesi in Consiglio Regionale.

Martedì i sindaci della Val Bormida si presenteranno in Consiglio Regionale pretendendo un confronto con il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e con l’assessore alla Sanità, Claudio Montaldo.

Ma il sindaco di Cairo, Fulvio Briano, presidente del Distretto socio sanitario n° 6 delle Bormide, avverte: “Di fronte al muro di gomma messo in atto da Asl e Regione, non ci rimane altra via che il ricorso al TAR contro la delibera, e quindi non possiamo perdere altro tempo”. Delibera, quella dell’Asl 2, al centro di un giallo: non sarebbe, infatti, stata ancora deliberata ufficialmente. Un ritardo che insospettisce il sindaco cairese che da tempo ne ha richiesto copia: “Non vorrei che stiano giocando sui giorni per far sì che una nostra richiesta di sospensiva allegata al ricorso al TAR non abbia più valore visto che tagli e trasferimenti sarebbero già operativi”. Un atteggiamento coraggioso quello di Briano, candidato Pd alle imminenti elezioni amministrative cairesi, verso una Regione ed un’Asl targate centro-sinistra. “Ma non abbiamo altra scelta, se vogliamo tutelare la salute dei nostri concittadini, visto il quadro che è emerso anche dalle indiscrezioni trapelate da operatori dell’ospedale e sindacati”.

Insieme ai rappresentanti dei Comuni di Cairo, Cengio, Murialdo, Dego, Millesimo, Altare, Calizzano, Cosseria, Plodio, Piana, Carcare, Mallare, Millesimo e Giusvalla, erano presenti anche rappresentanti della Rsu, le caposala, e il presidente del Comitato Sanitario locale. Ed il quadro che ne è venuto fuori non può, obiettivamente, che preoccupare. Ad iniziare dalla difficoltà, sottolineata dallo stesso Briano, per le Pubbliche assistente, chiamate, ora, a garantire molti più viaggi tra la Val Bormida e Savona, visto come i pazienti vengono dirottati verso altre strutture.

Assodato che Chirurgia generale è destinata a chiudere dal 1 gennaio, anche gli ambulatori stanno progressivamente riducendo la propria operatività, ad iniziare dall’Ambulatorio chirurgico per il quale i Cupa non accettano più prenotazioni oltre il 31 dicembre. Altra tegola potrebbe poi cadere su quello che è sempre stato considerato un fiore all’occhiello del nosocomio cairese, ovvero il reparto Radiologia, dove le liste di attesa, visti i medici dirottati a Savona, sono destinate ad allungarsi ( e a breve potrebbero essere trasferiti 2 dei 4 medici in organico per supportare le carenze a servizio del Pronto soccorso di Savona). Ma già ora sono ben lontani i ritmi efficienti di un tempo: l’assessore carcarese Ferraro  ha citato l’esempio di un eco addominale per pazienti oncologici che dovrebbero effettuare controlli ogni 4 mesi, mentre le liste di attesa stanno allungandosi dai 6 ai 9 mesi , oppure il funzionamento a giorni alterni di Tac e risonanza. La previsione è che, di questo passo, i pazienti esterni, ovvero i valbormidesi non ricoverati, dovranno rivolgersi altrove per questi esami. Nebulosa anche la situazione della Day Surgery di Chirurgia: i letti effettivi sarebbero 8, ma visto che per ogni letto è stato calcolato un paziente al mattino ed uno al pomeriggio, i posti letto, secondo i calcoli Asl, sarebbero quindi 16. Ma un altro nodo riguarda, poi, il futuro del Pronto soccorso, dove la nebbia ricopre davvero qualsiasi certezza. L’assessore Montaldo, anche nel recente convegno organizzato dalla Cgil a Savona era stato chiaro, prevedendo un suo declassamento a centro di primo intervento. E, a quanto pare, già dal 1 gennaio i pazienti per cui si potrebbe prospettare un intervento chirurgico sarebbero immediatamente trasferiti al Pronto soccorso di Savona, così come i codici rosso.

La verità, ha dichiarato un rappresentante della Rsu, “è che l’Asl dispone di un ospedale di Albenga, nuovo ma troppo piccolo; e di un ospedale di Pietra Ligure enorme, ma che sta cadendo a pezzi” “ E l’ospedale di Cairo – ha aggiunto il sindaco Fulvio Briano – ci è finito nel mezzo, vittima sacrificale rispetto al non coraggio di certe scelte su due ospedali, Albenga e Pietra, che distano soli 10 km uno dall’altro, e in Riviera, quindi senza le problematiche morfologiche e climatiche della Val Bormida” Briano ha quindi aggiunto, perentorio: “Stanno portando l’ospedale di Cairo sotto i minimi vitali. Tagliando reparti, posti letto, specialità, organici, o declassando, come nel caso di Medicina, destinata a diventare un reparto di bassa intensità di cura…. La Casa della Salute, o, se volete, la Casa di Riposo prevista da Montaldo”.

Prudente l’intervento del sindaco di Millesimo, nonché vice presidente del Distretto, Mauro Righello che, pur sottolineando l’importanza del mantenimento dell’ospedale, ha invitato ad un approccio più soft, cercando, “prima dello scontro giuridico di un ricorso al TAR, ancora una mediazione ed un confronto politico. Sua, infatti, la proposta della trasferta, con tanto di fascia tricolore, al prossimo Consiglio regionale”.

Proposta che è stata accettata, ma, come ha sottolineato il sindaco di Cengio, Ezio Billia: “Dobbiamo ottenere risposte definitive e certe. In quella sede e quel giorno. Non siamo disponibili a farci prendere in giro per poi vedere la delibera ufficializzata quando non c’è più tempo di intervenire, perché, allora, non basterà il TAR e siamo disposti a rivolgerci davvero alla magistratura”, concludendo: “Non pretendiamo che il direttore dell’Asl, Neirotti, possa fare miracoli, e i conti se sono da far quadrare con tagli e sacrifici possiamo accettarlo, nella misura in cui, però, non vanno a ledere il diritto alla salute e all’assistenza dei nostri concittadini, o la possibilità di ottenere risparmi in altro modo, combattendo sprechi e doppioni senza penalizzare una struttura di periferia già ridotta all’osso”.

E proprio per questo Briano ha commentato la proposta di Righello così: “Va bene andare ancora una volta a Genova per tentare un confronto ed ottenere risposte chiare che finora ci sono state negate, ma non vorrei che il tutto si trasformasse nell’ennesima parata con tanto di fascia che però diventa l’ennesima perdita di tempo. E tempo non ne abbiamo. Per quanto riguarda il mio Comune, quindi, proseguiremo con l’iter per la presentazione del ricorso che, comunque, ottenessimo quanto chiediamo a garanzia della salute di oltre 40 mila persone che vivono in Val Bormida, possiamo sempre ritirare”.

 

e.m.