Politica - 03 dicembre 2011, 17:45

Cairo: Briano ufficializza la propria candidatura a sindaco

I cittadini coinvolti direttamente nell’individuare le linee del programma elettorale

Cairo: Briano ufficializza la propria candidatura a sindaco

Ennesima mossa a sorpresa del sindaco uscente, e candidato ufficiale del Pd e del centro-sinistra per le amministrative cairesi, Fulvio Briano. Dopo aver chiesto agli imprenditori un impegno per sostenere l’emergenza sociale che la crisi sta creando anche nel territorio del Comune Cairo, e dopo aver incassato il pieno sostegno del suo partito (all’ufficializzazione della candidatura era presente anche il segretario del Pd cairese, Elena Castagneto che ha sottolineato come <il Pd è compatto nel sostenere la ricandidatura di  Briano di cui andiamo orgogliosi per il lavoro svolto), il primo cittadino cairese non rinuncia alla sua visione della politica.

Una visione che mette al centro quel “NOI” che potrebbe essere lo slogano e il nome della prossima lista, “Noi per Cairo 2012”, ma che per ora identifica un’iniziativa sicuramente innovativa e poco usuale, almeno in Val Bormida: il coinvolgimento diretto dei cittadini nel determinare le priorità del programma con il quale la lista di Briano si presenterà alle elezioni. Spiega, lo stesso sindaco: <Normalmente il programma viene confezionato e poi proposto già “blindato” ai cittadini al momento di presentare la propria lista. Io credo in un’altra visione. Credo in una partecipazione reale dei cittadini. Credo che quel “NOI” non debba essere solo teorico, o indicare solo chi sta dall’altra parte, chi deve essere votato, ma debba seriamente abbracciare la collaborazione tra amministratori e cittadini>.

Nel concreto, cliccando sul blog del sindaco, www.fulviobriano.net, si potrà appunto accedere all’area “Noi per Cairo 2012” e indicare tre proposte, tre priorità che dovranno essere sviluppate nel programma proposto da Briano. Allo stesso modo, per chi non è avvezzo a computer ed internet, si studieranno delle iniziative, nelle piazze, tra la gente, negli incontri, per offrire la stessa opportunità. Insomma, non più il programma “imposto dall’alto”, ma partecipato. Ottica che Briano intende applicare anche nella composizione della propria squadra, pur senza cadere nella demagogia. Infatti, ammette subito: <Io sono il candidato del Pd. E auspico di veder confermate le alleanze che hanno sostenuto l’attuale maggioranza. Ma intendo anche aprire la lista alla società civile, ad indipendenti, a cittadini che, pur non avendo tessere di partito, sono disposti a mettere a disposizione le proprie capacità>.

Il fattore politico sarà, però, ovviamente, sempre importante nella definizione della squadra. A prima vista, Briano dovrebbe poter contare sull’appoggio di quasi tutta l’attuale maggioranza, con l’unica incognita che rimane, ancora, Rifondazione Comunista. Pare, invece, tacitamente decisa l’esclusione dell’attuale vice sindaco, Giovanni Ligorio. Briano si limita a commentare: <Sarà una lista di persone accomunate dalla ragionevolezza. La crisi e i problemi sono troppi, occorre perseguire risultati concreti a beneficio di tutta la comunità e per farlo occorre saper avere una visione globale che parta dall’equità e dal pragmatismo. Non abbiamo bisogno né di capipopolo, né di mine vaganti che per inseguire le proprie idee sopra a tutto finiscono per diventare dannose per la stessa cittadina>. Allo stesso modo Briano auspica che ci possa essere l’ingresso anche di alcuni giovani: <Occorre molto impegno e passione. Ma, se la politica è vissuta seriamente è senza dubbio un’esperienza formativa molto importante e al tempo stesso i giovani possono offrire un apporto, con un’ottica magari diversa, che è altrettanto preziosa>.

Prima priorità, comunque, deve essere il lavoro: <C’è bisogno di lavoro. In un momento di crisi e di emergenza anche sociale, il lavoro, la possibilità di lavoro e quindi le conseguenti ricadute sul territorio in termini di possibilità economica, di circolo del denaro (vedi il commercio), di sicurezza, diventano il primo intervento concreto anche nel sociale. Questo non significa piagarsi ai ricatti occupazionali, né svendere il proprio territorio o la propria coscienza individuale e collettiva: servono regole, paletti ben precisi,  ma, allo stesso tempo, le stesse aziende, le imprese, gli investitori, hanno bisogno di collaborazione, di dialogo, di punti di riferimento credibili. Occorre, quindi, equità. E’ necessario trovare il giusto equilibrio. Se non si trova il giusto equilibrio si cade, da un parte nello sfruttamento e dall’altra nella demagogia, e non possiamo più permetterci né l’uno né l’altra. Chi intende fare con me questo nuovo percorso è necessario lo tenga ben presente>.

 

e.m.

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