Attualità - 24 novembre 2011, 18:05

La discarica nel bosco II: "Che Ferrania si sia portata avanti con i lavori?"

Casualmente, secondo le mappe della Provincia, l'area della discarica di inerti è ESATTAMENTE quella dove dovrebbe sorgere il contestato biodigestore. Burp...

Per un’azienda che come nome ha scelto niente di meno che ECOLOGICA costruire un biodigestore su una montagna di rifiuti non sembra nè un buon inzizio nè un ottimo biglietto da visita. Ma questo potrebbe essere quello che sta succedendo  a Ferrania, e che sia di competenza della vecchia Technologies, o di Solis, o della Ecologica stessa poco importa.

Quello che importa è quello che si vede, una discarica di chissà quali materiali a cielo aperto. Con ovvie conseguenze, come sottolinea un esperto: “Vista la dimensione e la natura dei materiali la prima cosa necessaria da fare sarebbe quella di verificarne la natura. Passo successivo il controllo delle autorizzazioni che l’azienda dice di avere. Ci sono leggi severissime in materia.

Ad esempio, nel caso di inerti, per la movimentazione è necessario redigere un piano idoneo e presentare le analisi dei terreni. Regole che diventano ancora più ferree se si parla di residui di capannoni costruiti più di 50 anni fa. Il dubbio è che sì le autorizzazioni ci siano, ma magari non conformi a quanto stabilito dalla legge. Quello che viene da pensare è che Ferrania si sia portata avanti con i lavori. 

Per realizzare il biodigestore, è necessario che il piano di imposta dell’impianto venga rialzato, data la vicinanza con il fiume e i conseguenti problemi in caso di allagamenti ed esodanzioni. Depositando lì tutto il materiale l’azienda ha doppiamente risparmiato: sullo smaltimento, perché portare una tale mole di rifiuti in discarica avrebbe avuto un costo notevole, e sul riporto, con il materiale che si trova già al posto giusto, al momento giusto. Il tutto ovviamente a scapito dei cittadini, in termini sia di salute che di rischio idrogeologico, con un montagna di  rifiuti di enormi dimensioni accanto ad un fiume”.

Non manca neppure una stoccata diretta al sindaco di Cairo Fulvio Briano, che ”nonostante taccia sulla questione, nel corso del primo incontro promosso dalla associazioni ambientaliste sul biodigestore, proprio a Ferrania, durante un acceso scambio di battute con uno degli organizzatori, ha affermato che si stavano dicendo cose non vere nel sostenere che l’area dove deve sorgere l’impianto è vergine, dal momento che è occupata da una grande discarica a cielo aperto”.

"Alla luce di tutti questi fattori, sarebbe necessario  che prima di proseguire , sia per quanto riguarda la conferenza dei Servizi, che questa mattina in sede referente presso la Provincia di Savona ha dato il via all’iter autorizzativo per la realizzazione del nuovo impianto, che per la Valutazione di Impatto Ambientale, si approfondisse l’argomento per fare chiarezza sulla natura di questo accumulo di materiali e  sulla regolarità della autorizzazioni".  

 

e.m.