Maruska Piredda, consigliere regionale Idv e presidente della commissione Pari opportunità, interviene sulla vicenda di Walter, il ragazzo savonese di 14 anni, escluso dalla propria squadra di basket perché affetto da una malattia metabolica rara che gli procura difficoltà di apprendimento e disturbi nel linguaggio.
«Sapere che un ragazzo è stato allontanato dalla propria squadra perché disabile dimostra quanto ancora la nostra società sia lontana dal concetto di integrazione. Ho raccolto la segnalazione di mamma Elisabetta e non nascondo di aver provato una grande rabbia. Secondo quanto mi è stato riferito dalla madre di Walter, al ragazzo è stato posto, dagli allenatori e dal presidente della società sportiva, il divieto di continuare ad allenarsi con la squadra con cui giocava da tre anni, l’Asd Basket Loano. A detta dei tecnici e dei dirigenti, Walter rallenta l’attività degli altri compagni. Premesso che l’attività sportiva è fondamentale per la salute del ragazzo, per Walter il basket, oltre a essere la più grande passione della propria vita, è l’occasione per socializzare con i coetanei e svolgere uno sport insieme al fratello minore Andrea, messo poi anche lui fuori squadra.
Inoltre, i genitori di Walter hanno sempre pagato regolarmente la quota di iscrizione intera nonostante il figlio partecipasse a due allenamenti alla settimana anziché i quattro stabiliti per il resto della squadra e non è mai stato convocato a una sola partita del campionato.
Non posso credere che nella regione, che ha ospitato meno di due mesi fa i Global Games riservati agli atleti disabili, una società sportiva dilettantistica abbia rifiutato il diritto sacrosanto di un ragazzo a fare sport solo perché comprende più lentamente dei compagni gli schemi tattici del basket. Non posso credere che proprio a Loano, sede del villaggio olimpico dei 1500 atleti dei Global Games, un ragazzo disabile e il proprio fratello siano stati messi alla porta da una società che, oltretutto, ha sempre incassato con regolarità le quote di iscrizione pagate dalla famiglia.
Non mi limiterò a indignarmi davanti a questo atto di grande inciviltà e di razzismo che offende tutto il mondo dello sport fondato sui principi del rispetto. Porterò al più presto il caso di Walter in discussione in commissione Pari opportunità in Regione per chiarire le responsabilità di dirigenti e tecnici della società sportiva e portare alla conoscenza degli organismi sportivi di competenza la vicenda per stabilirne l’eventuale irregolarità. Sarà forse tardi per la società Asd Basket Loano per fare un passo indietro sulla decisione presa, ma non per chiedere scusa a una famiglia ferita da una palese discriminazione. Auspico inoltre che dal mondo dello sport arrivi una risposta concreta di condanna dell’accaduto e l’offerta, da parte di altre società, di dare la possibilità a Walter e Andrea di continuare a coltivare la propria passione per il basket».