"Colleghi e Colleghe,
prima di tutto con questo mio intervento propongo di costituire un organico di operai forestali in capo ad un costituendo Corpo regionale con i compiti di:
effettuare sistematica pulizia dei rii e dei fiumi, lungo tutto il loro corso, sia nell’entroterra che negli ambiti più urbanizzati
rimappare contestualmente ogni criticità rilevata circa le aree interessate a dissesti idrogeologici e ordinarle per priorità di intervento
Tali compiti possono attenuare significativamente i danni e le morti causate da esondazioni che avvengono più volte all’anno nella nostra Regione e che abbiamo avuto dolorosamente sotto i nostri occhi nei giorni scorsi.
Questo Corpo dovrà poter procedere alle necessarie assunzioni, anche a tempo determinato, per svolgere i suoi compiti, o noi organi locali continueremo a parlare e a non agire per la salvaguardia dei nostri cittadini.
Questo Corpo salvaguarderà non solo le vite dei nostri cittadini, ma anche le casse pubbliche in quanto oggi i costi per riparare i danni provocati dalle esondazioni sono certamente maggiori che quelli della proposta pratica di prevenzione.
La Liguria nell’arco di dieci giorni è stata colpita da due disastrose calamità che l’hanno messa in ginocchio: l’alluvione che il 25 ottobre ha interessato l’estremo levante ligure e quella che il 4 novembre ha interessato la città di Genova. Entrambe hanno lasciato un tragico bilancio, sia per l’entità dei danni, che, cosa ancor più grave, per il numero delle vittime (tredici nello spezzino e sei nella città di Genova).
Tutti noi abbiamo condiviso la sconforto del Presidente Burlando in lacrime di fronte all’immane disastro che ha colpito le Cinque Terre: ci auguriamo soltanto che a quelle lacrime seguano fatti concreti ed a maggior ragione risultando allo stesso attribuito il ruolo di commissario.
Per questo chiedo in maniera decisa che l’Assessore all’Ambiente faccia propria la proposta di costituzione di questo Corpo e si adoperi per metterla in pratica in tempi brevi, impegnandosi nella difesa della vita dei cittadini e dell’assetto idrogeologico del territorio e non, principalmente come ha fatto ad oggi, agendo solo per la lobby dei cacciatori e dei loro rappresentanti – bipartisan – in questa Aula.
Oggi in questa aula sento tante belle parole di responsabilità e di coerenza: ed allora non posso proprio tacere, devo ricordare quanto accaduto di grave appena 4 mesi orsono: perché mai Signor Presidente Burlando, membri della Giunta, colleghi della 6a Commissione, avete approvato un regolamento riguardante le aree di pertinenza dei corsi d’acqua nel quale si sancisce una assurda ed irresponsabile riduzione delle distanze dai corsi d’acqua dai 10 metri previsti dalla legislazione nazionale ai 5 metri per le aree extraurbane ed ai 3 metri per le aree urbane?!
Allora sono stato l’unico a votare contro questo provvedimento, in rappresentanza del Gruppo “Liste Civiche per Biasotti Presidente”, e a nulla è servito depositare in Commissione delle osservazioni, in stretta collaborazione con il WWF Liguria, per suggerire un ripensamento. Vi chiedo ora se quanto accaduto, se le foto ed i filmati del Rio Ferreggiano, del fiume Magra vi abbiano finalmente convinto dell’assurdità di tale decisione?!
Vi chiedo ora, e continuerò a chiederlo nei prossimi giorni, se intendiate fare un passo indietro. E se non lo farete continuerò a combattere perché si sappia chi si sta macchiando oggi di ulteriori future tragedie.
Ci vuole buonsenso e razionalità, ovvero sapere che prevenire è meglio che curare, anche se ci sono ferite che mai si potranno guarire, bisogna quindi, una volta per tutte, agire in questa direzione e non fermarsi solo ai bei intendimenti: ricordo ciò che vi dissi in quei giorni per cercare di responsabilizzarvi e farvi aprire gli occhi per evitare di trovarvi in futuro a versare lacrime di coccodrillo!
L’approvazione di quel regolamento non ha certamente avuto ancora tempo di incidere sulle recenti alluvioni, ma se non si interviene subito per bloccarlo, modificarlo o ritirarlo, sicuramente nel futuro avrà conseguenze devastanti per il territorio e in termini di vite umane e non posso credere che voi siate in questa aula per portare avanti iniziative che attentano alla vita dei cittadini che vi hanno eletto.
Il secondo punto che vorrei affrontare è la legislazione che disciplina le norme di edificabilità. La Regione deve smettere di emanare ripetute leggi che autorizzano o derogano di fatto a norme vincolistiche permettendo così nuove cementificazioni in un territorio che è ad alto rischio idrogeologico e che è già caratterizzato da una forte urbanizzazione, la più alta in Italia, vi ricordo, (basti pensare che il 43% del nostro territorio, comprese le aree boschive, è cementificato).
Occorre attuare un recupero urbanistico del territorio sensato e responsabile.
Questo significa permettere certamente anche piccoli interventi sull’esistente, che se fatti con criterio, possono migliorare non solo le condizioni abitative ma valorizzare anche il territorio circostante. Occorre, però, impedire nella maniera più assoluta che si continui a costruire, sia da parte del privato che del pubblico nell’ambito degli alvei dei fiumi o rii ed in zone che si sa essere interessate da dissesto idrogeologico.
A tal proposito vorrei fare una piccola precisazione riguardo ai condoni edilizi. Io da sempre sono stato contrario, e coerentemente continuerò ad esserlo, ai condoni, indipendentemente dal colore del Governo che li ha approvati, così come sono contrario a provvedimenti regionali che addirittura premiano gli abusi edilizi, come ad esempio si è verificato con il piano casa recentemente approvato. Proprio il piano casa sembra sia stato studiato apposta per premiare non solo coloro che nel passato si sono resi responsabili di abusi edilizi, spesso anche gravi, ma anche e soprattutto quegli amministratori che tramite i condoni hanno permesso di “normalizzare” la devastazione del loro territorio chiudendo gli occhi per poi arricchire le casse comunali. E questo è successo in tantissime realtà comunali governate sia da coalizioni di centro destra che di centro sinistra.
Detto ciò vorrei soffermarmi dapprima sull’alluvione che ha colpito l’estremo levante ligure : nessuno può negare che una delle concause che ha provocato così tanti danni alle Cinque Terre è da ricercare anche nell’abbandono dei terreni, coltivati nel passato da quei contadini che non sono poi stati sostituiti dalle nuove generazioni che hanno preferito dedicarsi ad altre attività, prevalentemente legate al turismo, sicuramente meno pesanti e faticose di quelle legate all’agricoltura o alla viticoltura e più redditizie.
In passato non si è fatto abbastanza per impedire questo abbandono, non avendo incentivato il settore agricolo: ora si deve cercare di porre rimedio a questa grave mancanza e si deve favorire con finanziamenti il ritorno, soprattutto dei giovani, alla terra.
Dedicarsi all’agricoltura richiede grandi sacrifici e fatica, ed in specie in un territorio cosi impervio e difficile come quello delle Cinque Terre; per questo gli incentivi per indurre le persone, e soprattutto i giovani, a tornare alla coltivazione e alla cura della terra devono essere convincenti e concreti. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che le istituzioni tutte aiutino e supportino questi giovani che desiderano, anche per una concreta scelta di vita, intraprendere attività legate alla terra, e, quindi, conseguentemente, difenderla.
Un piccolo inciso sul fiume Magra: l’esondazione del fiume risulta che sia stata amplificata dalla presenza delle barche ormeggiate alla sua foce che sono risultate un ostacolo per il deflusso delle acque che scorrevano impetuose verso il mare, trascinando con se detriti di ogni sorta. Questo impedimento ha fatto si che le acque esondassero con maggiore forza ed intensità nelle aree circostanti.
In tempi non sospetti, quando in Consiglio è stato presentato e votato il provvedimento che prevedeva l’ampliamento del rimessaggio alla foce del Magra, avevo già espresso la mia contrarietà a quest’operazione tanto che ero stato forse l’unico a votare contro. Questa mia posizione , purtroppo, non è stata condivisa dai colleghi Consiglieri, e questo è ancora più grave perché in un momento in cui doveva prevalere il buon senso, l’ha avuta vinta ancora una volta l’ appartenenza ideologica e politica a favore degli interessi dei pochi, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza.
Per quanto riguarda l’alluvione che ha colpito la città di Genova, in primis è da denunciare la mancata decisione di chiudere le scuole. Una cosa è certa: per quanto concerne questa mancata decisione il Sindaco ha una grande responsabilità morale. Con allerta due, la massima esistente, il Comune avrebbe dovuto emanare l’ordinanza già da giovedì (il Sindaco e non il Prefetto deve emanare l’ordinanza di chiusura delle scuola - Il prefetto deve intervenire solo in caso di inerzia del Sindaco per sostituirsi allo stesso). Ed è proprio di inerzia del Sindaco che dobbiamo parlare: le scuole sono state chiuse solo il giorno dopo l’alluvione e, comunque, nella giornata di venerdì il Comune invitava via mail i Dirigenti scolastici a far il possibile per trattenere gli studenti nelle scuole troppo tardi: erano le 15 e 35, due ore dopo che il rio Ferreggiano e il Bisagno avevano raggiunto il loro colmo ed erano esondati causando morte e disastri.
La Sindaco ha mentito affermando che il Comune avrebbe fatto tutto il possibile per informare le scuole ed i cittadini del gravissimo pericolo incombente – ma che sfacciataggine!
Non ha fatto quasi nulla e raccontare menzogne o mezze verità, scaricare colpe su chi non ne ha, confondere la ricostruzione dei fatti è il modo più furbesco e deprecabile per rimediare ai propri errori. Ciò è l’ulteriore dimostrazione, mai ce ne fosse bisogno, che Marta Vincenzi non può più essere il primo cittadino di questa città. Non possono altresì più svolgere il ruolo di Assessori al comune di Genova il sig. Scidone (Idv) alla Sicurezza ed il sig. Veardo (Pd) alla Scuola, per il loro irresponsabile comportamento in occasione dell’alluvione.
Ed e’ stato uno spettacolo vergognoso ed indecente che la Sindaco, in occasione del dibattito sull’alluvione che ha colpito la città, si sia portata le truppe cammellate del PD e dell’ IDV (marito compreso); queste non solo hanno occupato in toto la platea sovrastante l’aula consiliare riservata al pubblico ma, finito l’intervento della stessa Sindaco, si sono esibiti in una ovazione da stadio assolutamente fuori luogo. E tutto per la ormai ex “Super Marta”.
Questi “amici” – come li ha definiti il Signor Alberto Villa – hanno fatto presto a dimenticare le povere vittime ed i loro recenti funerali.
Altro argomento scottante è quello relativo allo scolmatore che avrebbe messo in sicurezza il rio Ferreggiano. All’inizio degli anni ’90 i lavori dello scolmatore erano già avviati da tempo. Si trattava, e qui cito le parole di Mazzolino riportate su Il Giornale dell’ 8 novembre 2011, “semplicemente e ragionevolmente , di mandare avanti i cantieri e portare a termine la costruzione di quei 6 chilometri o poco più di tubatura sotterranea fino all’altezza della spiaggia San Giuliano” Ma nel frattempo scoppia lo scandalo tangentopoli e i cantieri vengono chiusi. A questo scandalo si aggiunge, in seguito, un altro scandalo, e cioè la mancata riapertura del cantiere e ,quindi, l’interruzione di quei lavori costati miliardi e che oggi avrebbero certamente quantomeno ridotto in maniera significativa l’entità dei danni ed anche salvato vite umane.
Dal ‘90 ad oggi si sarebbero potuti trovare i finanziamenti indispensabili a portare a termine quest’opera e, forse, un modo per reperire questi fondi era quello di dirottare finanziamenti già destinati alla realizzazione di altre opere, certamente utili ma non fondamentali, stornandoli per la tutela della collettività quali le opere destinate alla difesa del territorio e all’assestamento idrogeologico, come nel caso dello scolmatore.
E sicuramente si potrebbe destinare ora al capitolo di spesa per la protezione civile soldi impegnati, nelle spese della cooperazione internazionale, nello specifico, ad esempio, all’Amazzonia solidale, limitando solo a casi eccezionali le consulenze esterne.
Vorrei comunque ricordare che già nel 2003 la Giunta Biasotti aveva stanziato dei fondi per la pulitura dei corsi d’acqua e mi auguro che nell’immediato questa Giunta possa fare altrettanto.
Due parole soltanto sulla situazione di Sestri Ponente, che non si è ancora rialzata dall’alluvione che l’ha colpita lo scorso anno proprio perché ad oggi poco o nulla di concreto è stato fatto dalle istituzioni. Ricordo nuovamente che il Commissario è il Presidente della Giunta Regionale. Apprezzo l’indagine, anche se a mio parere tardiva, che sta portando avanti la Magistratura, augurandomi che presto venga fatta luce sui veri responsabili e, soprattutto che, una volta individuati ed indipendentemente dalla loro appartenenza politica, costoro rispondano fino in fondo delle proprie colpe finendo in galera. Lo stesso, naturalmente, mi auguro avvenga nel più breve tempo possibile anche per quanto riguarda la recente alluvione che ha colpito nuovamente Genova e lo Spezzino.
Quando si verificano questi eventi calamitosi la cui responsabilità fa principalmente capo all’operato degli uomini, non sono da sottovalutare le cause naturali, come i drastici cambiamenti climatici, ma neanche sono da dimenticare le cause umane, come la cattiva gestione del territorio, soprattutto da parte dei comuni. Per questo Regione, Provincia ed Enti locali, seppure in un periodo di crisi come quello attuale, devono sforzarsi di fare una programmazione che destini, in via prioritaria, risorse finanziarie per l’attuazione di interventi urgenti mirati e di ordinaria e costante salvaguardia e maggiore difesa del territorio e, di conseguenza, alla tutela e alla incolumità dei suoi abitanti.
L’esperienza del passato ci deve servire perché in futuro non accadano più i disastri e le disgrazie di questi giorni. Dobbiamo imparare dagli sbagli del passato e trarne il giusto insegnamento: E QUINDI MAGGIORE RESPONSABILITA’ E COSCIENZA NELLA CORRETTA GESTIONE DEL TERRITORIO E MAGGIOR LAVORO DI PREVENZIONE.
Ancora un accenno: non mi sono passate inosservate le dichiarazioni di un alto dirigente regionale comparse sul Secolo XIX, in merito all’atteggiamento di condizionamento che hanno i costruttori e chi li rappresenta nei confronti degli uffici della Regione. Questo non è accettabile e pur non avendo pregiudizi nei confronti delle imprese edili e cooperative, indipendentemente dal loro colore politico, sono convinto che l’utilizzo responsabile del territorio sia prioritario rispetto ad eventuali interessi privatistici o speculativi a favore di pochi.
Mi sento in dovere di sottolineare il prezioso lavoro svolto in questi giorni da ragazzi e ragazze. Tutti noi li abbiamo visti con i loro vestiti sporchi di fango intenti a spalare i detriti e pulire negozi e scantinati come era accaduto nel lontano 1970.
La riconoscenza di questo corale gesto che dimostra ancora una volta che i nostri giovani sono capaci di vera e disinteressata solidarietà. Mi ha fatto piacere il vedere l’esposizione di tanti cartelli e lenzuola con cui Genova ringrazia questi angeli del fango.
Questi nostri giovani con il loro comportamento hanno manifestato un profondo amore per la nostra città e non solo, hanno dato una lezione di vita a tutti coloro che, anziché essersi a tempo debito impegnati ad evitare questa immane tragedia, hanno soltanto saputo parlare e spesso a sproposito.
Colgo l’occasione anche per esprimere nel modo più convinto e grato la più sincera e profonda riconoscenza verso tutti coloro che si sono messi a disposizione ed in primis al Corpo dei Vigili del fuoco, della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine tutte, dei Vigili Urbani ed a chiunque altro si sia impegnato.
Avviandomi alla fine del mio intervento credo sia opportuno ricordare ed in specie ai miei colleghi Consiglieri che come me si richiamano ai valori dei cattolici, che la dottrina sociale della Chiesa considera l’ambiente un bene collettivo ed una straordinaria ricchezza per l’intera umanità che va pertanto gestita con forte senso di responsabilità, adeguatamente protetta e ciò doveva avvenire sia nel passato che nel presente ma ancor di più nel futuro (riferimento Capitolo 10 “Salvaguardare l’ambiente” del Compendio della dottrina sociale della Chiesa).
Ancora una piccola “chiosa” mi sia permessa: mi permetto di rivolgermi al Gruppo Consigliare del Sel per ricordare Loro che per essere veri ambientalisti, responsabili ed equilibrati- come ritengo sia il mio caso unitamente al collega Pellerano- è necessario avere sempre coerenza, cosa che non è stato possibile riscontrare dal vostro comportamento in quanto, quasi sistematicamente, in occasione della trattazione ed approvazione di normative importanti per una seria e responsabile difesa del territorio, prima vi dichiarate contrari, poi in commissione vi astenete ed in fine in consiglio votate a favore!!! Bella coerenza e serietà da parte vostra.
Termino elencando le proposte che ho avanzato ed illustrato durante il mio intervento:
propongo la costituzione di un Corpo Regionale di Guardie Forestali;
propongo la revoca dell’articolo della Legge Regionale recentemente approvata che stabilisce la riduzione della fascia di inedificabilità dal “letto” dei fiumi e dei rivi, da metri 10 a 5 metri e da 5 metri a 3 metri;
propongo che non vengano più proposte leggi che di fatto autorizzino ulteriori cementificazioni sul territorio, ma solo provvedimenti per il recupero del patrimonio edilizio fatiscente e datato senza implementazione di cubatura o metratura originaria (sempreché non costruiti sugli alvei dei fiumi e torrenti nonché in ambiti territoriali interessati da dissesto idrogeologico non messi in sicurezza);
propongo che non vengano più avvallati progetti che hanno un impatto devastante sulle aree costiere (come ad esempio il progetto in avanzata redazione del Porticciolo di S. Margherita che prossimamente dovrebbe approdare in Regione);
propongo inoltre che venga redatto da parte della Regione Liguria ed inviato a tutte le famiglie liguri e pubblicizzato ovunque, in particolare nei luoghi pubblici e quelli a rischio, un fascicolo vademecum che illustri in modo chiaro cosa significano gli oscuri codici “allerta uno” ed “allerta due”, esplicitando in maniera chiara e semplice ai cittadini quali comportamenti devono essere tassativamente osservati dai cittadini in tali circostanze, a tutela della propria incolumità.
Solo un ultimo accenno ad un problema che richiede la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni. Mi riferisco ai gravissimi danni subiti dalle attività commerciali, artigianali, agricole ed industriali che in molti casi sono state piegate fino ad una chiusura che speriamo essere solo temporanea. Ci auguriamo che le istituzioni e la Regione in primis si adoperino per stanziare nel più breve tempo possibile idonee risorse a favore di queste attività; analoga attenzione deve essere riservata ai privati ma anche a coloro che a causa dell’alluvione hanno perso il posto del lavoro.
Mi auguro che queste mie proposte possano essere ampiamente condivise a difesa e valorizzazione dell’ambiente e per la salvaguardia dei cittadini."