/ Attualità

Attualità | 09 novembre 2011, 11:54

Nasce a Villanova d’Albenga il Premio “Antonio Semiglia” per Nuovi talenti del Jazz

Tributo al musicista sanremese, capostipite dei “Careghéti”

Nasce a Villanova d’Albenga il Premio “Antonio Semiglia”  per Nuovi talenti del Jazz

A Villanova d’Albenga (SV) viene istituito, con il patrocinio comunale, il 1° Concorso per Nuovi talenti del jazz, un’iniziativa a carattere nazionale legata contemporaneamente al territorio ligure. E per dare il senso di un radicamento con la tradizione musicale di questa terra i promotori hanno pensato d’intitolare il Premio ad Antonio Semiglia, il musicista sanremasco che – tra Ottocento e Novecento – ha vissuto una dimensione europea della musica. Il professor Semiglia era Chef d’Orchestra alla corte dello Zar di tutte le Russie e dei principi Hohenzollern, ma negli anni ’20, non più giovane, seppe accogliere le nuove sonorità del jazz proveniente da oltreoceano, iscrivendosi così tra i pionieri della musica sincopata in Liguria e in Italia. Da un punto di vista strettamente anagrafico, essendo nato nel 1868 da antico ceppo sanremasco, può senz’altro essere considerato il Decano. È in virtù di questo primato che l’associazione “ProgettoMusica” di Imperia ha scelto questo personaggio per premiare i migliori talenti del jazz di oggi. Un richiamo alla storia e un’occasione per tramandare la memoria di chi ha saputo far propria una musica d’avanguardia come era il jazz alle sue origini.

 

Il concorso è legato alla rassegna musicale “Entrojazz”, sempre con sede a Villanova, che si terrà a giugno 2012 con masterclass di noti jazzmen italiani e programma concertistico. Per il concorso “Premio Antonio Semiglia” il bando è pubblicato nel sito www.entrojazz.com e le iscrizioni (gratuite) sono aperte fino al 23 marzo 2012. La serata conclusiva con le premiazioni è prevista per il 23 giugno 2012.

Se è vero che a Sanremo, sua città natale, Antonio Semiglia non è mai stato celebrato o ricordato, il fatto che ora venga omaggiato fuori porta ci dà la conferma della sua fama e della sua emblematicità a livello regionale e nazionale. I discendenti del maestro, tra i quali il musicista Freddy Colt e la docente universitaria italo-americana Moira Di Mauro Jackson, faranno parte di un comitato d’onore che presenzierà alla manifestazione tra le antiche mura e le torri del bellissimo borgo ingauno.



ANTONIO SEMIGLIA

il decano del jazz di Liguria


Adriano Mazzoletti – il celebre critico e storico del jazz italiano, nonché conduttore di trasmissioni musicali della Rai – parla di lui (Il jazz in Italia - Dalle origine alle grandi orchestre, EDT Torino 2004) come del decano tra i musicisti liguri che abbracciarono per primi il rivoluzionario linguaggio del jazz, nei primi anni ‘20.

Antonio Semiglia era in effetti nato a Sanremo nel 1868 e cresciuto con la cultura musicale dei Rossini, Verdi, Donizetti e Puccini. Non era cosa scontata, nei ruggenti anni ‘20 (the Roarin’ Twenties, appunto) che un uomo quasi sessantenne sposasse la musica sincopata, afroamericana, assolutamente al difuori degli schemi del tempo. Era più naturale per i suoi compagni di ventura, che rispondevano ai nomi di Carlo Minari, Sandro Panizzi, Aldo Petrioli, Luigi Lorenzi e che erano tutti sulla ventina. Sta di fatto che con l’orchestrina “Jazz Le Perroquet” il Semiglia debuttava in un ingaggio a Nizza e poi al Casinò di Stresa. Il fatto è documentato da una rara foto e che è stata oggetto degli studi di Mazzoletti e ancor prima del tedesco Rainer Lotz, biografo di Minari. Semiglia era il contrabbassista del gruppo ma si produceva anche suonando lo slide whistle.

Dopo le esperienze con il talentuoso Minari, Semiglia operò con proprie formazioni cui diede nomi evocativi: la “The Gardenia! American Jazz Band” e soprattutto la “Red Cat Jazz Band” che avrebbe avuto nuova vita circa sessant’anni dopo la morte del suo fautore avvenuta prematuramente nel 1928.

Dalla discendenza di questo musicista sono emersi diversi artisti, alcuni dei quali hanno coltivato loro stessi la musica sincopata: il figlio Vittorio come batterista, il nipote Luciano contrabbassista dixieland negli anni Cinquanta, il pronipote Freddy Colt come chef d’orchestra ed erede morale della Red Cat, che in vent’anni di nuova attività ha avuto apparizioni televisive (Zelig, Unomattina) e partecipazioni a festival ed eventi in tutta Italia. E la storia continua…


com.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium