Attualità - 08 novembre 2011, 18:37

Albergo Etico: va realizzato, per diventare progetto pilota europeo

È un progetto che va realizzato.

Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dall’incontro sul più che mai attuale tema dell’Albergo Etico.

Questo, soprattutto, l’impegno bipartisan che tre diversi esponenti politici astigiani si sono assunti di fronte all’ampia platea che ieri sera ha gremito il Centro Culturale San Secondo di Asti.

La serata, organizzata dall’Associazione Albergo Etico e dal titolo “Albergo Etico: cos’è?”, aveva la doppia funzione di spiegare in maniera chiara da un lato cosa sono l’Albergo Etico e il Progetto Download, uscendo dai luoghi comuni e dalle confusioni che spesso li circondano, dall’altro di comprendere la posizione dell’attuale amministrazione comunale e dei candidati a sindaco in merito al progetto stesso.

“Dopo oltre quattro anni di lavoro – ha spiegato introducendo la serata Andrea Cerrato, membro dell’Associazione - ci presentiamo al pubblico non solo con idee e auspici, ma con una proposta progettuale concreta, che contiene i termini necessari per la sua attuazione, vale a dire tempi, spazi, risorse finanziarie e professionali. In questi quattro anni abbiamo dato vita ad una comunità in cui gli elementi fondanti della responsabilità sociale condivisa sono alla base della motivazione e dell’ostinazione ad andare avanti nonostante gli ostacoli, i vincoli e le resistenza. Questa ostinazione mi fa dire che fare impresa e favorire l’integrazione di persone diversamente abili è possibile”.

Coniugare il profitto economico e la sostenibilità di una società partecipata, in cui sia possibile offrire occasioni di realizzazione e autonomia per tutti, è dunque un traguardo alla portata dell’Associazione Albergo Etico e della città di Asti.

Ma ora, a quattro anni dall’avvio di questo ambizioso progetto, è arrivato il momento di fare il punto della situazione e non perdere l’occasione di diventare progetto pilota in Europa di quel particolare metodo formativo nato al Tacabanda di Asti, e poi sperimentato con successo da una ventina di aziende astigiane, che vede alla sua base il concetto di “download”, di “prova del fare” e di “accademia dell’indipendenza”.

In occasione del recente incontro a Bruxelles, il gruppo di lavoro dell’Albergo Etico ha presentato al vice presidente del Parlamento Europeo Pittella e all’eurodeputato Rossi il progetto di costruzione dell’albergo stesso.

La domanda, in quella sede così come già prima a Roma da parte del presidente della Repubblica Napolitiano, è stata: di cosa avete bisogno?

Una domanda che ieri sera è stata girata ai politici presenti in quanto c’è l’impellente necessità di sapere se Asti è pronta ed interessata ad avere un albergo etico e, soprattutto, dove vuole collocarlo.

Entro il 30 novembre bisogna, infatti, inviare alla Commissione Europea una scheda progetto dell’Albergo Etico: Asti può essere uno dei tre progetti pilota che l’Europa può scegliere per l’Italia, con una ricaduta importantissima in termini di opportunità per il nostro territorio.

Assente il primo cittadino di Asti, tanto l’assessore comunale ai Servizi Sociali Pierfranco Verrua quanto i candidati a sindaco Mariangela Cotto e Fabrizio Brignolo hanno accolto positivamente il progetto Albergo Etico.

Brignolo e Cotto in particolare, che vedono con favore la proposta dell’Associazione che vuole la realizzazione di una struttura turistico ricettiva nell’ex ospedale di Asti, hanno rimarcato il fatto che questa è già prevista da una delibera di giunta comunale del 2008 e che la programmazione urbanistica della città esclude che in quell’area possa essere realizzato un centro commerciale.

“È una cosa che bisogna fare e che non bisogna lasciarsi scappare – ha sottolineato Brignolo – e chiunque amministri la città, da domattina in poi, deve assumersi un impegno certo su questo progetto”.

“Uno sforzo importante che dobbiamo fare tutti – ha invece precisato Mariangela Cotto – è far comprendere cos’è l’albergo etico, spiegare cioè che non e luogo di assistenzialismo, ma un’opportunità di sviluppo e riqualificazione di una zona che da sei anni paga anche in termini economici il trasloco dell’ospedale”.

L’incontro, moderato dal giornalista Carlo Cerrato, aveva tra i relatori Antonio De Benedetto, titolare del Ristorante Tacabanda, del presidente del Anglat Paolo Rosso, dell’architetto Maurizio Galosso, e degli imprenditori Giorgio Zanatta, Alessandro Durando e Viviana Battistetti.


 

ALBERGO ETICO: COS’E’?

Non è una struttura ricettiva o sanitaria rivolta ai portatori di handicap, ma un albergo a tutti gli effetti, aperto a tutti, capace di affrontare il mercato offrendo servizi di qualità, fatto da professionisti del settore e il cui obbiettivo è l’utilizzo dello strumento albergo per il recupero delle persone con handicap intellettivi, sensoriali e fisici.


IL PROGETTO DI ALBERGO ETICO

La struttura alberghiera in progetto è in grado di offrire tutti i servizi che sono attualmente richiesti dal mercato e dagli operatori del settore, per essere un luogo di promozione turistica di tutto il territorio. Sarà un albergo di fascia medio - alta (4 o 5 stelle) con almeno 100 camere e, quindi, capace di rispondere alla domanda dei grandi tour operator e di accogliere quella grande fascia di turismo che si sposta con i pullman. Sarà dotato di centro benessere e termale, centro fisioterapico, auditorium e sala conferenze, ostello dei ragazzi (Accademia per l’indipendenza), centro medico permanente di controllo, servizio ristorazione e bar, uffici amministrativi e di coordinamento con il territorio e di un’area di promozione di tutto il Monferrato.


L’ALBERGO ETICO NEL VECCHIO OSPEDALE

Il progetto di riqualificazione della struttura prevede la ristrutturazione della parte “storica” e la contestuale demolizione della parte nuova che si affaccia su viale alla Vittoria. Le caratteristiche della parte monumentale permettono l’insediamento di una struttura alberghiera, con un complesso di interventi che possono adattare l’esistente alle esigenze specifiche e offrire una lettura storica dell’edificio. Per la realizzazione dell’opera si intende attuare un ampio coinvolgimento delle attività locali, sia in fase di progetto sia nella realizzazione.


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