Attualità - 03 novembre 2011, 08:57

Moda: Cgil Cisl e Uil ecco l'unità sindacale, a favore del carbone ed alleati di Tirreno Power

A seguito delle dichiarazioni dei sindacati apparse su un quotidiano locale, in data 1/11/2011 in cui CGIL, CISL e UIL prendono netta posizione a favore dell’ampliamento a carbone della centrale T. Power di Vado L., il Moda vuole ricordare che il futuro energetico non dipende dal carbone bensì da forme di produzione e gestione dell’energia "ecosostenibili".

Oggi infatti tutte le moderne economie degli Stati più avanzati producono sempre più energia in modo efficiente, economico e a basso impatto ambientale abbandonando il carbone che è in assoluto la fonte di energia non rinnovabile più inquinante a causa di elevata produzione di CO2, SO2, NOx, IPA ecc e complessivamente di polveri sottili primarie e secondarie cancerogene e cardiotossiche.

Il costo del carbone, che è basso come materia prima, diventa invece il più alto quando vengono valutati costi esterni dei danni (ad ambiente, salute, clima, eccesso di CO2 ecc) provocati dalle emissioni per ogni Kwh prodotto: i costi esterni per la centrale a carbone di Vado L. attualmente sarebbero di almeno 20 morti/anno e 140 milioni di euro/anno valutati secondo i criteri della Comunità Europea (fonte ExternE). Chi pagherà questi danni? I Sindacati forse?

A causa di questi motivi di ragione sanitaria, ambientale ed economica la California ha bandito il carbone così come la Danimarca, la Svizzera ecc. Un altro fondamentale argomento riguarda l’occupazione: è ben noto infatti che ogni MWe installato di energia rinnovabile (solare o eolico) porta ben più occupazione di impianti come centrali a carbone sempre più automatizzate e che richiedono sempre meno personale.

Dov’erano i sindacati, che oggi vogliono potenziare per una manciata di posti di lavoro, quando l’occupazione in centrale a Vado, nel silenzio più totale, si è dimezzata da 556 a 224 unità nel passaggio da Enel (1985) ai privati di T. Power (2006)?

Abbandonare il carbone DA SUBITO nella centrale T. Power di Vado non è quindi né una "eresia" né un "pregiudizio ideologico" soprattutto per una centrale che funziona con gruppi a carbone vecchi di 50 anni, non più ristrutturabili e con livelli di emissione a camino non compatibili con quanto richiesto oggi obbligatoriamente dalla direttiva europea IPPC AIA e recepita in Italia dal DLgs 128/10. I sindacati che oggi vogliono addirittura il potenziamento a carbone tacciono sui gruppi a carbone "fuorilegge" che continuerebbero impunemente a funzionare per almeno 9 anni e che invece andrebbero immediatamente chiusi a tutela della salute dei lavoratori e della popolazione che da 40 anni subisce il gravissimo inquinamento di questa "centrale in città"!

E poi basta con questa falsità del "bisogno di energia"! L’Italia ha più del doppio di potenza installata rispetto al fabbisogno "di picco" e a la centrale di Vado attualmente produce circa 6.000 Gwh/anno circa 4 volte di più di quella consumata in Provincia di Savona (1.500 Gwh/anno) e il solo gruppo a gas circa 3.000 Gwh/anno circa il doppio del consumo provinciale. Chiudendo i vecchi gruppi a carbone quindi avremmo energia in abbondanza, ambiente più sano e profitti elevati per T. Power (depotenziamento e completa metanizzazione).

Ma i sindacati ignorano ( o fingono di ignorare) queste cose e cercando di imporre "a tutti i costi" il progetto di potenziamento a carbone di T. Power, su cui gruppi solo a carbone e non a gas sarà possibile bruciare anche il rifiuto urbano come CDR con aggiunta nell’aria di diossine e metalli pesanti, continuano a sostenere, come nel passato, un industrialismo di terz’ordine che ha prodotto, come dichiara anche la UIL, la situazione disastrosa dell’economia, della salute e dell’occupazione nel Savonese (vedi Stoppani, ACNA, Italiana Coke, Titrreno Power ecc.) (vedi allegato MODA del 1987)

Savona, 2 Novembre ’11

Dr. Virginio Fadda

Dott. Agostino Torcello

 

MODA Savona