Circa un mese fa l’assemblea dei sindaci del Distretto socio sanitario n°6 delle Bormide, convocata dal sindaco di Cairo, Fulvio Briano in qualità di presidente, insieme ai medici di famiglia che avevano partecipato alla riunione, aveva redatto un documento, poi consegnato a Neirotti, nel quale si ipotizzava il futuro assetto dell’ospedale cairese.
Una “visione” che, però, era stata decisamente criticata dal Comitato spontaneo dei dipendenti dell’Ospedale (lo stesso che ha collaborato con Il Comitato sanitario locale per la raccolta di quasi novemila firme a sostegno del Pronto soccorso) che lo aveva bollato come un irrealistico libro dei sogni, e per questo più dannoso che utile. Tra i punti sottolineati nel documento, il rafforzamento del Pronto soccorso, sul quale, anzi, veniva a basarsi tutta la futura struttura dell’ospedale; il mantenimento degli otto posti letto di Chirurgia generale; l’aumento a 10 posti letto (attualmente sono 3), di OBI (osservazione breve intensiva).
Aspettative che si sono clamorosamente schiantate, è proprio il caso di dirlo, contro le dichiarazioni rilasciate dallo stesso direttore generale dell’Asl 2, Flavio Neirotti, e dell’assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo, in occasione della recente inaugurazione della pista di Elisoccorso di Millesimo.
Pronto soccorso. Altro che potenziamento: nelle dichiarazioni di Montaldo sulla nuova ottica del servizio emergenza il chiaro annuncio che l’intento di declassamento del Pronto soccorso rimane ben in piedi ed è stato semplicemente rimandato. Ha spiegato, infatti, Montaldo: “L’obiettivo non è portare il paziente in emergenza nella struttura più vicina, ma, attraverso elisoccorso, 118 e l’integrazione tra guardie mediche e 118, condurre in sicurezza il paziente nella struttura attrezzata nel modo più idoneo per rispondere a quell’emergenza. Portare un paziente in emergenza in una struttura che non ha professionalità, apparecchiature e reparti idonei (chiaro riferimento al PS di Cairo) e che quindi a sua volta dovrà indirizzare il paziente verso altre strutture, significa semplicemente perdere del tempo, mettendo a rischio la salute del paziente. Il servizio di emergenza di un ospedale dovrà dare le risposte che è effettivamente in grado di dare”, ovvero, il PS di Cairo non sarà potenziato ma, semmai, declassato.
Posti letto OBI. Neirotti non può fare a meno di sorridere: “Dieci posti letto OBI? Ma non potrebbe permetterseli l’ospedale di Savona… Le richieste devono essere realistiche”.
Chirurgia generale. Dal primo gennaio chiuderà Chirurgia generale a Cairo. L’ottica dell’ospedale cairese sarà quella di sviluppare la Day Surgery, che si sta già rafforzando con nuove specialità.
Sale Operatorie. Il progetto delle nuove sale non è saltato, ma probabilmente “dovrà essere rimodulato a fronte delle reali esigenze e dell’ottica di utilizzo. Chiudendo Chirurgia generale, e con un nuovo assetto del Pronto soccorso, è ovvio che il progetto iniziale dovrà essere rivisto proprio in funzione di questi cambiamenti”.
Insomma, come ha sottolineato l’assessore Montaldo, “nessuno nega la valenza dell’Ospedale di Cairo per questo territorio, bisogna, però, non solo per far quadrare i conti, ma soprattutto pensar al bene dei pazienti, e quindi ad una struttura che offra i servizi che è concretamente in grado di garantire”.