Anche se viene confermato lo stanziamento annuo per il funzionamento strutturale, di 4 milioni e 9 mila euro, la DIA si trova ad operare ridotta a lumicino. Non solo già manca personale e risorse necessarie ad affrontare le emergenze investigative e non si procede, quindi, a rafforzare la struttura, ma si procede al taglio dell'indennità che spetta agli agenti in servizio alla DIA.
Questo avviene nonostante alla DIA siano stati dati, meno di due anni fa, maggiori poteri di autonoma iniziativa in materia di misure di prevenzione e che tali poteri non solo hanno permesso alla DIA di procedere nel contrasto alle organizzazioni mafiose, ma anche consentito allo Stato di fare “cassa”. Per fare un esempio concreto basta vedere quanto ha prodotto in materia di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati il Centro Operativo di Genova, ovvero cifre - oltre 17 milioni di euro - ben superiori allo stanziamento annuo del Governo (meno di 5 milioni) per il funzionamento della DIA di tutta Italia.
Bisogna poi tenere conto che consistente dei parte dei 5 milioni di euro stanziati per la DIA finiscono per coprire le spese degli affitti, a privati, per le sedi operative, visto e considerato che non si è ancora provveduto a prevedere che la DIA possa utilizzare per le proprie sedi immobili confiscati o comunque immobili di pubblica proprietà.
In merito al taglio del 20%, corrispondente al trattamento economico aggiuntivo, la motivazione adottata dal Governo non regge. Non si può infatti sostenere che sia “ingiusto” che il personale altamente qualificato della DIA abbia uno stipendio del 20% superiore a quello dei normali reparti delle Forze dell'Ordine.
Se si vuole una seria e concreta azione per la legalità e la lotta alle mafie, occorre aumentare gli stipendi (che già in parte vengono usati per pagare spese di lavoro, compensando i tagli degli anni passati) sia alle normali Forze dell'Ordine, sia alla DIA.
Sul sito ufficiale della Casa della Legalità abbiamo pubblicato una più dettagliata analisi della questione.