"Caro Assessore Vesco,
le assicuriamo che le nostre intenzioni, nel denunciare la situazione presente e futura del trasporto pubblico in Liguria, non sono affatto strumentali.
Da anni cerchiamo, con le nostre scarse forze di cittadini volontari, di effettuare un servizio civile di lotta al degrado del trasporto pubblico, guardando ai fatti.
Se è vero che non riusciamo ad incidere sulle scelte del Governo, non ci sembra che questa debba essere un motivo di soddisfazione da parte di chi, in qualità di assessore regionale ai trasporti, avrebbe a disposizione mezzi ben più numerosi ed incisivi, riteniamo, di quanti ne possano avere dei semplici cittadini.
E’ vero semmai che questa sordità alle istanze dei cittadini da parte del Governo certifica una volta di più lo scollamento tra le istituzioni e le persone che trovano sempre minori più insoddisfacenti risposte e ai loro problemi quotidiani.
Abbiamo indicato nel Governo il principale responsabile dei tagli, ma riteniamo che anche la Regione debba fare la sua parte, facendo proposte anche dirompenti. Non possiamo accettare una semplice ratifica delle politiche folli proposte da un Governo palesemente allo sbando.
Sulla base di queste folli proposte di taglio l’anno prossimo il trasporto pubblico verrebbe quasi azzerato: non pensa, Assessore Vesco, che in tanti si stanno già domandando se rinnovare oppure no l’abbonamento annuo? Si rende conto di quanto può essere destabilizzante per un pendolare non sapere se potrà contare sul proprio mezzo di trasporto, non avendo spesso alternative?
Noi abbiamo fatto, ritengo, quello che era nella nostre possibilità: abbiamo denunciato i tagli governativi e lanciato un appello alle più alte cariche dello Stato, appello sottoscritto da una trentina di comitati e associazioni di pendolari di tutta Italia, da associazioni di consumatori, da organizzazioni sindacali.
Lo abbiamo consegnato personalmente al Ministro Matteoli, e inviato al Presidente Napolitano e al ministro Tremonti.
Molti cittadini e politici l’hanno sottoscritto, non lei, pur invitato.
E’ vero, non abbiamo fatto manifestazioni folcloristiche o chiamato Striscia la Notizia ma, vede, signor Assessore, noi preferiamo agire diversamente. Non ci limitiamo alla protesta generica e macchiettistica, e preferiamo analizzare in profondità le ragioni del degrado. Non ci limitiamo alla denuncia, facciamo anche proposte concrete, studiando i fenomeni e documentandoci. Le nostre tante proposte mai una volta sono state ritenute degne di una seria discussione, liquidate sempre con battute ed ironie da parte sua.
Apprezziamo e appoggiamola la richiesta attualmente in corso di esame in Parlamento che chiede di destinare una parte dei proventi dalla vendita di frequenze per telefonini al trasporto pubblico. Tale proposta è stata presentata da parlamentari del PD con i quali siamo in contatto e che da tempo seguono le vicende del TPL. Ci spetteremmo un forte sostegno delle Regioni a questa proposta.
Lei dice che la Regione non poteva fare altro che annunciare i tagli: ma non è vero che non si può fare proprio nulla di alternativo. Si può, in primis, chiedere pubblicamente al Governo di destinare una parte delle accise sui carburanti al finanziamento del trasporto pubblico, così come si può decidere di fare delle scelte che, se i soldi sono pochi, vadano verso il tpl a discapito di altri tipi di investimento magari anche attraverso inasprimenti delle aliquote Irpef e Ires sui redditi alti. Usare il mezzo privato è in molti casi un obbligo imposto, più che una scelta, un obbligo che pesa sempre di più sulle tasche dei cittadini.
Per concludere, il nostro è stato e voleva essere un invito ad agire in modo energico (anche attraverso forzature istituzionali o iniziative clamorose) e a non rassegnarsi all’inevitabile: abbiamo fiducia nella Regione che, spesso, si è dimostrata reattiva alle nostre sollecitazioni, ma ora serve uno scatto ulteriore, una decisa scelta di campo in favore del trasporto pubblico, in favore dei cittadini che hanno scelto questa amministrazione anche in virtù degli impegni presi nel settore dei pubblici servizi".