a) La carta, in particolare la tissue, tipologia che verrà prodotta a Ferrania, è un materiale molto leggero, quindi non è conveniente trasportarlo per lunghe distanze, di conseguenza le cartiere sorgono sempre entro un raggio di 100 - 200 Km rispetto al loro mercato di vendita.
b) Considerando che il potenziale mercato di riferimento della nuova cartiera di Ferrania è già saturato dalle cartiere localizzate in Toscana, Francia e Basso Piemonte, l’unica possibilità per il nuovo impianto di entrare sul mercato ed avere degli utili, sarà quello di produrre potendo contare su calore ed elettricità a basso costo.
c) Risulta quindi evidente che la cartiera di Ferrania potrà stare sul mercato e competere con la concorrenza solamente se verrà costruita la centrale a biomassa, quest’ultima potrà soddisfare le esigenze dell’impianto fornendo calore ed elettricità a basso costo, visto che i suoi utili deriveranno principalmente dallo smaltimento della frazione secca dei rifiuti urbani.
d) L’affermazione del Sindaco di Cairo Montenotte, Avv. Fulvio Briano, in cui manifesta il suo impegno per convincere la proprietà Ferrania a non realizzare la centrale a biomassa, non sta in piedi, perché significa che il Sindaco si adopererà, in questo modo, anche per non fare costruire la cartiera, rinunciando a 40 posti di lavoro, che in questo periodo di crisi non sono pochi.
Al contrario sarà proprio la proprietà Ferrania a convincere il Sindaco sulla necessità di realizzare la centrale a biomassa, al fine di poter permettere alla cartiera di produrre e fare utili, creando nuova occupazione.
e) L’unico vero obiettivo della Proprietà Ferrania è quello di costruire una grande piattaforma di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la componente umida sarà trattata dal biodigestore, mentre la componente secca dalla centrale a biomassa.
Tutti i discorsi sulla sostenibilità ambientale del biodigestore, sulla raccolta differenziata a Cairo Montenotte ed in Provincia di Savona ed in ultimo sulla costruzione di una nuova cartiera sono solamente “cavalli di Troia” per poter realizzare un progetto estremamente redditizio, con basso impiego di manodopera e con un grande impatto sulla qualità della vita di cittadini della ValbBormida.
Il futuro della valle Bormida passa sul riutilizzo delle aree industriali dismesse a seguito della ristrutturazione dell’industria chimica, le decisioni che, a tale riguardo, verranno prese oggi incideranno sullo sviluppo del nostro territorio e sulla salute dei residenti per i prossimi decenni, per questo motivo credo che qualsiasi decisione in questo ambito debba essere ponderata ed analizzata nel dettaglio, al fine di non essere lo strumento inconsapevole di un progetto non funzionale alle reali esigenze del territorio, il cui prezzo sarà pagato dalle future generazioni.
Ringraziando per l’attenzione che vorrete dedicare a queste mie considerazioni Vi porgo cordiali saluti
are.vallebormida@libero.it