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Attualità | 17 ottobre 2011, 12:39

Albenga, Giovani Democratici all'attacco di Ciangherotti: "Inadeguato al ruolo: mala fede e istigazione alla violenza". Aveva detto: "Usare la pistola"

Albenga, Giovani Democratici all'attacco di Ciangherotti: "Inadeguato al ruolo: mala fede e istigazione alla violenza". Aveva detto: "Usare la pistola"

Con le dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri in riferimento alla manifestazione degli Indignati svoltasi a Roma lo scorso sabato 15 ottobre e ai contestuali scontri fra infiltrati violenti e Forze dell’Ordine, l’Assessore Ciangherotti ha dimostrato una volta di più la propria connaturata inadeguatezza alla veste istituzionale del ruolo che egli attualmente ricopre.

La mala fede dell’Assessore Ciangherotti emerge chiaramente dal volgare ed infido tentativo, peraltro comune alla cultura politica delle destre italiane, di identificare le centinaia di migliaia di persone, giovani e meno giovani, che pacificamente hanno sfilato per le vie della capitale, dimostrando una profonda cultura democratica, con l’esigua ma rumorosa minoranza di violenti che hanno turbato la pace e la tranquillità di quella che, ad ogni modo, era e rimane, nonostante tutto, una grande ed importante giornata di democrazia.

Ciangherotti, con le sue parole, offende l’intelligenza degli Italiani onesti, oltreché la propria.

Per quale motivo l’Assessore omette di sottolineare, per esempio, come tanti manifestanti abbiano attivamente collaborato con le Forze dell’Ordine per arginare le violenze, bloccando e consegnando direttamente numerosi facinorosi?

Definire «una setta di delinquenti» i tanti ragazzi e ragazze che sabato, a Roma come in moltissimi altri Paesi del mondo, hanno democraticamente manifestato la propria legittima indignazione per gli evidenti sfaceli prodotti dall’attuale modello economico-finanziario neo-liberista, costituisce un gesto gravemente anti-democratico, che certo non si adatta all’istituzionalità delle mansioni che Ciangherotti è chiamato a svolgere. Sabato, in piazza, non hanno sfilato «figli di papà», bensì un’intera generazione martoriata dalla precarietà e che certamente non vive in «villette monofamiliari» e non guida Mercedes, ma comunque chiamata, ancora una volta, a pagare pesantemente per gli errori commessi dalla classe dirigente che li ha preceduti; Assessore Ciangherotti, per Lei che fa della difesa della vita e della famiglia il proprio vessillo, dovrebbe essere facile comprendere che lavorare in favore delle famiglie significa anche, e forse soprattutto, battersi affinché i tanti giovani che vorrebbero farsene una propria abbiano la possibilità materiale di farlo, possibilità che oggi drammaticamente manca loro. E affermare che coloro che portano avanti queste sacrosante istanze altro non siano che elementi violenti, contro i quali sia legittimo intervenire repressivamente, rappresenta un atto che dovrebbe far vergognare profondamente chi pronuncia tali scellerate parole e che sembra tradire un’antipatia di fondo verso i più basilari principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione.

Parlare, poi, in termini qualunquistici ed irriverenti, di «magistratura che strizza l’occhio» ai violenti vuol dire offendere un’intera categoria professionale di servitori dello Stato, entità che Ciangherotti, davvero troppo spesso, dimentica di rappresentare.

Infine, che un Assessore, rappresentante dello Stato, si riferisca in termini di auspicio all’eventualità di un bagno di sangue – come interpretare diversamente il folle riferimento alla «pistola» che dovrebbe essere utilizzata in tali casi? – rappresenta un inaudito atto di ingiustificata violenza verbale, che offende la nostra Democrazia e i principi fondamentali della nostra Repubblica. Sono varie le forme di violenza, Assessore: è certamente violenza quella di chi sfonda vetrine e incendia automobili, ma è parimenti violenza, forse ancora più grave, quella verbale di un rappresentante delle Istituzioni democratiche che istiga ad azioni cruente.

Personalmente, a nome del Partito Democratico di Albenga e dei Giovani Democratici del Ponente Savonese, esprimo piena solidarietà e un ringraziamento alle Forze dell’Ordine, impegnate nell’arginare violenze che l’intera comunità politica democratica condanna senza riserve, e, allo stesso tempo, manifesto solidarietà e vicinanza ai tantissimi manifestanti che hanno visto oscurate le proprie istanze di cambiamento, con le quali ritengo che la politica non possa più esimersi dal confrontarsi.


Di seguito le dichiarazioni rilasciate ieri dall'Assessore Ciangherotti:

Se "indignati" sono questi figli di papà che, di giorno, si mascherano per recitare la parte delle nuove generazioni di giovani che vorrebbero più scuole e meno banche, case gratis per tutti, stop alle società per azioni e più assistenza sociale, senza padroni e senza alcuna responsabilità sul debito pubblico... per poi, alla sera, rientrare a casa, magari nella villetta monofamiliare, mantenuti e parassiti, convinti che lo stipendio come la pensione sia un diritto, c'è da ringraziare Dio per non far parte di questa setta di delinquenti che dovrebbero finire in galera e basta, se la magistratura ogni volta non strizzasse loro l'occhio... Ieri a Roma, come alcuni anni fa a Genova con il G8. L'estintore rimane il simbolo di ragazzi criminali che, di fronte agli scontri, vanno solo compatiti, anche da morti, come dei perfetti farabutti. Pace all'anima loro... Anche a Carlo Giuliani. E piena solidarietà alle Forze dell'Ordine, ieri, oggi e sempre. Il manganello, la galera e la pistola restano l'unica arma di legittima difesa, troppo poco usata, di fronte a queste devastazioni.

com. Raffaele Mittaridonna

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