In merito all'articolo appparso su Savonanews.it il 29 settembre a titolo "Sfiorata tragedia sulla passeggiata di Alassio, Melgrati non si lascia sfuggire l'occasione", ritengo opportuno intervenire per spiegare la situazione in merito all'infestazione di punteruolo o rincoforo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) nella città di Alassio vista e vissuta dal servizio fitosanitario regionale.
Il parassita è stato segnalato per la prima volta ad Alassio nell'estate 2008.
Il comune da allora è intervenuto per abbattere numerose palme, ma si può dire che non sempre l'abbia fatto celermente. Questo ha consentito agli adulti presenti sulle palme infestate di volare su altri esemplari.
Testimonia questo il fatto che da subito le infestazioni sono aumentate in modo esponenziale tanto da interessare i comuni vicini che lamentano l'inerzia alassina.
Per fare un paragone: a Bordighera la prima infestazione è stata del 2007. Pur con un anno di anticipo rispetto alla prima infestazione d'Alassio le piante colpite sono ad oggi la metà.
Il vicino comune di Ospedaletti ha avuto il primo caso d'infestazione il mese scorso. Le palme pubbliche e private vengono trattate in una settimana al massimo. Il servizio giardini segue la maggioranza degli interventi.
Ad Alassio i privati, forti di tale inerzia esemplare, si adeguano e pure loro non sono dei fulmini di guerra. L'infestazione continua praticamente indisturbata tanto che si riescono a vedere palme come quelle nella foto.
Si è visto: potare palme comunali infestate quando in realtà dovevano essere abbattute, foglie di palme nei cassonetti della NU; foglie di palme pubbliche infestate rimosse in quanto pericolanti poste per 4 giorni ai piedi della pianta senza alcuna protezione (gli adulti erano liberi di volare); intervenire con la tecnica di "dendrochirurgia" su palme pubbliche in maniera a dir poco obbrobriosa (Viale delle Palme e Parco San Rocco) nonostante ad un convegno apposito, svoltosi in città, è stato fatto vedere in pratica come intervenire "a regola d'arte"; abbattere esemplari comunali infestati senza nessun preavviso al nostro servizio come richiesto; confezioni di nematodi (organismi che si cibano delle larve del punteruolo e che hanno vita breve se non utilizzati in tempo), acquistati dal comune, in frigo, in attesa dei soldi per noleggiare i mezzi per poterli distribuire (a questo punto perchè comprarli?) il bio trituratore alla discarica pubblica, utile a distruggere i tessuti delle palme infestate e i parassiti che contengono, rotto da anni.
Tutto questo a prescindere dalle amministrazioni.
Alassio è l'unico comune ligure, tra quelli che affrontano il problema punteruolo, che non provvede ancora ad emettere autonomamente ordinanze comunali che ordinano l'abbattimento delle palme private.
Deve quindi provvedere il servizio fitosanitario ad inoltrare le prescrizioni, previo rilievo e dopo essersi fatto dare dal comune (con non poca fatica e l'ormai cronica lentezza) i recapiti dei non residenti. Tutto questo richiede tempo ed il parassita avanza nella sua invasione.
Palme sono state piantate in Via Diaz. Un po' come mettere persone sane in un Lazzareto impestato.
Non risulta esistere un inventario che documenti la situazione, che elenchi le piante infestate, trattate ed abbattute sino ad ora. Sembra che interessi solo al servizio fitosanitario il patrimonio palmicolo di Alassio.
I privati si sentono quindi sempre più autorizzati ad andare "a braccio", incoraggiati da programmi televisivi che mettono sul ridere un problema serio e pubblicizzano soluzioni empiriche spesso con l'impiego di antiparassitari non autorizzati o tecniche non sperimentate e provate efficaci.
Sempre il privato chiede al servizio fitosanitario, disarmandolo, giustificazioni per il comportamento della città di Alassio.
Oggi il comune è senza soldi per il verde urbano ed il poco personale preposto che collabora è oberato da mille incarichi e si occupa di più servizi contemporaneamente. Quando accadrà qualcosa di grave, come si è rischiato, questi verranno pure incolpati. Sicuramente la congiuntura economica incide, ma ad Alassio sembra che il Rincoforo sia meno ferruginoso del meccanismo messo in piedi (?) per affrontare il problema.