In realtà, tutto il balletto di dichiarazioni che si sono fino ad oggi registrate sui media locali, ha principalmente incentrato le critiche sulla conduzione delle Aziende Sanitarie da parte dei Direttori Generali che, giova ricordarlo, sono chiamati a gestire - ovviamente al meglio - la complessa macchina della sanità in base alle scelte strategiche e alle indicazioni vincolanti assunte dal livello politico regionale. In questo quadro a tinte fosche, credo che sarebbe opportuno che tutta la classe politica che ha governato la regione in questi ultimi 15 anni, facesse un esercizio di profonda autocritica evidenziando gli errori strategici che, secondo noi, si trovano principalmente alla base delle difficoltà attuali, ovviamente in concorso con i robusti tagli previsti dalla manovra del Governo.
Rimanendo nel nostro ambito provinciale, c’è un tema che prima o poi, per onestà verso i cittadini, le forze politiche dovrebbero avere il coraggio di affrontare di petto senza essere sempre frenati dalla paura di perdere consensi, perché in momenti di grande difficoltà bisogna mettere in campo prove di grande coraggio, anche politico. Il tema è quello della rete ospedaliera per cui crediamo sia giunto il momento di dire ai cittadini savonesi con grande chiarezza quello che oggi nessuno vuole dire e, cioè, che l’attuale sistema sanitario provinciale non è più in grado di reggere la presenza di 4 ospedali e che la decisione di costruire il nuovo ospedale di Albenga è stata una delle scelte politiche fra le più penalizzanti degli ultimi anni. Per contro, assistiamo poi ad accorpamenti di specialità e primariati, quando fino a qualche anno fa la tendenza è stata esattamente all’opposto.
Le conseguenze, purtroppo, le abbiamo oggi sotto i nostri occhi: si procede con interventi di estrema urgenza, andando a tagliare il più possibile, al di fuori di un piano vero e concreto di ridefinizione, a medio e lungo termine, dei servizi sanitari non solo nel savonese, ma a livello regionale. E in questo contesto, ad esempio, ci sfugge il senso del piano di rilancio del Galliera di Genova, rispetto al quale sarebbe opportuno conoscere in anticipo le reali cifre dell’esborso regionale, che sembrerebbe essere piuttosto consistente.
Le cronache regionali ci parlano inoltre di continue liti all’interno della maggioranza, dove i singoli consiglieri si ergono a difensori di posizioni campanilistiche e, dove, le decisioni assunte al mattino non valgono già più alla sera, mentre in questo momento ci sarebbe bisogno di pensare e lanciare un grande piano organico in grado di garantire, nel medio e lungo periodo, la stabilità di tutto il sistema e, soprattutto, la tranquillità dei cittadini, anche rispetto ai servizi territoriali, che vengono anch’essi penalizzati in questo quadro di pesanti tagli.
Ovviamente questa non è una peculiarità solo della provincia di Savona, ma di tutta la Liguria. I cittadini sono giustamente preoccupati, e noi lo siamo con loro, circa il futuro dell’assistenza sanitaria nella nostra regione. Siamo però altrettanto consapevoli che, se invece di procedere nell’emergenza quotidiana, chiudendo oggi un pezzo e tagliando domani un servizio, si pensasse ad un vero piano di riorganizzazione a lungo termine, svincolato da calcoli politici sulla perdita del consenso, i cittadini per primi sarebbero in grado di comprendere e sopportare nell’immediato dei sacrifici, a fronte di una prospettiva più sicura per il futuro.
Chiediamo che la Regione apra dei tavoli di confronto con le forze politiche a livello territoriale su proposte programmatorie di ampio respiro, rispetto alle quali avviare un confronto che possa portare ad un riassetto del sistema sanitario ligure in grado di dare garanzie di certezza e solidità e sul medio e lungo periodo.