“Come sembrerebbe, possiamo tirare un sospiro di sollievo, l’incidente di lunedì nel sito nucleare francese di Marcoule appare privo di conseguenze rilevanti; ma facendo tesoro di due luoghi comuni: <<prevenire è meglio che curare>> e <<uomo avvisato mezzo salvato>> vorremmo che il dibattito sul nucleare transalpino” auspicano i Consiglieri regionali Aldo Siri e Lorenzo Pellerano della Lista Biasotti “non si spegnesse in pochi giorni, archiviato come pericolo scampato, bensì tenesse banco come è accaduto in occasione del nucleare si nucleare no che tanto spazio su giornali e tv nostrani ha occupato solo pochi mesi orsono.”
“E’ evidente che una Chernobyl o Fukushima sul territorio francese avrebbe lo stesso impatto per noi liguri di quello generato da un incidente nei confini nazionali, anzi, una sciagura nel nostro meridione potrebbe avere per noi addirittura minori conseguenze”.
“Lunedì, appena diffuse le prime notizie, chi governa la nostra regione si è subito pronunciato” continuano Siri e Pellerano “leggiamo interventi del Presidente Burlando, dell’Assessore Briano ed il collega consigliere del Pd Scibilia si affretta a presentare un’interrogazione urgente; peccato che la lista Biasotti avesse già presentato il lontano 22 febbraio proprio un’ interrogazione urgente, e sottolineamo urgente, che ancora oggi però non ha ottenuto attenzione e quindi risposta”.
“Questa nostra interrogazione” specificano i Consiglieri “antecedente agli eventi giapponesi, era conseguente a quanto accadeva allora in Francia, di estrema gravità ma con risonanza nulla sull’informazione nazionale e regionale, ovvero ci riferiamo a quanto comunicato lo scorso 1 febbraio da parte della francese ASN (Autorità di Sicurezza Nucleare) cioè il riscontro di un’anomalia su 34 reattori nucleari - la Francia dispone di ben 58 reattori nucleari distribuiti in 19 centrali sul territorio nazionale - impianti peraltro operativi da decenni (il primo dal 1977 mentre il più recente funziona dal 1987); questa anomalia riguarderebbe nientemeno che i circuiti di sicurezza per il raffreddamento dei reattori, ovvero non esiste la certezza che, in caso di surriscaldamento del nucleo del reattore, i flussi idrici preposti al raffreddamento dello stesso, per evitarne la fusione, intervengano in maniera adeguata; appare qui scontato ma necessario il riferimento a Fukushima”.
“Come se non bastasse, solo pochi giorni dopo, viene emesso dalle stesse autorità un nuovo ed ulteriore comunicato inerente anomalie, questa volta, riguardanti i motori diesel che alimentano i gruppi elettrogeni di soccorso (quelli cioè preposti a garantire l’arresto in sicurezza dei reattori) nei quali si è registrata una prematura usura dei cuscinetti”.
“Insomma” affondano Siri e Pellerano “ponevamo l’accento su eventi che ci interessano eccome dato che distanze di poche centinaia di chilometri sono nulle parlando di nucleare e non basta un confine tracciato su una cartina geografica per proteggerci da errori commessi al di là dello stesso, eventi sui quali ritenevamo necessaria allora, ed ancor più oggi, la stessa attenzione che presteremmo se questi riguardassero il nostro territorio.”
“Speriamo che, finalmente, Burlando capisca l’urgenza nonché attualità della nostra interrogazione trascurata per quasi 7 mesi e ci permetta di chiedergli in Consiglio se ci sia qualcuno nell’Ente regionale che si occupi di monitorare tutto quanto riguarda il nucleare in Francia, se siamo, quindi, aggiornati sugli accadimenti oltralpe e, nel dettaglio, se sappiamo come le autorità dello stato a noi confinante abbiano reagito per risolvere queste gravi mancanze riscontrate nello scorso febbraio nei loro siti nucleari, se le eventuali soluzioni individuate siano già state attivate e quali garanzie di sicurezza possano scientificamente fornire”.
Secondo Siri e Pellerano “senza catastrofismo - sia ben chiaro - ma solo con l’intento di essere propositivi nella direzione della sicurezza e prevenzione, l’unica percorribile in quanto la Regione Liguria non ha evidentemente alcuna autorità sugli affari nucleari francesi, sarebbe opportuno attivare un canale diretto, magari con le amministrazioni delle città vicine al confine (ad esempio Nizza), utilizzabile per un regolare confronto ma ancor più come indispensabile punto di riferimento in occasione di non auspicabili emergenze nucleari oltralpe (abbiamo letto che ieri non si trovava alcun referente nelle cittadine confinanti per avere delucidazioni sull’incidente)”.
Infine, avendo appreso sempre dalle pagine della stampa regionale che i piani di evacuazione esistono ma sono vecchi di decenni e che mai è stata fatta una simulazione al riguardo, i Consiglieri concludono chiedendosi “se non sarebbe opportuno definire nuove ed appropriate procedure d’emergenza e calendarizzare i test delle stesse”.
“All’Arpal dicono che in caso di fuoriuscita di radiazioni, qualora piovesse, queste rimarrebbero in un area circoscritta..impariamo almeno la danza della pioggia!”.