- 06 settembre 2011, 16:34

Tirreno Power: il Documento che mancava (seconda parte)

La perizia giurata su Tirreno Power commissionata dai Comuni di Vado e Quiliano presenta alcune zone grigie, in senso meramente cromatico: sono le parti più importanti del documento e ne rappresentano una valida descrizione, a tratti complessa ma interessantissima...

Vi troviamo ad esempio indicato a pag. 25 che nel S.I.A. (Studio di Impatto Ambientale) “non è stato considerato ed analizzato l’AUMENTO di emissioni che sarà determinato dal nuovo impianto (…) il progetto non può ritenersi coerente poiché non è in linea con gli obiettivi, le strategie e le linee di azione principali del PRQA (Piano Regionale Qualità dell’Aria, ndr) e NON valuta tutti gli elementi per definire lo scenario migliore in un contesto critico

Procedendo si scopre che la completa metanizzazione della centrale di Vado è persino prevista dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Savona (PTCP), che oltre ad una serie di ottimi propositi come tra gli altri “la conservazione dell’ambiente marino e costiero secondo le indicazioni dell’Agenda XXI Regionale (p11) La prevenzione e la riduzione dei carichi ambientali (p13) per giungere a questa conclusione:

… si può constatare chiaramente che il progetto in esame risulta non coerente con le indicazioni dello strumento di pianificazione provinciale poiché va in direzione opposta al multi obiettivo di metanizzazione della centrale di Vado Ligure (…) il progetto in esame non prende minimamente in considerazione la possibilità di rilocalizzazione della centrale della centrale in ambiti produttivi APEA e di CAMBIO DAL CARBONE AL METANO

Secondo la perizia anche il tema dei trasporti è stato “trascurato o trattato in modo superficiale” ma avanzando nelle pagine troviamo riportato anche che “nonostante la mancanza di un quadro completo degli aspetti progettuali relativi al progetto di ampliamento in questione, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare abbia comunque rilasciato parere positivo di compatibilità ambientale”, insieme ad altre note sulla “chiara incompletezza della documentazione” e sulla “forte superficialità nella conduzione della valutazione dell’opera e dei relativi risvolti ambientali, nonché la mancata adozione di un atteggiamento di tutela nei confronti della salute delle popolazioni limitrofe all’impianto”

Da mortali comuni basterebbero queste ultime due righe, giurate in buona fede da ingegneri di primo piano, per mettere coram populi e “coram authorities” la parola fine, aldilà di ogni strampalata convinzione.

Non siamo neppure a metà del documento e ci viene segnalato un certo nervosismo da parte dei Comuni interessati, come se la pubblicazione dei risultati di una perizia giurata da loro stessi commissionata possa in qualche modo ledere la loro immagine.

E’ vero il contrario: ci sembra che l’aver commissionato questo lavoro (che pubblichiamo integralmente QUI) sia un gesto d’estrema responsabilità, dal quale ci auguriamo discendano presto decisioni coerenti ai risultati esposti.

Mario Molinari