Eventi - 03 settembre 2011, 10:44

Festa al Santuario della Croce in Castagnabuona

La confraternita di san Rocco e N.S. della Croce di Castagnabuona e la parrocchia dei santi Nazario e Celso di Varazze uniscono come sempre le forze per i festeggiamenti della natività di Maria presso il santuario di N.S. della Croce, sul monte Croce. Sabato 3 settembre alle ore 20,30 si comincerà con la processione penitenziale aux  flambeaux, con partenza dalla chiesa di san Rocco in Castagnabuona, sino al santuario.

In processione sarà portata la reliquia della santa Croce con la quale sarà impartita la solenne benedizione. Domenica 4 alle ore 10,45 recita delle lodi e alle 11 la Messa. Nel pomeriggio alle ore 16 i vespri seguiti dalla seconda Messa.

Giovedì 8 settembre sarà ricordata solennemente le festa della natività di Maria. Alle ore 16 si svolgerà la Via Matris Crucis partendo dal "Ciappin" e alle 16,30 la sarà celebrata la Messa. Domenica 11 settembre giornata Eucaristica: alle ore 10,45 recita delle lodi e alle 11 Messa con esposizione del Santissimo Sacramento.

L'adorazione individuale proseguirà per tutta la giornata. Nel pomeriggio alle 16 recita dei vespri, processione con il Santissimo sul sagrato del santuario e benedizione eucaristica. Terminerà la celebrazione della Messa.
Nelle giornate di domenica 4 e 11 settembre si svolgeranno anche due cene in amicizia denominate “Ciao Settembre”, organizzate sempre dalla confraternita di Castagnabuona.

A partire dalle ore 19 si potranno gustare polenta con sugo, carne alla piastra, focaccette, bibite buon vino e cortesia il tutto in uno scenario naturale spettacolare.

Il Santuario di N.S. della Croce è uno dei più antichi luoghi di culto della frazione ma anche della diocesi. Tutto ebbe inizio il 7 ottobre 1244 quando Papa Innocenzo IV, il genovese Sinibaldo Fieschi, si portò a Castagnabuona sul monte proprio dove oggi sorge il Santuario, nella sua fuga da Federico II. Il Papa, dalla sommità del monte, vide le galee di Federico II entrare nel porto di Savona giunte per catturarlo. Per ricordare questo importante avvenimento, lo stesso anno gli abitanti di Castagnabuona, costruirono un pilone con una croce che diede il nome alla collina: monte Croce. Nel 1245 venne costruita una piccola cappella con altare, dedicata alla Madonna della Croce. Già all’epoca il piccolo luogo di culto, diventò meta di fedeli che chiedevano la protezione della Vergine.

Nel 1657 la peste colpì Castagnabuona provocando molte vittime. In quel periodo una pietosa donna di casa Accinelli della borgata di “Tessarole” si recava ogni sabato alla cappella della Madonna, portando l’olio per rifornire la lampada che ardeva davanti all’immagine portando con se la chiave della porta della quale non vi era copia. Da un sabato all’altro trovava la lampada sempre accesa e con olio sufficiente come se vi fosse stato aggiunto da poco. A ricordo del grande fatto, i massari posero una lapide ora scomparsa. Nel 1745 davanti alla piccola cappella, fu costruito un porticato per il riparo dei viandanti e dei pellegrini e due finestre che permettevano la visione dell’immagine della Vergine, anche quando la cappella era chiusa. Nel 1790, nel punto dove la tradizione vuole che sia scampato l’unico albero di ulivo della zona al terribile gelo del 1709, iniziarono i lavori per la costruzione del Santuario. Gli abitanti della frazione diedero anima e corpo per i lavori. Anche la colonia di pescatori varazzini di Gibilterra, venuta a conoscenza dei lavori, inviò offerte con le quali si acquistò il meraviglioso altare in marmo ancora oggi visibile, con relative balaustre e cancelli.

Nel 1799 i lavori terminarono e il 18 ottobre la nuova chiesa fu benedetta. Nel 1800 le zone di Varazze furono territorio di battaglie napoleoniche come quella che si svolse proprio sul monte Croce, vinta dal generale francese Massena. La chiesa fu adibita a ricovero per i feriti tanto che dovette essere benedetta nuovamente. Nel 1854 venne contattato lo scultore varazzino Michele Ramognino per la realizzazione dello splendido gruppo marmoreo raffigurante Cristo con la croce, la Vergine che intercede per la città e l’angelo che ripone la spada vendicatrice. L’opera costò 2400 lire e venne collocata nella nicchia attuale, dietro la quale venne costruito il coro per evitare problemi legati all’umidità. Questa opera fu commissionata per lo scampato pericolo dal morbo del colera che risparmiò Varazze. Il municipio, il clero, le confraternite ed il popolo per ringraziamento, celebravano una festa solenne il 15 ottobre 1854.

Nel 1863 venne commissionata al pittore Francesco Semino una grande tela raffigurante il gruppo marmoreo e recante la scritta “in manu tua sulus nostra” ovvero “la nostra salvezza è nelle tue mani”. L’opera venne benedetta l’8 settembre. Grazie ad un meccanismo veniva calata davanti alla nicchia, nei giorni della festa. L’orafo Andrea Fazio aveva donato alla cappella una campana impegnandosi per la spesa della calce occorrente per erigere il campanile i cui lavori ebbero inizio nel 1866 e terminarono l’anno successivo. La devozione nei confronti della Madonna della Croce, è sempre stata solida nel tempo. Basti pensare ai marinai e ai naviganti della città; prima di partire salivano al santuario per chiedere la protezione della Vergine e al loro ritorno, prima di andare dalle loro famiglie, facevano nuovamente visita a Maria per ringraziarla dello scampato pericolo. Ne sono testimonianza i numerosi ex voto presenti.

Il santuario possedeva una pineta, donata dal Comune di Varazze, dove l’eventuale taglio di alberi sarebbe servito per coprire spese riguardanti le cappelle di N. S. della Croce e di san Rocco. Ma nel 1870 la pineta venne confiscata con la legge dell’incameramento dei beni ecclesiastici e messa in vendita. Nel 1874 fu acquistata per 5780 lire da Domenico Fazio fu Stefano, che fu l’unico offerente di Castagnabuona. All’epoca chi acquistava beni che erano stati confiscati alla chiesa, andava incontro alla scomunica. Il Fazio, da buon cristiano, con il consenso della popolazione, procedette al taglio dei pini che fruttarono 3010 lire con le quali, grazie anche a 1500 lire donate dai fratelli Fazio fu Benedetto e all’opera volontaria degli abitanti, costruì una casa a due piani attigua alla cappella della Croce, che doveva ospitare il sacerdote addetto al culto. Tutto era pronto per accogliere il sacerdote, che avrebbe dovuto celebrare le funzioni. Furono interpellate diverse congregazioni tra cui i padri passionisti, ma nessuna di queste accettò.
Quando si era ormai persa ogni speranza, l’ordine dei padri celestini chiese il permesso all’allora vescovo di Savona, di potersi insediare presso la cappella. Il permesso venne concesso ma, dopo tre anni di insediamento, l’attività della  congregazione presso Castagnabuona cessò.

Il 15 febbraio 1885 con atto notarile, Domenico Fazio vendette la proprietà alla congregazione dei figli di Maria Immacolata. I tre sacerdoti che si insediarono alla Croce, per espressa volontà del cedente, s’impegnavano a celebrare la Messa tutti i giorni festivi in ora a comodo degli abitanti di Castagnabuona. Nei mesi di dicembre e gennaio le funzioni sarebbero state celebrate presso la cappella di san Rocco, esclusi i giorni dedicati a Maria da svolgersi nella cappella di monte Croce. L’attività dei sacerdoti procedette bene per una dozzina d’anni. Il terreno venne vangato e vennero coltivate viti e piante da frutto. Il terreno, di cui ancora oggi si possono vedere le rovine del muro perimetrale, era molto esteso e vi operavano anche persone del paese. Alcuni abitanti impararono anche a leggere e scrivere da questi sacerdoti. Alla domenica molte persone partecipavano alla Messa del mattino e alla recita dei vespri nel pomeriggio. Rimasto solo e anziano, don Pietro Cadei il 18 novembre 1897 vendette casa e terreno al marchese Spinola.

Negli anni tante furono le vicende legate a questo santuario, al quale la gente di Castagnabuona è sempre stata devota e ha sempre lavorato per qualsiasi necessità.
L’incendio del 26 febbraio 1980 provocò una grave ferita alla cappella. Nel pomeriggio di quel freddo giorno d’inverno, appresa la notizia, un gruppo di confratelli e di volontari, si recarono sul luogo per fare il possibile. In una condizione di pericolo, mentre il fuoco stava bruciando le travi del tetto che sarebbe crollato da un momento all’altro, furono portati fuori dal santuario panche, sedie, lampadari, candelieri, alcuni ex voto e tutto ciò di salvabile. Purtroppo furono danneggiati in gran parte la pregevole tela del Semino, numerosi ex voto, il grandioso altare in marmo e le relative balaustre. Anche in quell’occasione il lavoro e le offerte della popolazione permisero di restaurare il secolare luogo di culto e, il 2 giugno 1985, venne riconsacrato da monsignor Giulio Sanguineti vescovo di Savona.

Il 4 settembre 1988 si svolse il 12° raduno delle confraternite della diocesi di Savona. Il 4 giugno 1994 la parrocchia del sacro Cuore di Gesù di La Spezia, dove fu parroco il varazzino padre Alfredo Fazio, ha donato al santuario due nuove campane che furono benedette da monsignor Dante Lafranconi insieme agli automatismi e ad un orologio da torre. Negli anni è stato ripristinato l’antico sentiero del “Ciappin” sempre grazie a volontari, dove venne collocata la “Via Matris Crucis” composta da sette stazioni riguardanti i momenti dolorosi della Madonna. Nel 2000, con sacrifici, iniziarono i lavori di ristrutturazione dei ruderi posti alle spalle del santuario dove oggi sorge la “Foresteria della Croce”, un complesso adatto per il turismo giovanile e religioso.

Le principali ricorrenze del santuario sono il 25 marzo, L’annunciazione, il primo sabato e le prime due domeniche di settembre giorni in cui si svolge la festa della cappella e l’8 settembre giorno della natività della Vergine Maria.
In passato un rito molto importante avveniva in occasione dell’8 settembre: al mattino presto dall’oratorio di N.S. Assunta di Varazze, partiva una composta processione votiva, alla quale partecipavano molti fedeli, le confraternite e il Comune. Si percorreva il vecchio “Ciappin” e, giunti dalla chiesa di san Rocco in Castagnabuona, si univano la confraternita locale con il crocifisso e gli abitanti del paese. La processione era fatta a piedi scalzi, sia dai fedeli che dai cristanti. Giunti al santuario, si svolgevano le funzioni.

Il giorno della festa, inoltre, sulla piazza antistante il santuario, un sacerdote, che reggeva la reliquia della santa Croce, avendo alla sua destra il crocifisso di san Rocco e alla sua sinistra quello dell’Assunta, recitava queste invocazioni: “Nostra Signora della Croce pregate per noi. Per i naviganti: Signore Vi preghiamo proteggeteli, salvateli da ogni pericolo. Per i lavoratori delle nostre campagne e delle nostre officine: Signore Vi preghiamo aiutateli. Per gli infermi: dona loro la salute. Per le anime dei nostri cari Defunti: dona loro o Signore la pace dei santi e splenda ad essi la Luce Perpetua, riposino in pace. Per i nostri soldati in armi: O Signore Vi preghiamo custoditeli sempre in pace. Per i nostri soldati caduti: Dona loro o Signore la pace dei santi e splenda ad essi la Luce Perpetua, riposino in pace. Per la pace del mondo: O Signore dateci la pace e allontanate ogni pericolo di spaventosa guerra”. Al termine, al canto del “Stabat Mater” il sacerdote impartiva la benedizione al mare, alla campagna e a tutte le cose

com.