E’ stato subito sottoposto alle necessarie cure veterinarie ed al più presto verrà avviato ad un centro di recupero piemontese, specializzato in rapaci. Il ritrovamento rappresenta il segno evidente dell’importanza del savonese nelle rotte migratorie della fauna selvatica, a fronte di una quasi nulla protezione dei valichi in cui transita da parte della Regione.
Il volatile, chiamato in alcune zone d’Italia anche “adorno”, è molto simile alla più comune poiana, si ciba quasi esclusivamente di insetti ed è goloso di vespe, api e miele. Sverna a sud del Sahara e risale in Europa a giugno per riprodursi in zone boscose con molte radure. Durante la migrazione era cacciato lungo lo stretto di Messina, dove è tutt’ora oggetto di intenso bracconaggio a causa di una tradizione ancora dura a morire.
L’associazione raccoglie e cura tutti gli animali selvatici in difficoltà o feriti (già oltre mille quest’anno), indipendentemente dalla loro rarità; rinnova quindi l’appello per affidare gratuitamente, a chi ha la disponibilità di una spaziosa voliera, alcuni storni e merli, guariti ma non più capaci di volare. Gli interessati, ai quali verrà fornita regolare autorizzazione alla detenzione e custodia, sono pregati di rivolgersi alla sede dell’ENPA in via Cavour 48 r a Savona, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 (telefono 019 824735).
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