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Politica | 17 agosto 2011, 18:40

L'Udc provinciale contro la soppressione dei piccoli comuni, Pizzorno: "Non ci tireremo indietro su eventuale referendum"

La soluzione e' unificare funzioni e servizi

L'Udc provinciale contro la soppressione dei piccoli comuni, Pizzorno: "Non ci tireremo indietro su eventuale referendum"

“Il giorno dopo l’annuncio della soppressione dei piccoli comuni  il Governo si vantava di aver  tagliato i costi della Politica. Ma così non è, e non sarà,  come hanno già evidenziato le schede tecniche presentate ieri al Governo Berlusconi”

Commenta il coordinatore provinciale dell’Udc Roberto Pizzorno: “ Forse sono in pochi ad essere al corrente che nei piccoli centri, sindaci e assessori, si sono tagliati  da tempo i vari compensi, mentre i gettoni di presenza erano già stati aboliti da anni.  Ma la preoccupazione non è nell’immediato, ma è per il futuro. Chi presidierà quei piccoli comuni specie dell’entroterra, che meno di mille abitanti, ma con un’area territoriale molto estesa?  Sarebbe forse più logico procedere nell’unificazione delle funzioni e dei servizi dei  piccoli comuni, cosa che fra l’altro si sta già  facendo da tempo,  ma lasciare in ogni paese il consiglio comunale, con uno spirito di servizio,  cioè senza  compensi e gettoni di presenza. In questo modo il presidio sarebbe assicurato”.

E sull’ipotesi su una  macroprovincia o macroregione con la provincia Cuneo e Imperia, Pizzorno afferma ancora: ” L’abolizione delle Provincie era un provvedimento atteso, e l’Udc  in Parlamento aveva votato a favore, al contrario di Pd e Pdl. La scelta del governo di sopprimere le Provincie, solo in considerazione della popolazione, è dilettantistica come i tagli lineeari di spesa di Tremonti, perché con provvedimenti ecomomici non si puo scassare l’architettuura costituzionale del paese. Gia trentanni fa la Fondazione Agnelli aveva proposto la revisone delle Regioni creando 6 macroregioni. Forse oggi l’idea va ripensata vista anche le istanze federalistiche.

Quindi la revisione delle provincie va accompagnata con la riforma delle Regioni,  ma se dovessimo trovarci nell’alternativa diabolica  di sceglere fra una provincia della Liguria coincidente con la stessa Regione Liguria, e un Referendum che salvi in qualche modo una Provincia del ponente non avremmo dubbi nel valutare i profondi legami che ci uniscono a Imperia e Cuneo.

Continua ancora Pizzorno: “con questa operazione Savona potrebbe diventare il primo porto del Nord-Ovest. Con il vicino Piemonte c’è già un forte feeling, ed esiste anche con la Camera di Commercio di Cuneo un legame economico molto stretto. Questo non significa che dobbiamo “scaricare Genova”, ma ritenianmo che a livello economico sia decisamente importante unificarci con il vicino Piemonte, che con Genova.  Savona è sempre stata lontana dalla città della Lanterna, e poi avere una sola Provincia, che sarebbe poi a Genova, non ha senso.

Siamo stati sempre favorevoli alla abolizione delle provincie, anche se avrebbe avuto più senso abolire le provincie delle città metropolitane, come ad  esempio Genova, Torino, Milano e Roma. Noi ci  siamo sempre sentiti  più vicini a Cuneo, che alla “lontana “ La Spezia.  Dobbiamo batterci con grande impegno e determinazione per poter avere più voce e far contare di più Savona.

In questo momento di crisi nazionale con il Governo che sta applicando una manovra contro le classi deboli, senza tenere conto delle famiglie con monoreddito (che saranno quelle più tartassate) serve a livello locale un dibattito serio e costruttivo fra tutte le forze politiche. Con l’unità si possono avere solo dei benifici per le nostre comunità. Quindi come partito ci impegneremo, mettendo in campo tutte le nostre forze necessarie per il bene di tutti”

com.

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