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Eventi | 17 agosto 2011, 12:25

Finale Ligure: Un libro per l'estate, gli appuntamenti con gli autori dal 17 al 21 agosto

Finale Ligure: Un libro per l'estate, gli appuntamenti con gli autori dal 17 al 21 agosto

Mercoledì 17 agosto, ore 21.15 - Piazzale Buraggi, Lungomare di Final Marina
MARGHERITA OGGERO presenta "L’ora di pietra"

I suoi primi tredici anni Immacolata, per tutti Imma, li ha vissuti in un paese del profondo Sud dove la legge è quella dettata dal boss locale e le donne sono diritto degli uomini. Testimone, non vista, di un terribile delitto, Imma cresce cercando di dominare la propria indole selvatica e indipendente. In seguito a un suo gesto di coraggiosa ribellione, la famiglia decide di mandarla al Nord nascondendola a casa di una zia sconosciuta. Imma si trova allora a fare i conti con la ragazza che non si era accorta di essere, con la donna che vuole diventare... Nelle lunghe ore solitarie tra le mura dell’appartamento della “zia scaduta”, dietro la finestra, unico contatto col mondo, aspetta la magica ora di pietra, in cui tutto sembra fermarsi e la verità delle cose si rivela nel silenzio. Ma la vita vera non si ferma ed è solo violando la sua prigione che Imma conoscerà il giovane venditore di libri usati e la più meravigliosa delle evasioni: seguendo con trepidazione le vicende di Anna Frank, quelle di Michele Amitrano – il protagonista di Io non ho paura – o di Oliver Twist, Imma troverà ancora una volta il coraggio per un gesto di libertà...
Quando ci si appresta a leggere un libro, un elemento di forza può essere il titolo che spiazza, affascina, a volte, nemmeno se ne capisce il significato, anche dopo la lettura della storia; non è il caso di questo romanzo di Margherita Oggero, "L’ora di pietra", edito nel 2011 da Mondadori. La spiegazione del significato del titolo la troviamo dettagliata sia nella quarta di copertina che a pagina 15. Una ragazzina dietro la finestra vede scorrere la vita di una strada, ma c’è un momento in cui il silenzio sovrasta, tutto si ferma, resta immoto come impietrito, e dopo potrebbe succedere di tutto. Attimi di sospensione, un quid indecifrabile che tradisce uno sradicamento dell’essere, una sospensione inattesa nell’attesa. Se il titolo sembra evocare al lettore un senso di mistero, di irrealtà, la trama, invece, è realistica e ancorata alla concretezza della vita, di vite in cui s’intrecciano fatti drammatici che coinvolgono famiglie di diversa estrazione sociale e morale.
L’autrice non dimentica mai di essere un’ex insegnante: lo sguardo amorevole rivolto all’età adolescenziale è come un manto protettivo che adombra ribellione, sperdimento di sé, ma anche tanta forza propulsiva a non soggiacere alle ingiustizie, alle violenze dei grandi. Allo stesso modo, non dimentica di dare risalto ad imperdibili figure femminili ricche di sfumature e spessori introspettivi. L’umanità rappresentata da Margherita Oggero è quella locale di un paese dominato dalla camorra, dalla paura di ribellarsi, assuefatta ad un ordine delle cose inamovibile, in cui la malavita organizzata regola la struttura sociale e ne governa i meccanismi. Trovare il coraggio di ribellarsi ad un sistema ingiusto diventa un atto di eroismo, uno smettere di essere complici per non somigliare al male. Il linguaggio neorealistico si cala quindi nelle menti e nella cultura dei personaggi; nella struttura sintattica e nel lessico ricalca il parlato con inflessioni dialettali. Un libro da leggere in quanto contiene gli ingredienti idonei a coinvolgere il lettore e a farlo appassionare alla storia.

Margherita Oggero, ex insegnante di lettere (per alcuni decenni, dalle medie ai licei), è nata e vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo "La collega tatuata", da cui è stato tratto il fortunato film "Se devo essere sincera", regia di Davide Ferrario, con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè. Sono seguiti, con altrettanto successo di pubblico, i romanzi "Una piccola bestia ferita" (2003), "L’amica americana" (2005), "Qualcosa da tenere per sé" (2007), tutti con protagonista la professoressa investigatrice Camilla Baudino. Nel 2008 la raccolta di racconti "Il rosso attira lo sguardo", "Orgoglio di classe", un intervento lucido e appassionato sulla scuola italiana e il suo futuro, e nel 2009 "Risveglio a Parigi".

 

Giovedì 18 agosto
SILVIA BERGERO presenta GALLINE, Amore amicizia sesso e tradimento e 50 splendidi anni
conduce Gloria Bardi

Quando il gioco si fa duro le cinquantenni cominciano a giocare. E si divertono parecchio. Le feste esclusive in terrazza e le vendite private di moda, le prime a teatro e le aste d’arte: Milano è come il salotto di casa per loro. Sono cinque, sono donne, belle e cinquantenni. Al terrore delle coetanee per l’età che avanza rispondono a modo loro: combattono le rughe uscendo con amanti più giovani; consultano la “luminare luminosa” che sostiene che la menopausa non esiste; all’ingratitudine dei figli, alle lamentele dei genitori anziani e all’egoismo degli uomini reagiscono con una buona dose di cinismo e un’energia esplosiva; la crisi e la disoccupazione non le abbattono perché sanno sempre reinventarsi. Le galline sembrano invincibili, eppure la sintonia tra le amiche si incrina quando molti sconcertanti segreti vengono a galla…

Silvia Bergero vive a Milano. Giornalista, ha lavorato presso diversi quotidiani e mensili ed è stata a lungo la responsabile di spettacoli e cultura per il settimanale “Grazia”. Ha inoltre condotto programmi su Radio3. Questo è il suo primo romanzo.



Venerdì 19 agosto
SIMONETTA LAGORIO presenta GINA LAGORIO, "PARLAVAMO DEL FUTURO”
interviene Silvio Riolfo Marengo
Conduce Gloria Bardi

Le pagine di una scrittrice perennemente schierata. Non con un partito ma con un'idea di società, di civiltà e di giustizia. Un'idea che l'ha portata spesso a polemizzare con il potere e a osservare anche gli ambienti culturali, sociali e politici a lei più vicini con un'indipendenza di giudizio e un'onestà intellettuale che le stanno valendo, oltre ai meriti letterari, molti riconoscimenti civili anche postumi. Le pagine di una Gina Lagorio forte, combattiva, capace di indignarsi e di esprimere il proprio parere con chiarezza, pagine significativamente attuali e di rara lungimiranza. Il volume abbraccia quarant'anni di attività, dal 1965 al 2005, e riunisce materiali meno noti e di non sempre facile reperibilità tratti da riviste e quotidiani; da interventi a incontri e convegni; da interviste rilasciate a radio e giornali; infine, passi di un libro finora inedito che raccoglie il diario di due anni dell'esperienza parlamentare nella X legislatura. Molti i temi affrontati: l'impegno degli intellettuali e la loro responsabilità, la condizione femminile e la politica, la cultura e l'attualità, in un intreccio strettissimo di vita e scrittura. Elemento dominante è la passione civile, la capacità di prendere posizione in nome di principi irrinunciabili, sempre in un rapporto intenso e sofferto con la storia. Un libro che consente di avvicinare Gina Lagorio oltre la prospettiva letteraria e di approfondire così la conoscenza di una tra le grandi scrittrici del Novecento italiano.

 

Sabato 20 agosto
ADRIANA GIACCHETTI e GIANLUCA PACIUCI presentano “EROSE FORZE D'EROS”
Reading di musica e poesia

Conduce Gloria Bardi 

EROSE FORZE D'EROS
è una raccolta di versi concepiti e nati a Sarajevo, in uno dei cuori della multiforme e ferita Europa: di questa ferita portano il segno della spossatezza (che è l'esatto contrario della rassegnazione). Versi marrani che popolano l'attesa, la formano, la tengono desta per quando il momento verrà; e versi liberi, tecnicamente, o costretti nell'endecasillabo, in sonetti e quartine: in ogni caso forme che premono da dentro il foglio e da dentro la gola, prive d'immaterialità. Sono fortiniane “poesie ad alta voce”, e solo a tratti sopportano la lettura silenziosa. In attesa del momento in cui la verità abbandonerà il campo dei vincitori (Simone Weil), questi versi si aprono alla forza di tutti coloro che “la vittoria contestano e cercano di sabotare”.

Gianluca Paciucci, è nato a Rieti nel 1960. Laureato in Lettere, è insegnante dal 1985. Come operatore culturale ha lavorato e lavora tra Rieti, Nizza e Ventimiglia, dove è stato presidente del Circolo “Pier Paolo Pasolini”. Dal 2002 al 2006 ha svolto la funzione di Lettore con incarichi extra-accademici presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Sarajevo e presso l’Ambasciata d’Italia in Bosnia Erzegovina, come Responsabile dell'Ufficio culturale. In questa veste è stato tra i creatori degli Incontri internazionali di Poesia di Sarajevo. Ha curato Sarajevo. Guida storico-turistica (2005), ha pubblicato due raccolte di versi, Fonte fosca (1990) e Omissioni (2004), e suoi testi sono usciti nell’Almanacco Odradek. Redattore del periodico Guerre&Pace, scrive articoli su immigrazione/razzismi, Israele e Palestina, Balcani e Francia. Ha tradotto Sarajevo, mon amour (Infinito edizioni, 2007), e curato la raccolta di versi La polvere sui guanti del chirurgo (Infinito edizioni, 2007) di Senadin Musabegović. Per Infinito edizioni ha pubblicato Erose forze d'eros (giugno 2009).

 

Domenica 21 agosto
MASSIMO NAVA presenta “IL GARIBALDINO CHE FECE IL CORRIERE DELLA SERA”
Conduce Pier Paolo Cervone

“Lei sa la differenza fra un piccolo e un grande giornale? Il grande giornale è quello che pubblica anche le notizie che dispiacciono. S’intende, la notizia che ci dispiace la si commenta come più ci piace.”
— Eugenio Torelli Viollier

Dalla Napoli borbonica alla Milano post-unitaria, dalla fondazione del “Corriere” alla battaglia per difenderne l’indipendenza, la straordinaria avventura dell’uomo che dopo l’Italia provò a fare gli italiani. “Nacqui a Napoli, il 26 marzo 1842. I miei genitori furono Francesco Torelli e Giuseppina Viollier, della quale aggiunsi il cognome al cognome paterno”: così Eugenio Torelli Viollier iniziava la sua autobiografia, riducendo a cronaca asciutta una parabola straordinaria.Schivo e riservato ma dotato di un’energia inesauribile, visse da protagonista una stagione di fermento civile e culturale in cui si compì l’Unità nazionale. Ancora ragazzo fu a fianco di Garibaldi sui monti dell’Irpinia, apprese i rudimenti del giornalismo sotto l’ala di Alexandre Dumas, respirò il progresso nella Francia di Napoleone III e scelse la Milano della Scapigliatura per creare quello che sarebbe diventato il più importante quotidiano d’Italia. Domenica 5 marzo 1876 uscì la prima edizione del “Corriere della Sera”, che sull’esempio di Parigi e Londra si proponeva di coniugare notizie minute e aggiornamenti politici dalla capitale, eleganza di stile e sobrietà di contenuti, interessi del pubblico e imparzialità delle voci. Nato con poche migliaia di lire, si rivelò un giornale d’avanguardia, capace di esprimere lo spirito fattivo e concreto dello Stato nascente, ma aperto anche al mondo, con i primi reportage dall’America e i dispacci degli inviati sui pogrom in Europa orientale. Intrecciando biografia privata, affresco sociale, storia del costume, aneddoti e gustose citazioni, Massimo Nava racconta la vicenda malinconica ed esaltante di un misconosciuto “padre della patria” che agli albori del giornalismo moderno ha incarnato lo spirito di un’Italia giovane e rissosa, ambiziosa e imperfetta, spesso divisa e talvolta meschina, ma ancora animata da ideali assoluti. Come quelli di obiettività e indipendenza di un grande quotidiano.

MASSIMO NAVA, milanese, editorialista del “Corriere della Sera” da Parigi, è stato inviato internazionale e corrispondente di guerra. È autore di numerosi saggi tra cui Kosovo c’ero anch’io (1999), Milosevic, la tragedia di un popolo (2001), Vittime. Storie di guerra sul fronte della pace (2005), Sarkozy, il francese di ferro (2007, tradotto anche in Francia). Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo, La gloria è il sole dei morti, sull’avventurosa vita dei fratelli Bixio.

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