Angelo Vaccarezza non sarà l'ultimo presidente della Provincia di Savona. Non spetterà a lui chiudere le luci e le porte e gettare le chiavi nel Letimbro. Perchè, a scapito di quanto è stato detto nella confusissima presentazione della manovra finanziaria ieri sera, ci sono tutti i presupposti perchè la vita dell'amministrazione provinciale possa proseguire, almeno per due mandati. E questo lo si intuisce anche leggendo, per quanto possibile, nelle particolarità della manovra.
Intanto si legge che la decisione verrà presa dopo le consultazioni amministrative e questo significa, se ha ancora un senso l'italiano, che comunque, almeno una volta, si andrà nuovamente alle urne per votare il consiglio provinciale che, in teoria, dovrebbe poi decidere il suo scioglimento.
Ma, per non farsi mancare nulla e per complicare le cose, si legge anche che l'abolizione delle Provincie è legata al censimento che dovrà essere compiuto nel prossimo biennio ed i cui risultati, si sa, avranno un lungo periodo di incubazione.
Già questi motivi sono sufficienti per far capire che la giunta attuale non sarà l'ultima a livello provinciale. E poi i criteri di accorpamento, mica così facili e che porteranno sicuramente sotto il livello di trentanove il numero delle provincie tagliate.
Un esempio arriva dalla Sardegna dove, tra l'altro da poco istituite, dovrebbero scomparire le provincie di Carbonia, Campidano, Ogliastra, Olbia ed Oristano.
Ma non accadrà perchè, e forse qualcuno non ha studiato la Costituzione, la Regione è a Statuto Speciale e solo lei avrà il compito di decidere eventuali tagli.
E da noi? Accorpamento Savona-Imperia? E La Spezia dove si accorpa? E i dipendenti delle due provincie, si accorpano anche questi o in parte si accomodano alle porta, con ulteriore incremento di disoccupazione?
Bastano queste sintetiche riflessioni per far capire che la storia della Provincie, anche di quelle destinate a scomparire, sarà ancora lunga, molto lunga. E che Vaccarezza, se vorrà, potrà puntualmente puntare al suo secondo mandato.