Due cosette su Toto', certi che l'Avo Gadro non abbia bisogno nè gradisca difensori; ma:
- E' vero, il c.d. "principe della risata" non ha nulla a che vedere con Alassio o con Savona;
- Qualcuno lo definisce "universalmente" riconiscuto come Grande Comico. Da molti, ma non da tutti, anzi. Quindi piano con l' "universalmente". Forse da un Italia scroccona e decadente che - infine e pur continuando a scroccare - è decaduta. Forse. E che comunque riesce a far tristezza all around the world.
- L'umorismo di Totò nulla ha a che spartire con la comicità ligure - che non è invero poca cosa - e ricorda più da vicino quella di un certo centro sud / tirrenico che vede in Bonolis Paolo un discreto re-interprete, peraltro notoriamente non amato da un altro dei viventi principi della comicità, nativo di Albenga ma di stanza proprio ad Alassio;
- Totò era iscritto alla massoneria. Come molti altri attori e cantanti di successo del dopoguerra. Si dirà, nella regione del cemento dove la Miss di nome fa "Muretto", un massone può sempre esser ben visto. Ma non tutti la/lo pensano così;
Non sapremo mai quanto questa aderenza alla massoneria abbia contribuito al suo successo. A occhio e forse, parecchio.
Ma, per favore, niente monumenti, che prima di arrivare ad una statua al povero Totò De Curtis, promotore di una certa Italietta un po' misera, come minimo, occorrono mezzi busti a Fellini e la Masina, Mastroianni, Gassman padre, Dino Risi, Michelangelo Antonioni, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Giorgio Gaber, solo per menzionarne alcuni e scusandoci con gli altri.
E poi il povero Avogadero ha fatto bene, fosse anche solo perchè quella statua e ul suo supporto sono senza gran dubbio... veramente brutti.