/ Attualità

Attualità | 09 agosto 2011, 18:00

Nuovi cementoni: Legambiente e Wwf mettono in discussione lo studio di impatto ambientale per l'ex cava Ghigliazza

Partita la raccolta firme contro la prevista urbanizzazione di 500 nuovi alloggi: "Oltretutto saranno seconde case"

Nuovi cementoni: Legambiente e Wwf mettono in discussione lo studio di impatto ambientale per l'ex cava Ghigliazza

Lo Studio di Impatto Ambientale del progetto nell'ex-cava Ghigliazza è messo in discussione da numerosi cittadini e dalle Associazioni Lega Ambiente e WWF. La prevista urbanizzazione di circa 500 nuovi alloggi è considerata assolutamente eccessiva e insostenibile sotto il profilo ambientale. 

In questi giorni è ancora possibile sottoscrivere l'incisiva  osservazione  che evidenzia le criticità ambientali di questo progetto. Il progetto è criticato sia per il tipo di rinaturalizzazione dei luoghi che propone, sia per l' insostenibilità ambientale.

Per ciò che riguarda la rinaturalizzazione l' osservazione sottolinea come  i luoghi devastati da 100 anni di attività di cava verrebbero ulteriormente stravolti dalla prevista estrazione di altri 800.000 metri cubi di materiale: una riapertura di fatto dell'attività di cava, secondo gli ambientalisti. 

Inoltre  la  realizzazione del  versante a gradoni - prodotto dalla nuova estrazione - viene definito  del tutto estraneo al contesto naturale della zona. Infine lo spargimento  nel terreno delle polveri sottilissime (dette limi) - residue della lavorazione di cava - viene  ritenuto in grado di  danneggiare le falde acquifere profonde e inidoneo alla crescita di piante, perché totalmente sterile.

Relativamente all'insostenibilità ambientale, l'osservazione sottolinea come vi sia un evidente problema di approvvigionamento idrico, infatti il progetto prevede che a fornire l'acqua sia l' ATO ossia il sistema idrico provinciale, senza specificare chi si caricherà l' onere della realizzazione dei nuovi pozzi atti a soddisfare il fabbisogno di 1300 persone.

Gli ambientalisti contestano anche il pozzo di proprietà, citato nel progetto come eventuale fonte. Secondo l'osservazione  tale pozzo (posto di fronte agli edifici direzionali della Piaggio) risente dell'inquinamento di superficie e risulta pertanto inidoneo all'approvvigionamento idrico.  Gli ambientalisti ricordano come molti anni fa, durante uno sversamento di gasolio del distributore attiguo, il pozzo risultò contaminato, dimostrando così la sua sensibilità agli inquinamenti superficiali.

Le osservazioni infine pongono ancora una volta in evidenza come questo progetto sia in  diretta continuità con il progetto Piaggio  e pertanto le valutazioni inerenti viabilità e parcheggi, traffico, ambiente marino e costiero, clima acustico e risorse idriche non possano essere fatte  separatamente, ma si debba considerarne  la reciproca compatibilità, pena pesanti ripercussioni su tutta la zona attorno al Capo di Caprazoppa.

La logica conclusione delle osservazioni è che l'elevato numero di nuove “seconde case”, sommate a quelle prospettate per l'intervento Piaggio, provocherà una pressione antropica non sostenibile dal territorio.

com.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium