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Attualità | 09 agosto 2011, 14:00

Massimino, il sindaco firma l'ordinanza: acqua non potabile

Interpellato sull'argomento il sindaco risponde che la causa sarebbe il fogliame penetrato nell'acquedotto, in attesa dei risultati ASL. Poi torna sulla questione della centrale a biomasse

Massimino, il sindaco firma l'ordinanza: acqua non potabile

A Massimino il sindaco firma un’ordinanza per la non potabilità dell’acqua, in attesa dei risultati dei controlli effettuati dall’Asl.

Spiega il primo cittadino Simone Clerici: “Si tratta di una misura preventiva, che non deve assolutamente far preoccupare.  Circa una quindicina di giorni fa, in seguito alle piogge, si erano infiltrate delle foglie all’interno dell’acquedotto, del resto molto vecchio.  Impurità “naturali” ma che avevano portato i valori di potabilità al limite consentito dalla normativa. L’ordinanza è stata quindi una misura precauzionale: avremmo potuto clorare l’acqua, come si fa nella maggior parte degli altri comuni, e i valori sarebbero rientrati subito nella norma. Ma la nostra filosofia è quella di non effettuare questo procedimento per offrire alla popolazione acqua più pura possibile”.

E sempre a proposito di acqua, il sindaco torna sulla questione della centrale a biomasse, che, secondo lui, porterebbe vantaggi per il comune: “Due i motivi a favore. Massimino è una delle poche realtà che potrebbe reggere un impianto a biomasse alimentata a materiale forestale. 

Nel raggio di 40/50 chilometri esiste una filiera del legno che da sola potrebbe essere sufficiente all’impianto che, tra l’altro, avrebbe bisogno anche di tanta acqua. Uno studio effettuato da un geologo di nostra fiducia e durato oltre un anno e mezzo ha determinato che siamo in grado di fornire acqua all’impianto. E questo ci porta al secondo motivo: il nostro acquedotto è ormai vetusto, ma, proprio per la citata necessità di acqua, la ditta che dovrebbe realizzare la centrale in cambio metterebbe a nuovo quasi l’intero acquedotto. Per un piccolo comune come il nostro, che non ha nemmeno un cantoniere, non basterebbero vent’anni di fondi statali per eseguire un lavoro del genere".

 

Eleonora Miraglia

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