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Attualità | 04 agosto 2011, 11:44

Codacons contro l'evasione del canone Rai da parte dei pubblici esercizi

"Il 96% di alberghi, ristoranti e negozi evade il canone. Anche istituti religiosi, partiti politici e scuole"

Codacons contro l'evasione del canone Rai da parte dei pubblici esercizi

Il Codacons ha inviato oggi un esposto alle Procure della Repubblica competenti per la Liguria e alla procura regionale della Corte dei Conti, in merito all’evasione del canone Rai da parte delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi della regione. Da una parte una miriade di lettere ai privati cittadini con cui l’Agenzia delle Entrate richiede periodicamente il pagamento del canone Rai. Dall’altra una miriade altrettanto estesa di esercizi commerciali, strutture ricettive, circoli, associazioni private e persino istituti religiosi, che nel 96% dei casi non paga il canone cosiddetto “speciale”, determinando un mancato introito per le casse della tv di Stato pari a 230 milioni di euro all’anno a livello nazionale.

Un paradosso sul quale il Codacons vuole vederci chiaro.

L’associazione ha avviato infatti una inchiesta verificando l’esistenza di un universo di evasori nel settore delle strutture pubbliche. Il 96% di alberghi, residence, campeggi e strutture turistiche e ricettive in generale, non paga il “canone speciale”, che a seconda delle categorie varia da 6.603,22 euro a 198,11 euro. Tra chi non versa la tassa rientrano però anche bar, ristoranti, negozi, ospedali, case di cura, uffici, navi di lusso, circoli, associazioni, sedi di partiti politici, studi professionali, mense aziendali, scuole e persino istituti religiosi. Si tratta di dati elevati, considerato che nel solo settore alberghiero, della ristorazione e del commercio al dettaglio, la Liguria fa registrare il seguente numero di esercizi:

 

 

ALBERGHI

BAR

RISTORANTI

PICCOLO DETTAGLIO

 

 

 

 

 

Liguria

1604

5349

11596

24278

 

Di questi, stando ai dati diffusi dalla Rai, il 96%, ossia oltre 41.000 esercizi pubblici, non paga il canone.

 “Trattandosi di strutture pubbliche, l’accertamento ad opera dell’Agenzia delle Entrate potrebbe essere eseguito con facilità recandosi direttamente in loco – spiega il presidente Carlo Rienzi – Si preferisce invece assillare i singoli cittadini che magari la tv non la vedono, lasciando impunite tutte le altre categorie pur soggette al pagamento del canone. Per tale motivo abbiamo presentato un esposto alle Procure della regione e alla Corte dei Conti per accertare se nell’omissione di percezione dei canoni speciali sia ravvisabile il reato di omissione e abuso di atti di ufficio e per verificare le responsabilità per danno all'Erario dei 230 milioni di euro annui di mancato incasso per la Rai”.

com.

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