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Sport | 19 luglio 2011, 18:40

Povero sport vadese

Altro che stagioni d'oro per pallacanestro e pallavolo che precipitano nell'anonimato

Povero sport vadese

E'come se a cena vi arrivi un invito da Nicole Kidman e poi vi si presenti la figlia di Fantozzi. Ecco, questa, con i dovuti paragoni, è la sensazione che provano gli appassionati di pallacanestro e pallavolo di Vado Ligure dopo aver assaporato la sensazione di poter partecipare, la prossima stagione, ad importanti campionati. La pallacanestro, che aveva conquistato il diritto di partecipare alla A dilettanti con il Tirreno Power Vado Ligure, è naufragata per le questioni che sono note a tutte, causate dai problemi vissuti dal suo presidente Roberto Drocchi; il volley, con la squadra promossa nella B1 maschile non è riuscito, nonostante l'intervento in extremis di un gruppo di sponsor, a raggiungere questo torneo. Morale della favola pallacanestro e pallavolo di Vado saranno impegnati, la prossima stagione, in imperdibili campionati regionali, per cui vanno a ruba i biglietti (sembra che qualcuno abbia rinunciato alle ferie per averli in anticipo). Battute a pate qualche amara domanda è pur lecito porsela. Possibile che non vi sia stata la possibilità di una via di mezzo, di far si che queste due realtà potessero ancora esistere in un panorama dignitoso? Possibile che ogni volta che una società arrivi, da noi, ad un certo livello, sia costretta ad alzare bandiera bianca? Possibile che i politici nostrani, il 90 per cento dei quali non distingue il tennis dal ciclismo, non siano altro che parlare di valore educativo dello sport, fregandosene altamente dello sport e del valore educativo? Possibile che sponsor magari interessati a promuovere una banale manifestazione di spettacolo che muore in una sera non siano in grado di interessarsi a realtà che danno visibilità per nove mesi? Possibile che gli spettatori abbiano sempre, alla fine, negata la possibilità di assistere ad un grande spettacolo sportivo? Possibile si, se è accaduto ancora una volta che due realtà fallissero in un solo colpo. Senza la possibilità di ritornare un giorno a galla.

Guglielmo Olivero

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