Gentilissimo dott. Petrucci,
magari il caso vorrà che un suo collaboratore (non mancano mai nei vostri uffici, esenti da tagli) legga queste nostre righe, navigando nei vari siti. O magari, sempre per un caso, sarà Lei stesso a leggerle, in un intervallo e l'altro nel quale rilascia dichiarazioni su come sia fondamentale per il nostro Paese ospitare le Olimpiadi a Roma nel 2020.
Vede, caro Presidente, Lei e tutti i suoi collaboratori, impegnati come siete a fare i primi spasmodici calcoli su quanto denaro circolerebbe nella malaugurata ipotesi che il Cio consegnasse all'Italia i Giochi, non vi state accorgendo di una cosa, forse non proprio banale: che andando avanti così lo sport italiano sarà quasi sparito dalla scena entro quella data.
Caro Presidente, lo so che Lei non ha tempo di sfogliare i giornali sportivi o assistere alle trasmissioni dedicate (sa che ci sono nuovi canali specializzati?) e ve ne è purtroppo anche la prova: se solo lo facesse non tarderebbe probabilmente a rassegnare le dimissioni, per imbarazzo o più semplicemente per quello che una volta si chiamava pudore. Non ce ne voglia.
Desideriamo, senza andar tanto indietro nel tempo, vedere cosa è successo negli ultimi giorni?
- Ieri la nazionale di pallavolo (una volta nostro orgoglio) è stata eliminata dalle semifinali della Word League dalla Bulgaria, una nazionale a dir poco modesta che ci ha preso a pallate per un'ora e dieci minuti. Tutto questo mentre a Parigi, in uno dei tanti meeting di atletica acquistati dalla Rai (che poi li cripta sul satellite) nessun azzurro saltava, correva, lanciava. Sa, tra un mese ci sono i Mondiali e la sensazione di fare una brutta figura è reale.
E la pallacanestro? E la pallanuoto? Ed il ciclismo? Ed il pugilato? E la canoa? E il canottaggio? E il nuoto, Pellegrini a parte?
Dove sono i nostri atleti che non reggono neppure il confronto con un Paese di quarto mondo. Non sarà forse, signor Presidente, che in questi anni, presi nelle vostre lotte di potere, nelle vostre distribuzione di incarichi e poltrone, abbiate trascurato (o proprio non sentito) il grido di dolore della "base sportiva" quella fatta di tecnici, dirigenti ed atleti che, mi scusi il termine, si fanno un C… così per poter campare, partecipare alle gare?
Non è che si è troppo tagliato, senza capire cosa e come? Sa, signor Presidente, se oggi non siamo proprio a picco è merito di quei dirigenti, tecnici, appassionati che, nonostante tutto, portano avanti la baracca e ricompensano tanti sputi in faccia, tante amarezze, con la gioia di un loro atleta che realizza una bella misura nell'atletica, un bel piazzamento nel ciclismo, una qualificazione nel basket.
Signor Presidente, se proprio non se la sente di dimettersi, ci faccia un piacere: lasci perdere Roma 2020 e si occupi degli Sportivi 2011. Le saremo eternamente grati.
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