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Eventi | 08 luglio 2011, 08:30

Adriano Sansa, Giancarlo Caselli e Armando Spataro venerdì sera ad Albisola Marina (parole Ubikate in mare)

Venerdì 8 luglio ore 21,15 Piazza della Concordia – Albissola Marina: Il Magistrato ADRIANO SANSA introduce l'incontro con i Procuratori GIANCARLO CASELLI e ARMANDO SPATARO dal titolo “Una vita per la Giustizia: memorie e speranze”

Adriano Sansa, Giancarlo Caselli e Armando Spataro venerdì sera ad Albisola Marina (parole Ubikate in mare)

Venerdì 8 luglio  ore 21,15  Piazza della Concordia – Albissola Marina:
Il Magistrato ADRIANO SANSA introduce l’incontro con i Procuratori
GIANCARLO CASELLI e ARMANDO SPATARO
dal titolo “Una vita per la Giustizia: memorie e speranze”

 
Spataro, Caselli e Sansa racconteranno il loro impegno e quello di tanti altri colleghi a difesa della Costituzione, ripercorreranno ragioni e contenuti delle leggi ad personam e delle più recenti 'controriforme' che hanno devastato il sistema giudiziario.

Tante le inchieste importanti svolte  da Caselli in 36 anni di attività professionale, dal processo ai capi storici delle Brigate rosse al pentimento di Patrizio Peci, dalle stragi di Capaci e via D'Amelio all'arresto di Totò Riina e di decine di altri latitanti, passando per il caso Cossiga/Donat-Cattin e il processo a Giulio Andreotti.
Importanti anche le inchieste di Spataro nei suoi 35 anni di attività, dalle indagini sulle Brigate Rosse e Prima Linea a quelle sulla 'ndrangheta trapiantata in Lombardia, per finire con quelle sul terrorismo internazionale.
Storie popolate di ricordi dolorosi, ma anche di esempi luminosi di coerenza, fino al sacrificio della vita. Tre grandi magistrati, 100 anni di carriera in tre, spesi da protagonisti nella lotta contro il terrorismo e la mafia.


-Gian Carlo Caselli è attualmente Procuratore Capo della Repubblica di Torino.
In precedenza è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ottenendo importantissimi risultati nella lotta alla mafia come l'arresto di boss del calibro di Bagarella, Spatuzza, Brusca. Dal 1999 è stato Direttore generale del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.

-Armando Spataro è Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, coordinatore del Gruppo specializzato nel settore dell'antiterrorismo, ex segretario nazionale del Movimento per la Giustizia, e dirigente nazionale  dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Ha partecipato alla Direzione Antimafia dal 1991, al pool di ""Mani Pulite"", ed è stato componente del CSM.  È’ autore di numerosi saggi.

- Adriano Sansa, magistrato, dal 1993 al 1997 è stato Sindaco di Genova. Attualmente è Presidente del Tribunale dei Minori di Genova. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie.


E’ difficile vivere sotto scorta per quasi 40 anni. Da quando viene nominato giudice istruttore delle Brigate Rosse nel 1974, per Caselli incomincia la sua vita blindata, tutto per lui cambia.
Inizia una vita sotto scorta.
“Agli uomini delle scorte devo la vita. Almeno due volte l’ho potuto toccare con mano, constatandolo con certezza assoluta (e con qualche brivido retrospettivo). Le Brigate rosse volevano assassinarmi. Nome in codice dell’operazione “Casella postale”.
Così era intitolato un dossier sequestrato in un covo di Torino, ricco di minuziose annotazioni  su orari, spostamenti e abitudini della mia giornata. Parlandone con Patrizio Peci, il primo grande pentito della storia del terrorismo, saprò che il progetto di attentato era ormai arrivato alla fase esecutiva.
Anche Prima linea voleva eliminarmi e anche quel progetto era arrivato alla vigilia dell’esecuzione. Lo avevano chiamato “Operazione autostrada”. I pentiti di PL  mi riveleranno che l’azione era in programma per il marzo del 1979 …”

Questi episodi fanno parte della vita torinese di Caselli e della guerra nei confronti del terrorismo, poi la scelta di andare a combattere un'altra guerra, più difficile, quella contro la mafia e di trasferirsi a Palermo: gennaio 1993.
La realtà si presenta subito più complessa di quanto immaginato. 

“…A difesa della mia abitazione c’erano militari armati al piano terra e militari armati sul pianerottolo. Uscendo dall’ascensore (che non faceva fermate intermedie) ci si trovava di fronte una vera e propria trincea: filo spinato, sacchetti di sabbia, un soldato in tuta mimetica con tanto di elmetto e mitra con pallottola in canna, ventiquattr’ore su ventiquattro. L’alloggio aveva porte e finestre super-blindate, praticamente sempre chiuse, dal momento che aprirle era sconsigliato, e comunque richiedeva una gran fatica. Soltanto uno spiraglio, talvolta, per vedere le luci di Palermo di notte, almeno da lontano e dall'alto…”



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com. Ubik

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